"Are the Lakers a Championship team?". È la domanda del momento nel SIM14-World: se lo chiedono i tifosi, speranzosi nei confronti di una squadra che da troppo tempo non sta regalando loro soddisfazioni; se lo chiedono gli avversari ad ovest, sorpresi da un ritmo in regular season da squadra in missione; se lo chiedono ad est, perché sanno che chi vince l'ovest tendenzialmente è una seria candidata al titolo; ce lo chiediamo noi stessi, consapevoli del fatto che il primo posto a gennaio non vale nulla se non il presentarsi ricorrente di questa domanda.
Ma la domanda non cade dal cielo, non è figlia di qualche riflessione da parte di un filosofo a caso scelto tra gli appassionati; è la sublimazione del prestigiosissimo nulla conquistato finora! Si, perché siamo ancora "primissimi", ma il 2k-mese di marzo è appena iniziato ed è qui che si metteranno i puntini sulle "i" in vista del gran ballo iniziale.
Prima di entrare nel nuovo 2k-mese, però, c'è da completare un trittico di gare allo Staples che si concluderà con uno splendido back2back a Portland. Regoliamo allora Memphis in casa (Kobe in versione "Magic Mamba" con 10 assist) per poi cadere contro Houston grazie ad una grandissima gara da ex da parte di DH12, dominante in tutto e per tutto contro la nostra frontline. Abbiamo una giornata di riposo per poi organizzare il già citato back2back: Jazz allo Staples, Portland al Rose Garden. È uno di quei passaggi della stagione che servono ad alimentare le domande, ma anche a candidarsi per un posto tra i pretendenti e mettere anche fiducia nella testa. Passiamo a pieni voti il test, perché dopo l'All Star Weekend Kobe non fa prigionieri: il Mamba sta giocando a livelli celestiali, incastonato in un sistema che cerca di fargli spendere il meno possibile difensivamente e che lo possa lasciare esplodere per brevi ma intensissimi periodi offensivamente. La "magia" sta funzionando e paga ottimi dividendi, anche se è impossibile non citare l'apporto di un Cameron che ha comunque un dominio totale sulla squadra.
La doppia W in back2back, come detto, è un'iniezione di fiducia non indifferente, tant'è che "investiamo" nel matinée domenicale, sempre allo Staples, Dallas: squadra che attraversa una fase di transizione ma sempre difficile da affrontare. È ancora Bryant il mattatore dell'incontro, tanto per ribadire uno stato di forma spaventoso per il serpente più velenoso del basket; quando allora a Charlotte (mio vecchio teatro in una 2k-avventura non troppo lontana) MKG riesce ad inceppare il meccanismo perfetto che sembrava essere diventato Bryant e la sua gestione, il risultato di 80-92 con cui perdiamo non stupisce poi neanche tanto. Neanche a farlo apposta, tra l'altro, la sconfitta con i Bobcats coincide con la nostra prima partita di marzo, segno del destino non indifferente per uno come me, che noto con particolare attenzione queste cose. A smentire le mie supposizioni (oppure a rassicurare l'ambiente, se mai ce ne fosse bisogno ed in base a come si guarda la cosa) ci pensiamo noi stessi, allo Staples contro i Warriors. È una grande partita, nella quale mostriamo tanta qualità ma anche una spiccata capacità di resistere all'allungo avversario e di sovvertire una partita messa male. Plumlee ed Exum sono i protagonisti inattesi, fondamentali nel dare una mano al solito Kobe ed all'indomito Cameron.
Ancora primi ad ovest, con OKC che ci tallona ad una sconfitta di distanza e in "Via Roma": non è il momento di dimostrare di essere una squadra da titolo, è il momento di diventare grandi e di farsi fare certe domande!
Ancora primi ad ovest, con OKC che ci tallona ad una sconfitta di distanza e in "Via Roma": non è il momento di dimostrare di essere una squadra da titolo, è il momento di diventare grandi e di farsi fare certe domande!