sabato 29 dicembre 2012

2k13-NBA: Lockout

L'associazione giocatore comunica che, a causa di impegni improvvisi ed inderogabili, la stagione in corso viene momentaneamente sospesa.
Il ripristino dell'attività agonistica è rimandato a data da destinarsi.
Ci scusiamo con tutti i lettori per l'inconveniente.

Alp89



lunedì 24 dicembre 2012

domenica 23 dicembre 2012

2k13-Regular Season 2013-2014: Il ritorno di Mr. Big Shot

Trema l'NBA. Trema sotto i colpi dei Lakers, inesorabili e vincenti, ma soprattutto spumeggianti come non si vedeva da tempo. Si parla di Showtime 2.0, si incensa D'Antoni come l'erede di Pat Riley, Gallinari, Beasley e Ebanks sono considerati il gruppo di esterni più ad alto voltaggio di sempre ed infine, puntuale come un orologio svizzero, arriva la domanda del secolo: riusciranno i Lakers a battere il record dei Bulls di 72 vittorie?
Ma a cosa si deve tutto questo entusiasmo? Perché da un lato la lega trema e dall'altro i giornali esaltano non poco i Lakers? È presto detto. Questa squadra ha iniziato la stagione come un rullo compressore ed io non ho mai avuto tra le mani una squadra tanto atletica e profonda come questi Lakers.
Dopo il 6-0 iniziale ci aspetta il primo matinée domenicale allo Staples, per il primo vero scontro al vertice della stagione: Thunder@Lakers. È una partita bellissima, giocata con intensità e voglia da entrambe le squadre. Smith continua a dimostrare leadership e personalità anche contro un avversario tosto come Westbrook e noi portiamo a casa la vittoria nonostante un Durant clamoroso da 43 effimeri punti. Noi attualmente siamo inarrestabili: difendiamo fortissimo e poi corriamo bene il campo; abbiamo un attacco semplice ma efficace e ben spaziato e gli avversari faticano a starci d'appresso. 
Tre giorni di riposo ci aspettano ed ecco la notizia che aspettavamo da tempo. Billups è finalmente disponibile e farà il suo esordio contro Atlanta. Suoniamo l'ottava sinfonia di vittoria, con Gallinari sugli scudi autore di 25 punti e 11 assist. Ci mettiamo sul pullman, dato che ci aspetta una tripla trasferta contro T-Wolves (che ha recuperato i tre infortunati eccellenti), Jazz e Spurs. I T-Wolves si vendicano della sconfitta della 2k-settimana scorsa e ci infliggono la prima L stagionale, fermando la nostra striscia di vittorie consecutive a 8. Ci rifacciamo immediatamente contro i Jazz, contro una squadra che si è infilata in un limbo da cui è difficile uscire. In back-to-back andiamo a San Antonio, dove imbecchiamo la seconda sconfitta stagionale (il ringraziamento ai gufi per il 72-10 è obbligatorio), con Tim Duncan che porta a scuola Howard.
Ad LA, si sa, è facile passare dalle stelle alle stalle ed infatti i giornali sparano a zero, soprattutto su Billups reo di essere il granello di sabbia che ha inceppato un meccanismo perfetto. La risposta di Mr. Big Shot non si farà attendere e arriverà puntuale nella sfida dell'anno allo Staples: Celtics@Lakers. Rondo è un satanasso infernale, Howard e Garnett non se le mandano certo a dire, Kobe è inarrestabile e l'equilibrio nella partita è sovrano. Serve qualcuno che cambi la gara, che faccia le giocate che sblocchino la situazione di stallo. E puntuale arriva il nostro #1. Negli ultimi due minuti segna 8 punti pesantissimi, ma soprattutto cancella Rondo con due sequenze difensive clamorose. È la svolta, portiamo a casa la gara e rispediamo i verdi in quel di Boston: Billups passa dalle stalle alle stelle, ed ora si parla di lui come leader e uomo di carisma, capace di affiancare Kobe in questo delicato compito.
La sfida contro i Celtics ci ammazza fisicamente e mentalmente però. Dopo un giorno di riposo, non riusciamo ad espugnare il Thunderdome, perché con la testa siamo ancora alla sfida contro Boston. Oltre al danno, la beffa: Jodie Meeks si infortuna al ginocchio, per lui stop di almeno 6 settimane.
Siamo 9-3, primi ad ovest. Da Showtime 2.0 e squadra del destino, a squadra che ancora deve lavorare altrimenti non va da nessuna parte. Mike è passato da erede di Pat Riley a fondamentalista di pallacanestro e ritorno. Bella la vita in quel di Los Angeles...

giovedì 20 dicembre 2012

2k13-Regular Season 2013-2014: Opening Week

Una squadra ed una mentalità offensiva "nuova", un 2k13-world migliorato e rivisto in alcuni bug, stelle in là con gli anni e giovani che devono ancora dimostrare tutto: i temi per una stagione interessantissima per i Lakers ci sono tutti. Ci sarebbe anche un titolo vinto ma non registrato negli annali a causa della distorsione spazio-temporale, episodio che può darci ulteriore benzina ma che può anche creare un ronzio insostenibile nelle nostre testoline.
La nostra pre-season non è andata malissimo. Record positivo, prestazioni più che discrete ed intesa sempre più in crescita tra i giocatori. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Le rotazioni sono ancora tutte da trovare, ma questo è un problema secondario, ed inoltre si fanno male Billups e Kleiza. Il primo salterà le prime due settimane, per il secondo è previsto un mesetto di stop.
Con Smith in quintetto e con McGrady unico cambio in playmaker, ci presentiamo per la partita inaugurale, a Sacramento contro i Kings. Squadra giovane e atletica, ma soprattutto piena di talento (e di teste vuote). Soffriamo all'inizio, facciamo fatica a trovare la via del canestro con continuità e ci dobbiamo affidare ai singoli. Ma, come detto, Sacramento è una squadra tanto forte quanto volubile, e quando Kobe e Dwight cambiano la partita, loro non ci tengono più, si sbracano e noi agguantiamo la prima vittoria stagionale. Un giorno di riposo ed effettuiamo l'esordio in casa, contro la non certo irresistibile Dallas. La partita la giochiamo in cavalleria, contro una squadra che sta attraversando un momento di transizione a livello tecnico. Altra W che ci proietta subito in testa alla Western Conference.
Il 2-0 ci rende orgogliosi, ma è anche vero che non significa nulla: la stagione è ancora lunga ed all'orizzonte c'è la doppia trasferta Clippers-Suns che potrebbe darci indicazioni più precise sul dove siamo e quanto valiamo. Affrontiamo la prima "battaglia di L.A." contro i nuovi Clippers (senza CP3 salpato per altri lidi ma con JR Smith, Nikola Pekovic e Paul Millsap nel motore) "da Lakers": ci sentiamo, anzi siamo, superiori, siamo belli, ricchi e vincenti e lo stampiamo in faccia a quelli brutti, poveri e perdenti uscendo con un +25 dal campo. Solito giorno di riposo e si vola in Arizona a far visita a Pau. I momenti amarcord non mancano, ma in campo non c'è spazio per i sentimentalismi. Insomma, affondiamo il colpo, Howard mette il primo 20+20 stagionale e voliamo a quattro vittorie consecutive.
È il momento in cui solitamente troviamo lo specchio e perdiamo e dobbiamo giocare contro una squadra che storicamente soffriamo: siamo in casa contro i Warriors. Invece, lo specchio lo troviamo voltato, tranne Beasley che se lo porta d'appresso sempre, e noi diamo una prova di forza non indifferente. Altra vittoria, con Gallinari protagonista dalla panchina e con tutta la squadra che si dimostra attiva. Ripartiamo per la trasferta a Minneapolis e ci aspetta una squadra falcidiata dagli infortuni: Love, Rubio e Kirilenko sono K.O. (infortuni non gravi ma che impediscono loro di essere in campo) e noi invece siamo incredibilmente esalatati. La vittoria, la sesta su sei partite giocate, è l'unico epilogo possibile.
Siamo in testa e abbiamo lanciato un bel messaggio alla lega. Oltre al record, le note liete si chiamano Nolan Smith e Dwight Howard. Superman viaggia ad oltre 12 rimbalzi a partita ed è attualmente primo nella classifica, ma sta dimostrando una "responsabilizzazione" nel suo gioco abbastanza importante. Smith è invece la sorpresa in positivo: leadership e carisma non gli mancano, sa stare molto bene in campo e sta viaggiando a cifre importanti: 8 punti e 9 assist di media, per uno che l'anno scorso vedeva il campo pochissimo non sono male. Ma più che le cifre, è il modo di stare in campo, perché il ragazzo ostenta sicurezza e non ha paura di sbagliare e potrebbe rivelarsi l'acquisto più importante di questa rovente estate.

martedì 18 dicembre 2012

2k13-Summer 2013: "Devi tornare indietro con me!" "Dove?" "Indietro nel futuro!"

"Che diavolo succede qui?". La mia esclamazione di sorpresa quando varco la soglia degli uffici di El Segundo coglie tutti alla sprovvista. "Che fine ha fatto il Larry O'Bryan 2013?" "L'hanno vinto i Thunder in finale con gli Heat" dice Steve. "Ehi, Alp89, tutto OK?" è Mike D'Antoni a parlare. "Mike? Ma coach Brown dov'è?" "Ma se l'hai esonerato ad inizio campionato scorso...sarà in qualche Burger King, massimo McDonald's o KFC...". Il discorso è surreale, io ho le foto della festa, i giornali che ci incoronano campioni eppure sono l'unico a sapere come sono andati realmente i fatti. Ma non c'è solo questo. I giocatori sembrano diversi, giocano in maniera differente, più reale. Il ragionamento è uno solo: qualcuno deve aver alterato il continuum temporale, ed ora io mi trovo in un 2k13-world alternativo in cui i 2k13-Lakers NON hanno vinto la lega.
Mi avvicino a D'Antoni: "Mike, ma Dwight dov'è?" "A me lo chiedi? Tu sei quello che deve trattare il suo rinnovo! Anzi, mi aspettavo avessi novità, anche sul fronte playmaker. Con Arenas poi com'è finita? Ti ha risposto o si è limitato a spararti dietro? ;)". Resto sul vago: "Ci stiamo lavorando...ma il nostro play non è Nash? Rispiegami perché dovrei contattare Arenas..." "Steve dopo l'infortunio nei playoff ha deciso di ritirarsi e a noi serve un playmaker. Sinceramente, ti vedo pallido...". OK, ci sono. Ormai la mia teoria è confermata e visto che non posso tornare indietro nel 2k-world mi resta solo una cosa da fare. Rendere questa squadra nuovamente competitiva.
Abbiamo due problemi enormi: buco in playmaker e rinnovo di Dwight. Rifirmiamo subito Howard: contratto quinquennale a partire da 17 milioni di dollari. Ed il nostro cap è di nuovo stracolmo mentre noi siamo con solo 6 effettivi a roster: Blake, Bryant, Artest, Gasol, Meeks e Dwight appunto. ci sarebbero pure i due rookie, ma saranno carne da macello per il mercato. Dobbiamo costruire una squadra competitiva con circa 5 milioni (ovvero la MLE) e non sarà impresa facile. Primo: trovare un playmaker. Scorriamo nei free agents e troviamo Arenas. La mano si muove verso il telefono, ma prima di comporre il numero arriva il nome con l'illuminazione: Billups è free agent. È un attimo, ci mettiamo d'accordo subito e l'ex Pistons è gialloviola. Ora cerco un lungo di riserva. Serve qualcuno che dia riposo a Dwight, atteso alla stagione della vita. Chiamo in Russia, Mozgov è un giocatore con il quale avrei voluto lavorare da sempre. Accordo da 1+1, opzione giocatore. La questione lunghi la completo con Linas Kleiza e Darius Songaila, entrambi firmati al minimo. Devo completare il reparto playmaker ancora. Leggendo i giornali leggo che dalla Cina T-Mac vuole tornare in USA. "Tracy, ti va di vincere un titolo giocando da playmaker?". Queste sono le mie parole per convincere McGrady, che firma il giorno dopo un annuale al minimo. Manca l'ultimo tassello, ma non abbiamo più neanche un dollaro. Però abbiamo i diritti Bird su Ebanks, mio fedelissimo ormai. Quinquennale ad 1.8 milioni di dollari fisso (un furto!!).
La squadra è pronta? Non ancora. C'è da fare un passo importante e quando lo comunico a Kobe per poco non mi mette le mani addosso. Pau Gasol non è più un giocatore dei Lakers. La notizia è di quelle che ribaltano il 2k-world, lo scambio era nell'aria da tempo ma da un po' non c'erano voci a riguardo. Scambio a tre tra Lakers, Nuggets e Suns: i Lakers cedono Gasol e Babbit, più scelte varie, ed acquistano Beasley e Gallinari; ai Nuggets arrivano Fry e scelte per Gallinari (in rotta di collisione con la società) mentre i Suns trovano Pau Gasol e Babbit. Scoppia il finimondo, ma voi vi sarete concentrati su Babbit...come è arrivato a noi? Prima di dar via Pau noto che il nostro reparto playmaker è ancora incompleto, dunque ho dato via Blake e i due rookie più una scelta in cambio di Nolan Smith, Babbit appunto e una scelta.
Ora siamo pronti, mi presento nuovamente al training camp e iniziamo a lavorare seriamente questa volta. Siamo 13 e verosimilmente resteremo tali. Il roster dei 2k13-Lakers 2013-2014 (NB: i ruoli dei giocatori sono quelli in cui penso verranno impiegati, non i ruoli "ufficiali"):

Beasley Michael AG\AP
Billups Chauncey PM
Bryant Kobe G
Ebanks Devin AP\G\AG
Gallinari Danilo AP\AG \G
Howard Dwight C
Kleiza Linas AG
McGrady Tracy PM
Meeks Jodie G
Mozgov Timofej C
Smith Nolan PM
Songaila Darius C\AG
World Peace Metta AP\AG

Attualmente Songaila è fuori dai 12, il quintetto è Billups-Bryant-Artest-Beasley-Howard, Gallinari è il sesto uomo, Smith, Meeks, Ebanks e Mozgov sono quelli da cui mi aspetto un contributo importante, T-Mac, Kleiza e Songaila sono gli specialisti, quelli che devono avere il massimo rendimento con il minimo impiego.
La squadra è pronta, la nuova stagione è alle porte!

lunedì 17 dicembre 2012

2k13-Playoff 2013: NBA Finals; Bulls@Lakers; Game 5

Comunque vada, sarà l'ultima partita della stagione allo Staples Center! Gara 5, primo match point per i Lakers, primo passaggio per l'ultima spiaggia per i Bulls. Los Angeles deve chiuderla qui per scongiurare il pericolo di ritornare a Chicago, gli ospiti faranno di tutto per impedirlo e per allungare la serie. Il loro obiettivo è ovviamente gara 7!
Dopo la ripassata di gara 4, i Bulls hanno voglia di riscatto e partono subito forte. Los Angeles non è prontissima mentalmente e si vede costretta a rivolgersi subito ai singoli: Bryant e Gasol rispondono immediatamente presente e guidano i gialloviola contro dei Bulls altalenanti ma comunque efficaci. Chicago sembra più in partita, anche se i soliti limiti offensivi fanno capolino inesorabilmente e i Bulls non riescono ad affondare il colpo che potrebbe cambiare la partita. L.A. difende fortissimo ed in attacco se la cava, con Gasol sempre più protagonista e Kobe nervoso ma comunque produttivo. Prima della fine del secondo quarto però, la partita cambia. I padroni di casa trovano impatto da Steve Blake e Devin Ebanks e riescono a piazzare il primo affondo proprio a ridosso della pausa lunga.
Sotto di nove punti all'intervallo, i Bulls si affidano a Rose per cercare di riprendersi, ma i Lakers non si fanno spaventare dalla ritrovata verve degli ospiti. I gialloviola resistono all'assalto di Chicago e poi colpiscono. Come in gara 4, Artest suona la carica con tre canestri consecutivi, i padroni di casa prendono fiducia ed incominciano a colpire ripetutamente. Howard prende per mano i suoi, Nash e Kobe riempiono le sue lacune e lo Staples inizia a saltare di gioia. Rose però non ha ancora alzato bandiera bianca e sigla altri 8 effimeri punti in fila. Non bastano, i Lakers chiudono con il quintetto titolare per rispetto degli avversari e come premio per i propri campioni, l'ultimo possesso offensivo è un gioco a due tra Gasol e Bryant, mentre l'ultima palla la tiene in mano Gasol MVP indiscusso della partita. 
È FINITA. I LOS ANGELES LAKERS TORNANO SUL TETTO DEL MONDO, LAUREANDOSI CAMPIONI 2K-NBA 2013!!!
Primo titolo per Nash e Howard, secondo per Artest, terzo per Gasol e sesto per Kobe Bryant, che raggiunge Jordan. I Lakers agguantano i Celtics a quota 17 ed infliggono la prima sconfitta nelle Finals ai Bulls.
Per la cronaca, la partita finisce 93-110 Lakers. MVP Pau Gasol, 27 punti, 6 assist e 9 rimbalzi per lui. Kobe è il top scorer con 28 punti, Howard contribuisce con 26 punti e 13 rimbalzi. L'onore delle armi non manca certo per Derrick Rose: 36 punti e 9 assist, ma i Lakers sono troppo forti.
Ora inizia l'off-season, clamorosi stravolgimenti si attendono per il 2k13-world!

giovedì 13 dicembre 2012

2k13-Playoff 2013: NBA Finals; Bulls@Lakers; Game 3 & Game 4

Game 3
La serie finale si sposta in California, a Los Angeles per essere più precisi, con i Lakers che hanno doppiamente ribaltato il fattore campo. I gialloviola, avanti 2-0, hanno l'opportunità di chiudere la serie ma i conti si faranno solo alla fine. Chicago è chiamata al riscatto, deve vincerne almeno due allo Staples per potersi permettere sogni di gloria.
Lo Staples è rumorosissimo all'ingresso in campo delle squadre, ma chi si aspetta dei Bulls arrendevoli e dei Lakers che giocano sul velluto è deluso: la partita parte subito a ritmi forsennati da una parte e dall'altra, con difese attente e attacchi efficaci. Rose e Crawford fanno capire agli avversari che non sarà una passeggiata, ma i Lakers fanno anche di peggio e si incartano nella loro stessa sicurezza: la "sindrome dello specchio" arcinota per la compagine gialloviola, colpisce inesorabile ed i Lakers perdono tutta la loro verve diventando una squadra "di signorine". Chicago coglie l'attimo e va via, si porta addirittura sul +15 e sembra involarsi verso una vittoria facile. Niente di più sbagliato, perché tra le "signorine" si aggirano due "camionisti" travestiti male da donne: Kobe e Steve. I due prendono per mano l'attacco dei padroni di casa e iniziano a rosicchiare terreno, cosicché a fine primo tempo si arriva con i Bulls sopra solo di 6.
La partita è apertissima e la mutazione dei Lakers negli spogliatoi si avverte immediatamente alla riapertura delle ostilità: Gasol e Howard iniziano ad essere coinvolti con maggiore frequenza, la difesa dei lacustri è più efficace ed in generale c'è una maggiore voglia di lottare da parte dei padroni di casa, che riescono ad issarsi fino ad un incredibile +8. Chicago però ha la forza di reagire e trova punti importanti da parte di Deng e dal solito Crawford e quando finisce il terzo quarto il punteggio è ancora in parità. 
L'equilibrio regna sovrano per tutto il quarto periodo, nessuna delle due squadre pare essere in grado di affondare il colpo vincente, quello del K.O. che ti permette di portare a casa la gara, e così si arriva inesorabilmente agli ultimi possessi con la situazione in bilico. I Lakers vanno per la loro soluzione più sicura in questi casi, ovvero pick and roll centrale tra Kobe e Pau, e prendono 3 punti di margine che sembrano decisivi, visto pure che Chicago riesce a segnare solo con Noah su tap-in e che Nash segna i liberi del nuovo +3 lasciando 4 secondi ai Bulls privi di time out. Rimessa Deng, Rose prende la palla con Nash che lo bracca, il numero #1 dei Bulls si avvicina e da centrocampo lascia partire la preghiera con la sirena che suona: SOLO RETE!!! Ma gli arbitri lo devono rivedere!!!! Dopo un po' di consultazione, la decisione dei direttori di gara è che il canestro è buono: OVERTIME!!!
I Lakers non ci sono più con la testa, si sono visti sfuggire una vittoria sofferta ma meritatissima e nel supplementare non scendono neanche in campo. È un gioco da ragazzi per Chicago, che vince e mette il primo sigillo nella serie: c'è ancora speranza per i Tori!
Finisce 121-109 Bulls. MVP uno straordinario e miracoloso Derrick Rose, autore di 39 punti e 15 assist. 31 per Crawford e 20 per Deng, ma spicca il il 13+15 di Noah. Per Los Angeles, la prova da 29 punti, 7 rimbalzi e 9 assist di Kobe è effimera.


Game 4
L'occasione della vita per Chicago: vincere per ristabilire una parità nella serie che pareva ormai compromessa, per tentare un'impresa degna dei Bulls. I Lakers sono chiamati alla rivalsa, ci si chiede se la sconfitta di gara 3 non ha lasciato crepe o minato le certezze dei gialloviola: una sconfitta eventuale in gara 4 sarebbe devastante.
Ricordate le signorine in campo con la maglia gialloviola ad inizio gara 3? Bene, dimenticatele perché ora i Lakers schierano cinque lupi tenuti a digiuno per 3 giorni e con i Tori che appaiono degli agnellini ai loro occhi. Chicago è stanca per la partita precedente, dove il dispendio fisico e mentale è stato pesantissimo, mentre i Lakers sono aggressivi e pronti a combattere. Howard viene servito con una regolarità clamorosa, tutte ricezioni dinamiche, e Superman sin da subito issa i suoi su un vantaggio stabile poco sotto i 10 punti. Rose non ci sta e con Crawford tiene i Bulls a contatto, addirittura con un crossover più palleggio arresto e tiro mette a sedere Nash con la palla del -2, ma i Lakers sono troppo più solidi ed alla fine del secondo quarto ristabiliscono le distanze portandosi sul +7.
Al rientro ci si aspetta la reazione di Chicago, si assisterà invece a qualcosa di incredibile. I Lakers diventano improvvisamente impermeabili in difesa e trovano con Ron Artest quelle tre conclusioni che cambiano emozionalmente la partita: diventa un massacro, Chicago non segna più, perde una quantità impressionante di palloni, non racimola un solo rimbalzo offensivo mentre i Lakers giocano sui 48 metri, segnando a ripetizione e distruggendo gli avversari. Il terzo quarto si chiude con un parziale clamoroso di 49-15 per i Lakers ed il punteggio ad inizio quarto periodo è incredibile, specie considerando l'andamento della serie finora: i padroni di casa sono avanti 100 a 60, con 40 punti di vantaggio e 100 punti segnati in tre quarti!!
Il quarto quarto è una lunga attesa verso la sirena finale, con solo le riserve delle due squadre in campo. Chicago è al tappeto e a L.A. si sta iniziando a comprare lo champagne da mettere in frigo: gara 5, ultima partita stagionale allo Staples, potrebbe essere decisiva per l'assegnazione del titolo.
Finisce 89-115 Lakers. MVP DH12, 35 punti e 11 rimbalzi in 25 minuti di impiego. Per i Lakers, bravi tutti, con una menzione d'onore per MWP-Ron Artest autore delle giocate che hanno cambiato emotivamente la gara nel terzo quarto. Chicago è assente tutta, solo Rose con 26 punti prova a salvarsi, ma non basta!

martedì 11 dicembre 2012

2k13-Playoff 2013: NBA Finals; Lakers@Bulls; Game 1 & Game 2

Game 1
La statua di Michael Jordan accoglie le due squadre all'ingresso dello United Center: sono le NBA Finals, è di nuovo Lakers contro Bulls! Due filosofie a confronto: da un lato i fab4 di L.A. con lo showtime 2.0, dall'altro Derrick Rose e la sua etica del lavoro. Non è una sfida per deboli di cuore ma è una sfida per appassionati veri di questo magnifico sport!
Si comincia e di spazio per i convenevoli ce n'è poco. Gli ospiti vanno ripetutamente da Gasol, come loro solito agli inizi del match, mentre Chicago si affida subito alla coppia Derrick Rose-Jamal Crawford, con quest'ultimo assolutamente sgravato da alcun timore referenziale nei confronti di Kobe Bryant. Le due squadre sono esaltate, non hanno paura nel giocare a viso aperto e cercano sin da subito di sfruttare il meglio di ciò che hanno a disposizione per incanalare la gara dalle loro parti, con il risultato che rimane tuttavia in bilico. Il secondo, prematuro, fallo di Steve Nash scombina un po' i piani dei Lakers, che sono costretti ad alterare le rotazioni solite e dunque devono andare anticipatamente a chiedere gli straordinari a Bryant. Nel frattempo, Chicago mette la freccia e va via, e proprio Kobe è costretto a cambiare la gara per i suoi: il Black Mamba ha uno sguardo che fulmina e gioca in maniera celestiale, aggressivo e pragmatico fino all'osso, e tiene i suoi a contatto andando per la conclusione personale o attivando ripetutamente DH12. La partita è bellissima, le stelle brillano sul campo e l'intensità è subito alle stelle, ma nessuna delle due squadre riesce a prendere il sopravvento e si arriva alla pausa lunga con Chicago avanti di quattro lunghezze.
Dopo il riposo "forzato", Nash prova ad entrare nell'economia del match, ma Rose è straordinario: difende come un forsennato e in attacco è comunque punto focale dei suoi, con il sorprendente Gibson e "alta tensione"-Crawford sue fidate spalle. I Lakers vacillano, incassano ed in attacco sono sempre meno efficaci, ma Bryant gioca una partita pazzesca e paga spesso la cauzione per tutti. Il Black Mamba è inarrestabile, inizia uno show personale indescrivibile e l'inerzia della partita passa piano piano in mano ai Lakers.
A metà ultimo quarto, sull'ennesimo pari (a quota 88), le squadre sono stremate e le difese iniziano a stritolare in maniera realmente efficace gli attacchi. Lo scenario per fare la storia è pronto, la personalità ed il carisma per scrivere una pagina da leggenda non gli manca e Kobe Bryant fa esattamente quello per cui è pagato: vincere la partita. Il #24 ospite è un rebus irrisolvibile per gli avversari, segna gli ultimi 10 punti della sua squadra ma soprattutto cancella un Jamal Crawford che fino ad allora aveva fatto il bello ed il cattivo tempo. La firma la mette il Mamba, in gara 1 passano i Lakers che si prendono pure il fattore campo a favore!
Finisce 98-91 Lakers. MVP Kobe Bryant, 35 punti e 13 assist per lui. Bene Howard con 30+10 e Gasol con 18 punti; per Chicago non basta il 24+13 di Rose e i 27 del top scorer Crawford.


Game 2
Una partita per regalarsi un sogno: gara 2 vale quasi tutto per i Bulls e vale tantissimo per i Lakers. I primi non possono permettersi di andare sotto 0-2 nella serie, considerato il fattore campo già perso; i secondi hanno l'occasione per mettere l'ipoteca ad un titolo per il quale tanti sacrifici sono stati spesi. È gara 2, è sempre lo United Center di Chicago, è lo spettacolo delle NBA Finals!
Chicago è scottata da gara 1 e parte con il freno a mano tirato: difesa fortissima ma attacco un po' stagnante. I Lakers si rivolgono come al solito al loro principe catalano che si dimostra sin da subito superbo architetto offensivo: due assist al bacio, un per Artest e l'altro per Kobe, sono il preludio per una partita giocata con numeri da comprimario ma azioni da campione vero. I Lakers hanno un Nash in più nel motore rispetto a gara 1, sono più aggressivi e hanno la mente più lucida, rispetto a dei Bulls chiaramente più contratti e nervosi. I Lakers arrivano al massimo vantaggio di +8 con una schiacciata in contropiede di Bryant, ma incredibilmente questo avvenimento scatenerà i Bulls piuttosto che avvilirli: merito probabilmente delle parole di coach Thibodeau, Chicago in uscita dal time out è aggressiva e ritrova sé stessa, cosa che permette di piazzare un break che riporta la situazione in equilibrio. L'inerzia della partita cambia e i Lakers faticano non poco a contenere gli assalti dei Bulls. Chicago chiude il secondo quarto sul +6 e lo United Center è giustamente una bolgia infernale.
Il rientro dalla pausa non fa altro che confermare quanto visto finora. I Bulls ci credono e solo le grandi individualità permettono ai Lakers di non sprofondare. Sotto di 6 a metà terzo quarto, gli ospiti vacillano clamorosamente ed allora il bottone "Kobe" viene spinto: il Mamba si accende, dopo aver atteso sornione nei primi due quarti è carico a molla e l'inerzia della gara cambia nuovamente. Rose però non ci sta, gli risponde a tono e la sfida a distanza tra i due è a dir poco esaltante. Si assiste ad un botta e risposta continuo, ma il numero #1 dei Bulls non può giocare a ritmi forsennati per tutta la gara, considerato che deve sia attaccare che difendere con una certa efficacia. I Lakers invece hanno anche altre soluzioni oltre al #24 ma l'equilibrio non si spezza.
Per lo meno, fino agli ultimi minuti del quarto periodo. Ancora Kobe si prende il palcoscenico e lo fa assieme ad un compagno di mille battaglie, quel Pau Gasol da due anni ormai con le valige in mano: il pick and roll tra i due è sempre un'arma inarrestabile, il mezzo perfetto per piazzare le giocate che portano i Lakers a vincere anche gara 2. A nulla serviranno le magie nel finale di Crawford e Rose, i Lakers portano a casa gara 2 e mettono una seria ipoteca sulla vittoria finale.
Finisce 101-96 Lakers. MVP un silenzioso Dwight Howard: 30 punti e 13 rimbalzi per lui. Kobe è top scorer con 35 punti, ma prende pure 8 rimbalzi e smazza 6 assist. Signora partita per Nash, 21 punti e 13 assist, mentre Gasol fa 10 punti, 5 rimbalzi e 6 assist, ma anche una serie di intangibles che cambiano la gara. Eroico Rose: 31 punti e 15 assist, superbo Crawford, 25 punti e ottima prova di Noah da 15+15. L'impressione è sempre la stessa: i Lakers sono troppo profondi ed alla fine della fiera trovano sempre chi cambia la gara.

giovedì 6 dicembre 2012

2k13-Playoff 2013: Western Conference Finals; Lakers@Thunder; Game 3 & Game 4

Game 3
Il ritorno di Russell Westbrook come faro della speranza e la consapevolezza di una gara da vincere per non rischiare di diventare un'eterna incompiuta di Oklahoma City si scontrano contro la voglia matta di fare la storia dei Lakers. La Chesapeake Arena è un'enorme marea blu: per il Thunderdome e per i tifosi che lo riempiono è la partita dell'anno!
L'inizio dei Thunder è da fare atterrire un rinoceronte imbufalito. Durant, Martin e Westbrook hanno il coltello tra i denti e mettono subito le marce alte e i Lakers sono colti di sorpresa. +9 poi anche +13 e OKC ruggisce con l'obiettivo di spaventare gli avversari. Ma i Lakers ne hanno viste di cotte e di crude e iniziano una lenta ma inesorabile risalita. Kobe traccia la via, Howard e Nash tendono a seguirlo e Gasol si mette in fila per non lasciare tutto il divertimento agli altri. La partita è impressionante per intensità e qualità di gioco. Se da un lato i Lakers usano il fioretto, giocando una pallacanestro tecnica e ragionata, dall'altro lato i Thunder corrono come dei dannati, tengono ritmi altissimi e la mettono sul piano fisico dove non sono contenibili. Il risultato a metà partita di 49-53 per OKC indica che l'equilibrio in campo è riuscito a regnare sovrano e si prospetta un secondo tempo da urlo.
Il rientro non è certamente adatto ai deboli di cuore. Martin spara da tre come una MG42 in dotazione all'esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, ma Kobe investe su Pau Gasol ed il catalano tiene i Lakers in scia con giocate di alta scuola. I Lakers resistono all'impatto devastante dei Thunder che lentamente vedono svanire le proprie certezze. I ritmi forsennati tenuti si pagano alla lunga e OKC è costretta a scoprire il fianco per recuperare le forze: Bryant azzanna la preda e cambia l'inerzia della partita, con 8 punti in fila che portano i gialloviola sul +3 con poco meno di un quarto da giocare.
Durant però ha altri programmi e si carica la squadra sulle spalle. The Durantula è inarrestabile e produce punti ed assist in quantità industriale, ma l'equilibrio continua a non volersi spezzare. Si arriva con 48 secondi sul cronometro dell'ultimo quarto con i Lakers sul +1 ma palla in mano Thunder. Durant prende la palla dalla rimessa e sembra intenzionato ad andare fino in fondo. Artest lo aspetta due passi più avanti la linea dei tre punti, Durant palleggia e fa una finta per sbilanciare il #15 gialloviola che per tutta risposta allunga il braccio sinistro e sporca il pallone a KD35: è un'attimo, Durant è spiazzato, Artest si getta sul pallone e lo recupera clamorosamente, poi da terra serve Kobe che si invola  in contropiede uno contro tre. Il Mamba penetra nonostante l'inferiorità numerica, non si ferma e "segna, subisce il fallo e andrà in lunetta col libero SUPPLEMENTARE!" (cit.). È la giocata della partita, a fissare il risultato ci penseranno i liberi: in gara 3, passano i Lakers!
Finisce 108-105 Lakers. MVP Kobe Bryant: 27 punti e 9 rimbalzi per lui. 25 punti per Gasol, altra gran doppia doppia per Howard con 22 punti e 13 rimbalzi. Durant ne fa 31 (ma sanguinosa la sua persa nel finale), Westbrook ne aggiunge 18 con 12 assist e Martin ne fa 29: ancora insufficiente per battere i Lakers.


Game 3
"Not in our home" è il motto per i Thunder. Sotto 0-3 nella serie ad OKC servirebbero miracoli assortiti. Il primo si chiama vincere gara 4 ma per farlo bisogna battere questi Lakers quasi perfetti finora nei playoff. Los Angeles sente profumo di finale, schienare definitivamente i padroni di casa sarebbe il modo migliore per assaporarla direttamente.
L'inizio di gara è superlativo. OKC gioca a mente sgombra e si cala subito nella parte di "quella sporca dozzina", giocando una pallacanestro fisica, semplice ma comunque efficace. I Lakers corrono sempre meno degli avversari, ma mentalmente sono delle rocce di granito e non si scompongono di fronte a nulla. Nash incappa presto in problemi di falli ed allora gli ospiti mettono in mostra uno straordinario Kobe Bryant creatore di gioco. Il Mamba è uno spettacolo: segna, regala assist, difende con ferocia ed attacca con eleganza, relegando gli altri 9 giocatori in campo al ruolo di comparse. I Lakers si portano in vantaggio, ma non riescono a piazzare il colpo da K.O. perché Metta World Peace attenta all'incolumità dei ferri del Thunderdome sparando "bricks" in continuità. OKC è in partita, con Martin straordinaria punta di diamante di un attacco comunque efficiente seppur non spettacolare. I Thunder mettono la freccia sul finale di secondo periodo e all'intervallo lungo si arriva con i padroni di casa sul +8.
Ma a Catania si dice che "i cavaddi si virunu ri strada longa" (ovvero "i cavalli si notano sulle grandi distanze") e questi Lakers "cavalli di razza" lo sono sicuramente. I gialloviola rientrano, con Nash che si alterna al timone con Kobe e Gasol che inventa dal post, ma i Thunder non mollano e la situazione di equilibrio si ripresenta puntuale. La gara è piacevolissima, i padroni di casa sono pronti a tutto pur di non alzare bandiera bianca e gettano il cuore oltre l'ostacolo recuperando una quantità di rimbalzi offensivi realmente spropositata, cosa che genera inevitabilmente una caterva di "second chance points". La sequela di "botta e risposta"continua inesorabile e si prospetta un altro finale tirato.
Il quarto quarto è terreno di caccia per Durant, che prova a spezzare le reni alla resistenza lacustre, che però si affida ad un Nash perfetto dal campo e ad un Kobe Bryant stellare. I Lakers riescono a mettere la testa avanti e mettono in cascina quei punti che fanno saltare i nervi ai Thunder: dopo una buona circolazione, OKC ha la palla del -2 con 1:03 da giocare, ma Ibaka sbaglia il piazzato wide open dalla media (tiro ampiamente nelle sue corde) ed il rimbalzo gialloviola è pesantissimo. Kobe va dall'altro lato, vuole giocare con il cronometro ma la scelta dei Thunder è tanto condivisibile quanto azzardata perché arriva il raddoppio di Durant su Bryant, già marcato da Sefolosha. Il Mamba è lesto a servire Artest, lasciato solo per la tripla piedi per terra (dato il suo 0 su 5), Artest prende e spara e l'immagine di lui che si bacia i bicipiti ha già fatto il giro del mondo. Sono i classici chiodi sulla bara, è l'immagine dei Lakers CAMPIONI DELLA WESTERN CONFERENCE 2013!
Finisce 111-104 Lakers. MVP un Black Mamba che flirta con la tripla doppia: 26 punti ma anche 8 rimbalzi e 9 assist. Nash e Gasol ne fanno 20 a testa, DH12 ne sigla 23 con soli 7 rimbalzi, Ron Artest o Metta World Peace che dir si voglia fa 5 punti, uno più decisivo dell'altro, conditi da 11 rimbalzi. Soliti KD e Martin stellari, Westbrook paga parecchio rispetto a gara 3 la mancanza di ritmo partita, ma OKC viene spazzata da una durezza mentale dei Lakers realmente eccezionale. Per i Thunder si aprono ora i processi.

What about Bulls-76ers
Bynum culla a lungo il sogno di ritrovare la sua ex-squadra in finale, ma i Bulls sono troppo forti e giungono meritatamente alla finale, portando a casa la serie 4-1.
È la prima serie finale tra Bulls e Lakers dalla celeberrima serie del 1991, quella che sancì il vero passaggio di testimone da Magic e Bird a MJ. Ora Rose ci riproverà a farlo con Kobe, ma il Mamba non vede l'ora di alzare il sesto anello per raggiungere sua maestà Michael.

martedì 4 dicembre 2012

2k13-Playoff 2013: Western Conference Finals; Thunder@Lakers; Game 1 & Game 2

Game 1
Staples Center stracolmo, una città che si ferma, due squadre pronte a darsi battaglia. Thunder contro Lakers, la sfida per il predominio dell'ovest inizia oggi. OKC si presenta senza Westbrook, infortunato ma che recupererà sicuramente per gara 3, i Lakers hanno Earl Clark con qualche acciacco ma il peso specifico delle due assenze non è nemmeno comparabile: a Los Angeles lo sanno e sanno pure che l'occasione è troppo ghiotta per non coglierla e l'obiettivo 2-0 in contumacia a Westbrook è quasi obbligatorio.
Si comincia e i gialloviola sono subito aggressivi sia in attacco che in difesa ma i Thunder sono tutt'altro che facilmente impressionabili e restano attaccati alla gara. Durant e Kevin Martin mettono a ferro e fuoco la difesa dei padroni di casa e sembrano inarrestabili, ma le soluzioni offensive dei losangelini sono tantissime e difficilmente arginabili dagli ospiti. È soprattutto il match-up Nash-Maynor a fare la differenza, con il canadese che fa impazzire l'avversario producendo gioco a ripetizione. La partita resta comunque in equilibrio, con i Thunder che tendono ad alzare i ritmi in contropiede non appena ne hanno l'occasione e con i Lakers che ammazzano questi ritmi giocando sui 24 secondi ed impedendo agli avversari di stabilizzare la velocità. 
Dopo la pausa lunga il copione non cambia: i Thunder tirano con Martin o Durant in meno di 10 secondi e provano a correre, i Lakers rallentano sempre giocano sfruttando tutto il cronometro ma trovano canestri ad alta percentuale e piano piano questo andamento inizia a fare la differenza. I Thunder infatti con queste continue accelerate e frenate non riescono ad entrare in ritmo e l'assenza di una terza bocca da fuoco affidabile inizia a pesare sull'economia della gara. I Lakers colgono l'attimo e piazzano il parziale con Kobe e Dwight firme d'eccezione. Sembra finita, con i Thunder a -12 ad inizio quarto periodo, ma The Durantula non ci sta e si carica OKC sulle spalle, riportandola a contatto. La prestazione di KD35 è mostruosa, ma si schianta improvvisamente con il nuovo #15 dei Lakers: Metta World Peace lascia il posto a Ron Artest negli ultimi cinque minuti di gara e RonRon spezzerà in due la gara. Artest spegne per tre possessi consecutivi Durant e dall'altro lato mette due triple in back to back su assist di Nash e Gasol. È il colpo del K.O., i Lakers allungano in maniera definitiva e portano a casa la gara.
Finisce 97-112 Lakers. MVP un silenzioso Dwight Howard: 36 punti e 13 rimbalzi per lui. 20 punti per Kobe e Gasol, 10 punti e 14 assist per Nash, 2 punti World Peace e 6 Artest. Durant ne sigla 39, Martin 35, ma per il resto OKC fatica a trovare la via del canestro.

Game 2
OKC ha spaventato i Lakers ma alla fine è uscita sconfitta in gara 1. Ora deve vincere in gara 2 per evitare di trovarsi in una condizione scomodissima anche se il cartello "Aspettando Westbrook" è lì a ricordare che la serie è ancora lunga. I Lakers lo sanno: vincere per mettere pressione ai Thunder, come l'anno scorso ma a parti invertite.
La stanchezza inizia a farsi sentire in casa Lakers, con i gialloviola che non riescono ad impattare sin da subito con intensità e con i Thunder che quindi trovano meno difficoltà nel giocare. Durant è iperattivo ma il vero braccio armato di OKC si chiama Kevin Martin: la guardia ex-Houston attacca Kobe con continuità ed il 24, svogliatissimo in difesa, lo lascia andar via fin troppo facilmente. I Thunder colgono l'attimo e scappano via, arrivano al massimo vantaggio sul +9 quando Nash e Howard iniziano ad operare. Il canadese potrebbe mandare a canestro pure i sassi, Howard schiaccia di tutto ed a rimbalzo difensivo è un'aspirapolvere, ma a fare la differenza è l'impatto di Ebanks. Il #3 Lakers riesce ad arginare Durant, lo anticipa e non si fa battere in uno contro uno, ma è anche presente in attacco con canestri e assist.
La partita è accesissima, il rientro dalla pausa lunga è però traumatico per i Thunder che vengono portati a lezione di Spagnolo dal principe catalano. Gasol è sublime, spazza via i lunghi ignoranti dei Thunder con una sfilza di giocate d'alta scuola e cambia la partita. Kobe sente il profumo di sangue ed inizia ad operare e i Lakers scavano un solco che non diventa voragine solo perché Metta World Peace insiste nel litigare con i ferri dello Staples, sbagliando numerose triple wide open. I Thunder resistono, ma Durant gioca ad intermittenza ed il solo Kevin Martin riesce a non far affondare la barca, ma le sorti della sfida sembrano segnate. OKC però pesca il jolly e Lamb infila tre triple consecutive che cambiano l'inerzia. È il momento decisivo e ancora una volta i padroni di casa ne escono con autorità: Kobe e Nash si prendono responsabilità importanti, ma le giocate decisive le firmano Gasol e Ron Artest. I Lakers respingono l'ultimo assalto ospite, affondano il colpo da K.O. e portano a casa la gara.
Finisce 101-109 Lakers. MVP Pau Gasol: 25 punti e 6 rimbalzi per lui. 16 punti e 17 rimbalzi per Howard; per OKC effimeri 41 di Kevin Martin.

domenica 2 dicembre 2012

2k13-Playoff 2013: Western Conference Semi-Finals; Clippers@Lakers; Game 5

I Clippers sono appesi ad un filo, con un baratro profondo che si estende ai loro piedi e con i Lakers pronti a tagliare il suddetto filo. La speranza dei "cugini poveri" è tutta concentrata in Chris Paul, il quale ha finora steccato completamente la serie. I Lakers in barba alla scaramanzia hanno già prenotato il volo e l'hotel per Oklahoma City: saranno costretti a disdire?
L'inizio di partita è di marca gialloviola. Gasol fa capire subito che i Lakers non vogliono perdere tempo e mette in difficoltà la difesa avversaria. Bryant lo aiuta, fa il facilitatore in attacco ed è aggressivo in difesa, ma tutto ciò non basta ai Lakers per scappare: Billups e Griffin ci mettono la faccia e il cuore, lottano su ogni pallone e tengono i Clippers in linea di galleggiamento. I problemi per gli ospiti si palesano quando inizia il valzer delle sostituzioni. I Lakers trovano energia, entusiasmo e voglia dalla panchina; gli ospiti invece hanno una panchina dal voltaggio basso, timorosa e non pronta per giocare a certi livelli. I Lakers scappano, le coppie Howard-Nash e Gasol-Bryant incanalano la partita verso i padroni di casa e se ai Clippers manca pure l'apporto di Butler, protagonista della serie, la situazione per gli ospiti si fa nerissima. Lo Staples "ricco" già pregusta i tacos, ma Paul si accende improvvisamente e i Clippers si rifanno sotto.
La ripresa delle ostilità vede entrambe le squadre piuttosto imprecise, anche se i Lakers hanno chiaramente qualcosa in più. Gasol si riaccende e i padroni di casa ricominciano il loro percorso, mentre Paul è nuovamente abulico e con lui tutto l'attacco dei Clippers. I padroni di casa colgono l'attimo, alzano l'intensità a livelli insostenibili per gli avversari e piazzano lo strappo decisivo con un parziale tremendo di 20-3. Gli ospiti sono smarriti, senza una guida in campo o in panchina (Del Nero è realmente impresentabile nei playoff) ed atterriti da uno Staples troppo glamour ed abituato a vincere per i loro standard. La partita finisce sostanzialmente anzitempo, con i Lakers che gestiscono l'ultimo quarto di garbage time, entrandovi con un rassicurante +30 come massimo vantaggio.
Finisce 85-102 Lakers. MVP Pau Gasol, 25 punti+5 rimbalzi+2 assist+2 stoppate per lui. Howard 17+13 rimbalzi, Nash 17+12 assist, Bryant solo 15+9 assist e 8 rimbalzi. Per i Clippers, onore al merito solo a Billups, 25 a fine gara per lui.
I Lakers chiudono la serie 4-1.


Le altre
Ad ovest, tutto facile per i Thunder, che infliggono un secco 4-1 ai T-Wolves e si preparano al meglio per le finali di conference.
Strepitosi i Bulls, 4-1 agli Heat e tutti a casa. Pesa evidentemente come un macigno l'assenza di Wade agli, ormai ex, campioni in carica. Anche i 76ers piazzano il loro 4-1 ad Indiana e firmano la loro prima apparizione alle finali di conference dai tempi di Allen Iverson.