lunedì 29 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: Eastern Conference Finals; Knicks@Bobcats; Game 5

Dopo aver evitato il cappotto in gara 4 con una sorprendente (visto l'andamento della serie) e sofferta vittoria, i Knicks sono chiamati all'impresa, ovvero vincere alla Time Warner Cable Arena ancora inespugnata in questi playoff e forzare una gara 6 che avrebbe dell'incredibile. Dall'altro lato, i Bobcats hanno il desiderio di sistemare le cose, dimostrare che gara 4 è stato il classico incidente di percorso ed hanno la necessità di chiudere la serie. Secondo match point per Charlotte: si scriverà la storia?
Charlotte prova sin da subito a fare la voce grossa per mettere pressione agli ospiti, ma New York gioca senza pensieri, risponde colpo su colpo e riesce a mantenersi a contatto. I padroni di casa si innervosiscono, vogliono chiudere in fretta i conti e si fanno prendere dalla frenesia, consentendo ai Knicks un clamoroso allungo. Il secondo prematuro fallo di Westbrook rischia di far saltare il banco, perché New York si issa sul +12 e servono un paio di canestri importanti di Pekovic e Kidd-Gilchrist ai padroni di casa per non sprofondare definitivamente. Il rientro di Agent 7 è però un toccasana per Charlotte che riesce a risalire proprio per merito del prodotto di UCLA e del clamoroso impatto dalla panchina di Reggie Williams. La coppia che non ti aspetti guida la rimonta dei padroni di casa, con New York che si incarta un po' e permette l'impensabile -4 alla sirena della pausa lunga.
Il rientro dei Bobcats è roboante ed il pari è presto servito, ma presto i padroni di casa proveranno anche l'allungo, affondando il +8. La Time Warner si aspetta il crollo di New York da un momento all'altro, invece Anthony si mette in proprio e guida la riscossa degli ospiti, che si concretizza sulla nuova parità a meno di 3 minuti dall'ultima pausa. Charlotte è incredula ma non demorde e prova nuovamente a spingere sul pedale dell'acceleratore, questa volta con Biyombo protagonista offensivo (playoff da mille e una notte per il congolese), ma gli sforzi dei padroni di casa si infrangono tutti contro la barriera dei Knicks indomiti, orgogliosi e disposti a lottare strenuamente fino alla fine. I Bobcats però sono pieni di risorse e per decisione e voglia di lottare non temono nessuno: Pekovic si prende delle responsabilità importanti, poi è costretto a lasciare il palcoscenico a Westbrook, pronto a prendersi le luci della ribalta con il solito finale. Il #7 dei padroni di casa è eccezionale, guida i suoi sul +8 con un paio di giocate da grande campione e mette New York sull'orlo del baratro. I Knicks però rientrano, grazie ad una tripla clamorosa di Shumpert e due magie di Anthony e l'ultimo minuto è giocato sul possesso di vantaggio. Ancora Westbrook si prende la responsabilità, ancora la retina che si muove, poi la difesa dei padroni di casa spegne l'attacco ospite ed infine la tripla di Leonard su assist sempre del #7 manda i titoli di coda su partita e serie! Onore al merito ai Knicks che hanno lottato fino alla fine e non si sono dati mai per vinti, ma in gara 5 passano i Bobcats, che vincono la serie e per la prima volta nella loro storia sono Campioni della Eastern Conferece!!!!!
Finisce 101-109 Bobcats. MVP un mostruoso Russell Westbrook da 20 punti, 11 assist, 6 rimbalzi e 4 stoppate. 21+5 rimbalzi per Pekovic, 11 punti e 13 assist per Walker, sorprendente Reggie Williams con 16 punti. Per New York, 27 per Anthony e 18 per Shumpert. Hanno lottato i Knicks, ma era evidente la differente caratura tecnica e psicologica di Charlotte.

What about Thunder-Warriors
Recuperati al 100% Paul ed Ibaka, per i Thunder è un gioco da ragazzi sbarazzarsi dei Warriors. Serie strana comunque: Golden State vince gara 1 ad OKC per poi perderne quattro in fila.
Le Finals saranno allora la sfida tanto attesa tra Thunder e Bobcats. La blockbuster trade della scorsa 2k-estate è il tema della finale, Westbrook contro il suo passato, CP3 contro quello che avrebbe potuto essere il suo presente, Durant contro il rischio di diventare un perdente di successo: gli ingredienti per una serie alquanto pirotecnica ci sono tutti!

sabato 27 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: Eastern Conference Finals; Bobcats@Knicks; Game 3 & Game 4

Game 3

Solo i Bobcats possono fermare i Bobcats. Questo è quanto è emerso dalle prime due gare della serie. New York è in spaventosa difficoltà, non riesce ad intaccare le convinzioni psicologiche di una squadra che sembra essere costruita con il ferro della Ruhr ma ora il teatro cambia ed al Madison Square Garden i Knicks vogliono rispondere. Charlotte ha però l'occasione di scrivere la storia, è convinta, decisa e pronta a prendersi la finale. Ci saranno i fuochi d'artificio.
L'inizio dei Bobcats è territoriale. Chi si aspetta dei Knicks arrembanti è deluso perché la formazione ospite esce dai blocchi a tutto gas, mostrando la solita difesa fortissima ma anche una serie di nuove soluzioni offensive che fanno saltare il piano dei padroni di casa. Pekovic, mattatore finora dei playoff delle linci, non è infatti precisissimo e soffre la fisicità di Chandler, ma Charlotte si rivolge a Kidd-Gilchrist, Walker e Leonard e trova importanti risposte. I prematuri falli sia di Pekovic che di Biyombo, costringono i Bobcats a sperimentare Myers Leonard, che risponde incredibilmente presente e che non fa altro che alimentare un gioco corale che mette realmente in difficoltà i padroni di casa. New York trema, è in piedi solo grazie alla grande prestazione su entrambi i lati del campo di Shumpert, e non finisce gambe all'aria solo perché l'impatto della panchina di Charlotte è sì buono ma non ai livelli eccelsi che solitamente ha mostrato. Alla pausa lunga si arriva con i Bobcats sopra di 11, 56-45 il punteggio, ma più che il divario è il linguaggio del corpo a far preoccupare i tifosi dei Knicks.
Al rientro dagli spogliatoi però New York ha un sussulto. Melo e Stat alzano la voce in attacco, Chandler inizia a tappare tutte le falle in difesa e i Knicks avviano una lenta ma inesorabile rimonta. La partita si accende per davvero, anche perché i Bobcats sono indomiti e non ci stanno a subire il ritorno degli avversari, ma il ritmo dei padroni di casa è eccezionale ed incredibilmente New York riesce ad impattare prima ed a passare in vantaggio poi! Il Madison è caldissimo, i Knicks volano sino al +8 con 10 minuti circa da giocare nel quarto periodo, quando Alp89 chiama un time-out che si rivelerà decisivo per le sorti del match. Non è dato sapere cosa si siano detti gli ospiti in quel minuto, fatto sta che Charlotte ritrova il bandolo della matassa, ricompone le sue certezze e risponde a New York con un contro-parziale terrificante di 18-2 che riporta i padroni di casa sul +10. I Knicks non mollano la presa, Melo segna due canestri pazzeschi in "uno contro tutti" ma Westbrook è chirurgico nel rispondergli colpo su colpo. "Too little, too late" dicono in USA, Westbrook completa l'opera dalla lunetta e gara tre nei titoli di coda scrive "vittoria Bobcats".
Finisce 114-106 Charlotte. MVP indiscusso Russell Westbrook, 24+4 rimbalzi e 6 assist, ma Charlotte sigla una prestazione corale straordinaria mandando 7 giocatori in doppia cifra e due alla soglia di essa. New York piange nonostante la prestazione eccezionale di Shumpert, 19, il solito Melo, 25, ed uno Stoudemire da 21+11: per i Knicks ora la situazione è letteralmente disperata!


Game 4

Stare sotto 3-0 nella serie è solitamente una sentenza di morte sportiva in NBA. New York è spacciata, dicono tutti, destinata a prendersi un sonoro cappotto che potrebbe far saltare parecchie teste nella franchigia, ma la sfida non è ancora finita. Charlotte lo sa, non vuole alimentare false speranze negli avversari ed è decisa a concludere la serie ora. Si scriverà la storia?
Chi si aspetta dei Knicks dimessi e dei Bobcats sul velluto resta assolutamente spiazzato. New York è aggressiva su entrambi i lati del campo, gioca senza pensieri e mette in difficoltà con una ritrovata fisicità ed intensità gli avversari. I Bobcats non ci stanno, ma sono incredibilmente imprecisi in attacco, segnano pochissimo ed in difesa sono meno efficaci del solito. Scatta "l'allarme Westbrook" in casa ospite, con Agent 7 che prova a tenere a galla i suoi, ma contro i Knicks oggi non sembra esserci partita. New York segna a ripetizione e vola sul +16, ma Charlotte è tutto fuorché una squadra arrendevole e prova insistentemente la risalita. Gli ospiti fanno uno sforzo non indifferente e chiudono a -9 il secondo quarto, risultato dal sapore di impresa vista la serata di New York.
Al rientro dalla pausa lunga Charlotte ha un sussulto e si porta a -4, ma i Knicks rispondono e tornano ad allargare la forbice. Prima +8, poi +15, infine +21 quando sul cronometro mancano due minuti circa alla fine del terzo quarto. Una disfatta incredibile ed imprevedibile si prospetta all'orizzonte per i Bobcats, ma il punto più basso è sempre il trampolino migliore per risalire: vista la pessima prestazione di Walker, i Bobcats vanno con Henderson nel quintetto titolare, si rimboccano le maniche ed iniziano una lenta risalita. Westbrook è il faro offensivo della squadra, Pekovic ritrova continuità offensiva, Leonard e Kidd-Gilchrist iniziano ad incidere ed improvvisamente la partita cambia. Charlotte difende fortissimo, diventa impermeabile e trova un sacco di palle recuperate, l'inerzia cambia e quando Henderson spara la tripla del -3 (95-98) con poco più di due minuti da giocare, il Madison diventa congelato. Melo lo rianima, ma poi due sequenze difensive incredibili dei Bobcats generano l'impensabile sorpasso, con gli ospiti con il possesso di vantaggio con circa 26 secondi sul cronometro. I Knicks vogliono l'ultimo tiro per Melo, arriva il raddoppio, il #7 dei padroni di casa sceglie l'assist per Chandler che tutto solo firma il 105-106 con 6 secondi sul cronometro. Time-out Bobcats e rimessa a metà campo; Westbrook riceve, l'idea è di passare su due blocchi (MKG e Pekovic) ma la difesa di New York riesce ad aiutare bene, Agent 7 forza con l'uomo addosso il fadeaway da 6 metri, ferro-tabellone-ferro...FUORI!!!! Esplode il Madison Square Garden, il primo match point per Bobcats è stato annullato!
Finisce 105-106 Knicks. MVP Tyson Chandler 19 punti, 12 rimbalzi e 4 stoppate. Felton (9 su 9 dal campo) è l'MVP morale, Melo con le sue giocate da campione è l'MVP romantico. Per gli ospiti, Westbrook è furioso per l'errore, nonostante una prova da 26+11 assist. Bene Pekovic (anche se è stato surclassato a rimbalzo), MKG (partita totale la sua 8 punti, 6 assist, 7 rimbalzi, 4 recuperi e 3 stoppate) e Leonard. La serie però ritorna a Charlotte, chissà se questa sconfitta è stata solo un incidente di percorso oppure quel meccanismo perfetto che sono i Bobcats si è inceppato sul serio...

martedì 23 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: Eastern Conferece Finals; Knicks@Bobcats; Game 1 & Game 2

Game 1

Davide contro Golia si diceva ad inizio stagione, solo che in questo caso il piccolo Davide ha i favori del pronostico, grazie ad un cammino esaltante e quasi privo di intoppi. Il gigante però non ci sta a fare brutta figura, non è venuto a casa di Davide per farsi prendere a pesci in faccia, anzi ha tutta la voglia di prendersi definitivamente le luci della ribalta. Signore e signori, ecco a voi le Finali di Conference!
L'inizio è ad altissimo voltaggio. I Knicks non vogliono mostrare il fianco ed alzano subito il ritmo, tengono alta l'intensità e mettono in difficoltà i padroni di casa. Gli ospiti allungano, vanno subito sul +10, ma i padroni di casa ostentano sicurezza e non si scompongono più di tanto. Il livello di maturità tecnica e psicologica raggiunto da Charlotte è indescrivibile ed infatti la rimonta è presto servita a cavallo tra primo e secondo quarto, ma il problema per i Knicks è che la rimonta non si ferma e diventa un parziale clamoroso di 20-3 che fa tremare le certezze degli ospiti. Servono un paio di canestri di Anthony per risvegliare New York dal torpore, ma la spinta dei padroni di casa non si ferma e con l'impatto di Fredette dalla panca i Bobcats arrivano all'intervallo lungo sul +12.
La pausa porta consiglio ai newyorchesi che aprono il terzo quarto con un mini-parziale di 8-2 che li porta in scia, ma questo parziale funge da miccia per i padroni di casa. Guidati dai soliti Pekovic e Westbrook, con Walker a fare loro da scudiero, i Bobcats alzano il livello e "terremotano" i Knicks sul -20 con un terzo quarto a dir poco clamoroso. New York non ci capisce niente, viene stritolata da una difesa assolutamente perfetta e concede una caterva di punti in contropiede, frutto soprattutto delle palla perse e di una transizione difensiva non impeccabile, trovandosi come detto sul fondo del baratro. La Time Warner Cable Arena è in visibilio ed abbassa la guardia in vista dell'ultimo quarto e lo stesso errore lo compie Charlotte, ormai sicura di aver firmato la vittoria. New York invece non ha ancora accettato la sconfitta, si rimbocca le maniche e rosicchia piano piano il vantaggio dei padroni di casa, rientrando lentamente ma inesorabilmente. I Knicks risalgono, rientrano e quasi impattano se non fosse per un Westbrook chirurgico nell'intervenire mettendosi in proprio esattamente nel momento più delicato del match. Il #7 dei padroni di casa mantiene praticamente da solo i suoi a galla offensivamente mentre in difesa, dopo un paio di passaggi a vuoto, Charlotte riuscirà a stringere due viti riuscendo così a mantenere il vantaggio accumulato durante il match.
Finisce 105-110 Bobcats. MVP Westbrook, 28 punti e 6 assist per lui. Bene Pekovic con 20+11 e Walker, redivivo con 18 punti e 9 assist. Per New York, Melo 22 ma fa troppa fatica, Stat e Felton ne aggiungono 16 a testa, ma i Knicks pagano il parziale terrificante subito a metà partita.


Game 2

Golia è andato al tappeto la prima volta, ma è pronto a rialzarsi. Non ci sta, non vuole essere vittima di un Davide mai così piccolo ma contemporaneamente ostacolo insormontabile per chiunque. Davide lo sa che Golia tenterà il tutto per tutto, per questo è pronto come non mai a combattere e deciso a ripetere la prestazione della sfida precedente. È una lotta biblica, è una sfida infinita, è gara 2 delle Finali di Conferece!
Si comincia e New York parte un'altra volta forte. È soprattutto Shumpert a tracciare la via in attacco mentre la strana confusione offensiva dei padroni di casa agevola il compito difensivo dei Knicks. Charlotte è confusionaria, frenetica e poco lucida in attacco e cade rapidamente a -12 sotto i colpi precisi di Anthony e del già citato Shumpert. New York ci crede, ma non riesce a dare uno strappo ulteriore perché i padroni di casa alzano il livello difensivo e iniziano la loro opera di erosione del vantaggio ospite. Pekovic è il solito faro offensivo e questa volta trova da Leonard un prezioso aiuto offensivo che permette ai Bobcats di risalire tanto lentamente quanto inesorabilmente. L'ex-Spurs gioca una grande partita su entrambi i lati del campo e sopperisce al mancato impatto della panchina dei padroni di casa, stranamente avulsa dal gioco o comunque poco efficace. La difesa di Charlotte fa la differenza, produce la solita grande quantità di palle recuperate e permette ai padroni di casa di arrivare alla pausa lunga sul -2.
I Bobcats sono soliti però rientrare male dagli spogliatoi e la TWC Arena teme un'imbarcata difficile da digerire. Non sbaglia, solo che a subire l'imbarcata sono i Knicks. Charlotte infatti non abbassa il suo livello difensivo, anzi lo alza ulteriormente, ma ritrova puntualità, ordine e precisione in attacco (la sveglia suonata da coach Alp89 negli spogliatoi ha fatto effetto), piazzando con furia un parziale che li scaraventa sul +11. New York è atterrita, sorpresa e soggiogata da una superiorità degli avversari a dir poco disarmante, e crolla psicologicamente prima ancora che tecnicamente. Il -12 si trasforma presto in -24 e i tentativi di fermare l'emorragia sembrano tutti inutili. I padroni di casa però questa volta non fanno l'errore di tirare i remi in barca e, nonostante un fisiologico calo, restano comunque concentrati e attenti e non concedono praticamente nulla agli ospiti. New York prova a rientrare, ma il massimo che riesce a costruire è un -9 che Westbrook, con un fallo e canestro in entrata con annesso sesto fallo di Stoudemire, sistema in un battibaleno. Insomma, l'ultimo minuto è garbage time e la serie si sposta a New York su un emblematico 2-0.
Finisce 107-121 Bobcats. Ancora Westbrook è l'MVP, 24 punti, 9 assist, 4 rubate, 4 rimbalzi e 1 stoppata. Top scorer Pekovic, 28, si rivela in attacco Leonard con 15. Per i Knicks Anthony ne sigla 25, 18 per Shumpert e 20 per Stoudemire, ma attualmente i Bobcats sembrano giocare un altro sport.

sabato 20 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: Eastern Conference Semi-Finals; Heat@Bobcats; Game 5

"There is no tomorrow!" ripete LeBron James ai compagni nel rituale discorso pre-partita. È una gara senza domani per gli Heat, elimination game per eccellenza, contro dei Bobcats per ora imbattuti nei playoff in casa, contro tutto il mondo che vuole vedere terminata la loro egemonia, contro la storia perché solo otto squadre sono riuscite a ribaltare una serie dal 3-1. Dall'altro lato, come detto, degli indemoniati Bobcats, sull'orlo di un'impresa straordinaria e pronti a candidarsi per il titolo. Ma ora si inizia a fare sentire la pressione e Robert Horry si chiederebbe se i Bobcats sotto pressione "spaccheranno i tubi" o "faranno nascere dei diamanti".
L'inizio di gara è intensissimo. Gli Heat ostentano il loro orgoglio da campioni in carica e mostrano di non avere alcun timore sul tema "sconfitta" mentre i Bobcats sembrano essere notevolmente più attendisti e disposti ad aspettare prima di scatenare la loro furia. I padroni di casa in attacco sono Pekovic-dipendenti, anche perché Nikola si prende letteralmente gioco di Bosh, mandandolo a farfalle ripetutamente. LeBron però non ci sta, è aggressivo come al solito e trova la collaborazione del "Birdman" e del solito Wade, ma ciò non basta agli Heat per scappare via in quanto i Bobcats trovano sempre soluzioni alternative. La partita dei padroni di casa è stranissima. A parte il solito contributo di Pekovic, Charlotte non vede confermata nessuna delle sue certezze: Westbrook è in versione facilitatore, Walker è ondivago al tiro, Williams e Henderson sono imprecisi e confusionari, Kidd-Gilchrist e Leonard sono troppo impegnati nell'andare d'appresso a LeBron e così l'alternativa offensiva al centro montenegrino è il suo sostituto congolese, quel Biyombo che sta giocando dei playoff a dir poco clamorosi (oltre 12 punti di media, 6 in regular season). La partita scorre via quindi sui binari dell'equilibrio ed infatti si arriva all'intervallo lungo con Miami avanti di 1 misero punticino.
All'uscita dalla pausa lunga, Charlotte si incarta non poco, perde lucidità offensiva e Miami ne approfitta per piazzare un parziale che porta gli Heat sul +6 prima e poi sul +9. La Time Warner Cable Arena trema, ma non affonda grazie alla solita fermezza mentale dei suoi beniamini, che ritrovano la verve da scorer di Westbrook e solidità offensiva in breve tempo. Agent 7 inizia il solito duello a distanza con James, fatto di giocate di alta scuola e frecciate psicologiche non indifferenti, ma questa lotta a distanza non permette a nessuna delle due squadre di prendere il sopravvento ed alla sirena di fine terzo quarto si arriva in parità a quota 77. Come al solito, un paio di canestri di Fredette aprono il quarto periodo, ma Wade risponde a tono e la partita continua nel suo equilibrio. Si assiste a qualcosa di realmente impressionante, perché le due squadre continuano a rispondersi costantemente, senza che nessuna delle due riesca a prendere il sopravvento sull'altra. Miami però è evidentemente a corto di fiato e servono un paio di magie di LeBron per rimanere aggrappati a dei Bobcats che sembrano pronti ad accelerare. Ed infatti, quando rientra il quintetto al completo, i padroni di casa a meno di cinque minuti dal termine accelerano: Walker spara una tripla su assist di Westbrook e poi mette un jumper in contropiede che regala il +5 a Charlotte, ma i Bobcats sprecano ripetutamente l'occasione per il +7 (tre possessi offensivi consecutivi) e James impatta nuovamente: pari a quota 95 con poco più di un minuto da giocare. Westbrook va fino in fondo, poi una sequenza difensiva clamorosa permette a Charlotte di mantenere il +2. È la chiave di volta, Westbrook viene mandato in lunetta (non un fallo sistematico, azione di gioco) e fa 2 su 2, poi i Bobcats impediranno nuovamente la realizzazione agli ospiti e a quel punto inizia la processione di Westbrook sulla linea della carità: l'ex-UCLA sigla un perfetto 6 su 6, che significa fine dei giochi per Miami. Il treno del threepeat per Miami arriva al capolinea, Charlotte si prende partita, serie e scalpo dei campioni in carica!
Finisce 100-105 Bobcats. MVP Nikola Pekovic con 26 punti e 6 rimbalzi. 23 per Westbrook, 6 per Kidd-Gilchrist con 11 rimbalzi. Per Miami, James è l'ultimo ad arrendersi con 37 punti, Wade è l'unico che prova a dargli una mano seriamente aggiungendone 23, per il resto, ai campioni è mancata la fame e la voglia di lottare per provare a scrivere una pagina indelebile della storia della lega!

Le altre
Splendida la serie tra Pistons e Knicks: Detroit si porta sul 3-2, poi New York impatta in gara 6 e vince la serie in una drammatica gara 7 al Palace of Auburn Hills.
Ad ovest, 4-1 facile dei Warriors ai danni di Dirk e compagni. Più problemi per i Thunder, che pagano un paio di infortuni di troppo ma hanno comunque la meglio sui T-Wolves per 4-2.

mercoledì 17 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: Eastern Conference Semi-Finals; Bobcats@Heat; Game 3 & Game 4

Game 3

I campioni in carica sono con le spalle al muro. Sotto 2-0 nella serie, devono fornire una grande risposta per far tremare le certezze di Charlotte. Dal canto loro, i Bobcats sono in piena estasi da "vivere il sogno" ed attualmente sembrano volare. Devono però stare molto attenti: se le loro ali sono fatte di cera, volando troppo alto e vicino al sole le potrebbero fare sciogliere e ciò li farebbe precipitare. Si ispireranno a Dedalo o ad Icaro?
L'inizio degli Heat è il classico inizio "territoriale". Aggressività e fisicità su entrambi i lati del campo non mancano, l'idea di mettere alle strette i Bobcats è evidente ma gli ospiti non perdono il controllo e riescono a rispondere alla grandissima.  Wade è impressionante, Bosh sembra finalmente in partita e la panchina di Miami inizia a dare il suo contributo e così i padroni di casa si portano sul +8 molto rapidamente. Westbrook è impreciso, ma il solito Pekovic e l'impatto importante della panchina degli ospiti fa il resto, cosicché i Bobcats a fine primo quarto impattano. Miami non molla la presa e prova ad alzare nuovamente il ritmo, ma ancora una volta la resistenza degli ospiti è strenua ed efficace, con Westbrook efficace protagonista e presenza importantissima di questo scorcio di gara. Quando arriva il solito momento di Fredette, ovvero gli ultimi minuti del secondo quarto, ci si aspetta un allungo da parte degli ospiti, ma Jimmer non riesce a portare il solito contributo alla causa e con un paio di magie di LeBron gli Heat si trovano sul +5 all'intervallo lungo.
L'American Airlines Arena vuole di più e gli Heat l'accontentano ad inizio terzo quarto, con un parziale di 9-0 che li proietta su un inaspettato +14. Scatta l'allarme in casa Bobcats ed allora, per la serie "Un uomo solo al comando", Westbrook decide che è arrivato il momento di cambiare passo. "Agent 7" è una forza della natura, segna e produce assist a ripetizione e la rimonta degli ospiti è tanto esaltante quanto roboante. Miami le prova tutte per opporsi alla straordinaria verve degli ospiti, ma il contro-parziale di 21-5 è servito e Miami si trova inspiegabilmente sul -2 quando suona la sirena dell'ultimo intervallo. "Don't ever underestimate the heart of a champion" diceva Rudy Tomjanovic, ed infatti il cuore dei campioni li porta all'ennesima risposta di questa esaltante partita. Miami vola sul +5, ma i Bobcats non permettono ai padroni di casa di andare oltre, rimanendo aggrappati con le unghie e con i denti alla partita. Charlotte è da applausi, ritorna per l'ennesima volta guidata da uno straordinario Westbrook, che prima regala il possesso di vantaggio ai suoi e poi serve a Leonard la tripla del +4 con 43 secondi da giocare. È l'ultimo acuto: LeBron, in uscita dal time out, penetra, sale in cielo, schiaccia e si prende il fallo per il 2+1. Pekovic rimette, serve Walker, che fa "il peggior passaggio del mondo" verso Westbrook, Wade intuisce, sporca il pallone che rocambolescamente finisce dalle parti di James, rapidissimo a recuperare e ad involarsi per la schiacciata in solitaria. +1 Miami, 28 secondi da giocare. Time out Bobcats, iso per Westbrook, scorrono i secondi, -9, -8, Westbrook parte, -7, -6, passa sui blocchi ma non può andare fino in fondo, -5, -4, palleggio-arresto-e-tiro, ferro, tabellone, ferro, fuori! Rimbalzo Miami, non c'è neanche il tempo di fare fallo per i Bobcats! È finita, Miami vince gara 3 e riapre la serie!
Finisce 96-97 Miami. LeBron James è l'MVP da applaudire a tutto spiano: 40 punti, 9 rimbalzi e 8 assist. Wade con 31 gli va dappresso. L'inconsolabile Westbrook si ferma a quota 33 con 8 assist. 21+10 per Pekovic, ma i Bobcats pagano comunque l'inesperienza di molti effettivi ad alti livelli


Game 4

Pat Riley ci ha insegnato che una serie non inizia finché non c'è una vittoria in trasferta: i tifosi di Miami si augurano di rimandare l'inizio della serie allora e sono fiduciosi che i loro beniamini faranno di tutto per accontentarli. Dall'altro lato, Charlotte sa di essere sul treno dei sogni: vincere gara 4 significherebbe alimentare la locomotiva, perderla significherebbe che le fiamme si sono propagate per la sala macchine!
Miami non parte forte, decolla! James inizia con tre schiacciate a difesa schierata e poi regala il passaggio\alley-oop per Wade, che ringrazia con la quarta schiacciata consecutiva. Bosh è aggressivo come non mai in difesa, ringhia letteralmente su Pekovic e riesce nell'impresa di mandarlo un po' fuori ritmo, Charlotte va subito in difficoltà ed allora deve rivolgersi prematuramente a Westbrook che risponde, come al solito, presente. Dopo l'errore di gara 3, Agent 7 ritiene di avere qualcosa da farsi perdonare e si carica letteralmente sulle spalle i suoi, mantenendoli in scia degli esuberanti Heat. La resistenza dei Bobcats è da applausi, il loro gioco offensivo è spesso semplice ma efficacissimo (tante le triple piedi per terra create) e la rimonta si manifesta inesorabile. Quando arriva anche il contributo offensivo di Kidd-Gilchrist, finora impegnato in altri compiti nella serie, la parità a quota 45 è servita e poi l'allungo viene completato dal solito Fredette, che scrive il +6 all'intervallo sul 56-50.
Mai fare i conti senza l'oste, ed in questo caso l'oste in realtà sono gli osti e vestono una maglia numero 6 ed una maglia numero 3, sono forti per davvero e da soli ribaltano nuovamente l'inerzia del match. La partita è bellissima, non c'è un attimo di tregua e le due squadre si rispondono colpo su colpo senza soluzione di continuità. I Bobcats perdono un po' di precisione dalla lunga (o gli Heat difendono meglio sulle triple, dipende dai punti di vista) e con essa un po' di terreno ma lo strappo non si manifesta mai in maniera violenta o traumatica. I ritmi tenuti da Miami però sono forsennati ed alla lunga i padroni di casa iniziano ad andare in debito d'ossigeno. Charlotte capisce che è il momento di osare ed impatta per l'ennesima volta la partita a circa cinque minuti dal termine sull'86 pari. LeBron non vuole abdicare e fa due entrate delle sue, ma Westbrook gli risponde in entrambi i casi, rispedendo al mittente i tentativi di allungo. James si aspetta un aiuto da parte di qualcuno, ma gli Heat sono veramente arrivati fisicamente e crollano: ancora Westbrook, poi Pekovic e due volte Kidd-Gilchrist ribaltano l'inerzia, scaraventando Miami sul -6 con poco più di un minuto da giocare. James sigla il -4, poi regala a Wade l'assist del -2 che si materializza inesorabile con 38 secondi sul cronometro. Westbrook vuole un canestro rapido, per non concedere agli Heat l'ultimo tiro, penetra, c'è l'aiuto ma vede MKG sulla linea da tre punti: assist, tripla a bersaglio, +5 ed il sophomore che si gira alla Carter dopo la schiacciata del 2000 e decreta la fine delle ostilità. Miami non ha la forza per rientrare ed ora i Bobcats avranno tre match ball a disposizione!
Finisce 112-108 Bobcats. MVP Russell Westbook, 28+10 per lui. 19 e 7 per Pekovic, 15 pesantissimi punti per Kidd-Gilchrist. LeBron è al solito mostruoso con 39+6+5, Wade ne aggiunge 26 ma Miami è lo stesso ad un passo dal baratro!

lunedì 15 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: Eastern Conference Semi-Finals; Heat@Bobcats; Game 1 & Game 2

Game 1

È il momento di diventare grandi, il momento di scrivere la storia, tracciare il percorso che tutti sognano: Charlotte ospita i bi-campioni in carica, clamorosamente deludenti in regular season ed affaticati da una serie contro i Bulls che li ha trascinati fino a gara 7. Ma contro i campioni in carica non si scommette mai! È una semifinale di conference, ma ha tutta l'aria di essere qualcosa di più!
Chi si aspetta degli Heat affaticati e remissivi dopo le fatiche contro i Bulls resta deluso. Miami è aggressiva, spavalda ed ostenta sicurezza, piazza subito il primo affondo e fa tremare la Time Warner Cable Arena. I Bobcats però non si scompongono, nonostante Chalmers faccia rivivere i fantasmi del passato a Westbrook costringendolo a medie pessime dal campo, e trovano in Pekovic l'ancora di salvataggio che li mantiene in partita. L'impatto del centro Montenegrino è di quelli che sconquassano la partita ed i padroni di casa trovano subito il modo di ricucire il primo strappo dei campioni. Charlotte è però palesemente in difficoltà e solo lo straordinario impatto della panchina permette ai Bobcats di non affondare sotto i colpi di un Wade formato superstar. Dopo il difficoltoso inizio però, Westbrook inizia a carburare e la partita cambia: Charlotte trova fiducia, gioca meglio e acquisisce anche una certa sicurezza in difesa e quando "Alta Tensione" Fredette entra in campo, il -4 con cui si chiude il primo tempo è servito. 
La ripresa si apre con due falli in sequenza di Kemba Walker che scaraventano Miami sul +10. È un momento decisivo e Charlotte "gambla" clamorosamente schierando proprio Fredette da guardia a marcare Wade. Sembra un suicidio tattico, si rivelerà invece un'intuizione indescrivibile. Il prodotto di BYU cambia la partita con due canestri in fila, una palla recuperata ed un assist ma, soprattutto, innervosisce Wade grazie alla sua tecnica sopraffina e fa così incartare l'attacco degli Heat. È l'occasione della vita per i Bobcats che con la coppia Westbrook-Pekovic si porta su un convincente +12. LeBron non ci sta e, dopo aver fatto il facilitatore a lungo, si mette in proprio e con un paio di giocate delle sue riporta Miami al possesso di distanza. Westbrook è però solidissimo e riesce a mantenere i suoi in linea di galleggiamento e trova un alleato prezioso in Kemba Walker, che ad inizio quarto periodo segna due canestri pesantissimi che consentono ai padroni di casa di tenere sempre quel vantaggio psicologico che fa tutta la differenza di questo mondo. Miami però è determinata a far bene e con un raptus di puro talento ribalta il risultato prendendosi il +6 a meno di cinque minuti dalla fine. L'inerzia psicologica è tutta dalla parte degli ospiti ma Westbrook, con la collaborazione di Pekovic, ricostruisce la parità con 2 minuti da giocare. È il momento della verità e Charlotte cambia passo con un paio di sequenze difensive eccezionali. Miami va in difficoltà ed affonda definitivamente sotto i colpi del "concittadino" di Snoop Dogg: layup mano sinistra, jumper dalla media e bimane in traffico. Il +6 è servito, la precisione dalla lunetta fanno il resto. Gara 1 è dei Bobcats!
Finisce 103-106 Bobcats. MVP Russell Westbrook: 26 punti e 8 assist per lui. Bene Pekovic (anche lui 26 con 8 rimbalzi), per il resto ognuno porta il suo mattoncino in casa Bobcats. Per Miami, 30 per LeBron (ma non la solita prestazione totale) e 25+7+8 per Wade: il resto è non pervenuto!


Game 2

"La battaglia delle Termopili". Così è stata definita gara 1, in cui l'esercito degli immortali al servizio di Re LeBron è stato respinto con perdite da circa 300 Bobcats guidati da Westbrook. La "battaglia delle Termopili" finì però male per gli Spartani: Charlotte lo sa e per questo vuole riscrivere la storia, vincendo gara 2 e ponendosi in una situazione di vantaggio sui campioni in carica.
L'inizio di gara è clamoroso per intensità fisica e tecnica. Si fa subito sul serio da una parte e dall'altra, si tengono ritmi insostenibili e si segna tanto, tantissimo. Pekovic è il riferimento per i Bobcats, ma non è disprezzabile neanche il supporto dato da Walker e Kidd-Gilchrist, un po' assenti in gara 1 e subito protagonisti in gara 2. Miami è soprattutto Wade e LeBron, ma la spinta dei padroni di casa è incessante e mette realmente in difficoltà gli Heat. I Bobcats tengono medie esagerate dal campo, difendono in sette (o almeno questa è l'impressione che si ha da fuori) e Miami si incarta, incapace di trovare bocche da fuoco oltre ad i già citati Wade e James. Bosh è fuori partita e spende dei falli prematuri, la panchina degli Heat non ha impatto ed il +10 a favore dei Bobcats, che si trasforma in +15 all'intervallo sotto i colpi di Henderson e Fredette, è presto materializzato. 
Miami non ci sta ed esce fortissimo dagli spogliatoi. James crea da solo il 9-0 di parziale con cui aprire il terzo quarto, ma la rimonta degli ospiti deve fare i conti con Westbrook. Agent 7, 0 punti e 6 assist all'intervallo, dà vita ad una sfida a distanza con LBJ da far paura. I due sono inarrestabili dalle difese avversarie e spingono da soli le rispettive squadre in una sfida di livello altissimo. I Bobcats però riescono a reggere l'impatto e soprattutto riescono a trovare sempre qualcuno che dia una mano al #7, mentre James ha come scudieri solo Wade ed un redivivo Chalmers. Charlotte si mantiene a distanza di sicurezza, ma all'inizio del quarto periodo prende un clamoroso scivolone che permette a Miami di rientrare. Wade è un satanasso ed accorcia le distanze, ma proprio nel momento più difficile i Bobcats danno grande prova di maturità. Pekovic è ancora implacabile per la difesa di Miami, Westbrook ha una vendetta da compiere, i Bobcats hanno una spinta emotiva superiore e l'allungo decisivo è servito. Wade e James ci provano fino all'ultimo, ma la loro è un'impresa impossibile dato che predicano nel deserto.
Finisce 112-119 Bobcats. MVP ancora Russell Westbrook, 24(tutti nel secondo tempo)+10 per lui. A dargli manforte ci pensano Pekovic, 30 punti, e Kemba Walker, 16+15 assist. Per Miami, LeBron è spaventoso: 39+8+9. Wade e Chalmers gli vanno dappresso, con rispettivamente 33 e 22 punti. Ma il resto della squadra dov'è?

giovedì 11 luglio 2013

2k13-Playoff 2014 : First Round; Bobcats@Pacers; Game 3 & Game 4

Game 3

Il classico uno-due micidiale, quello che stende l'avversario che non capisce cosa sta succedendo: ecco cosa hanno inflitto i Bobcats ai malcapitati Pacers nelle prime due gare della serie. Ora ci si sposta ad Indianapolis, i padroni di casa hanno tutte le intenzioni di questo mondo di sistemare le cose davanti al loro pubblico, appassionato e coinvolto come pochi. Scorrerà del sangue!
Che c'è stato un cambio di locazione della serie se ne accorgono tutti gli effettivi in campo subito: al primo canestro dei Pacers un boato fa saltare per aria la Conseco Fieldhouse, Indiana si carica i Bobcats si guardano intorno e si chiedono dove sono capitati. L'unico a non avere problemi, visto probabilmente anche il background culturale, è Pekovic che continua la sua opera di demolizione di Hibbert iniziata in gara 1. Indiana è però presente, risponde colpo su colpo alle sortite degli ospiti, comunque mai domi e sempre pronti a spingere sull'acceleratore, e la partita si assesta su un buonissimo livello di intensità, tecnica e fisica, che sfocia in un equilibrio tanto precario quanto duraturo. Walker prosegue la sua opera di redenzione dalla regular season ed è la chiave per i Bobcats che non trovano le solite energie dalla panchina se non in un incredibile Biyombo, sempre presentissimo a rimbalzo e particolarmente efficace su entrambi i lati del campo. Per i padroni di casa, George e Granger sono altalenanti, ma il loro apporto è sufficiente per arrivare alla pausa lunga su un promettente, per lo spettacolo, 58-56 Bobcats (buzzer di Fredette).
Al rientro dagli spogliatoi, i Pacers piazzano il primo affondo importante della serie: grazie a Granger, Hibbert e George, i padroni di casa si portano sul +12 e per la prima volta sembrano poter andare a prendersi il controllo del match. Ma, una cosa abbiamo imparato, questi Bobcats hanno una fiducia nei loro mezzi indescrivibile. Walker e Kidd-Gilchrist prendono per mano gli ospiti e rosicchiano punti importanti per raggiungere l'ennesima parità proprio sulla sirena del terzo periodo. L'ultimo quarto si apre con il solito protagonista in questa serie: Jimmer Fredette. Il #32 degli ospiti porta al solito la sua instant offence e cambia l'inerzia della gara ed i Bobcats scavano un mini-solco che li porta sul +8. Colpo del K.O. si pensa, invece i Pacers reagiscono e trovano un paio di triple di Anderson che girano nuovamente il match. Westbrook, assolutamente ergonomico in questa serie, capisce che è il momento di intervenire e segna un paio di canestri di puro talento che mantengono Charlotte in linea di galleggiamento. Si arriva in parità all'ultimo minuto, serve una magia che risolva il match e la trovano i Bobcats con il trio Westbrook--Walker--Kidd-Gilchrist: Agent 7 attira il raddoppio, Walker riceve lo scarico, assist dietro la schiena per MKG liberatosi a causa della rotazione difensiva e tripla a bersaglio da parte del secondo anno da Kentucky. Gli ospiti liberano per due volte consecutive Kidd-Gilchrist per la tripla, intervallano il tutto con una sequenza difensiva degna dei migliori Pistons dei Bad Boys e mettono l'ipoteca sulla serie!
Finisce 106-102 Bobcats. MVP Russell Westbrook con 21 punti e 8 assist. Solita doppia doppia da 22+11 Pekovic, Biyombo 11+9, Walker 11 con 11 assist e 5 rimbalzi e Kidd-Gilchrist ne aggiunge 20 con 8 rimbalzi e 3 assist. Per i Pacers, Granger e George molto bene, Hibbert ne mette 15+12 ma sono di un'inconsistenza indescrivibile!

Game 4
La notizia diventa ufficiale solo a pochi minuti dal via, Stern ha deciso, i proprietari si sono espressi con 24 voti favorevoli e 6 contrari ma la scelta è ormai definitiva: la lega passa a difficoltà "Hall of fame". Con questo clima di incertezza le due squadre hanno preparato gara 4: i Pacers, pronti a tutto per non farsi spazzare via attraverso un sonoro 0-4, e i Bobcats, indubbiamente decisi a sbrigare il prima possibile la pratica.
Il cambio di difficoltà si fa sentire subito: Hibbert è improvvisamente efficace su entrambi i lati del campo, stoppa di tutto e non gli fischiano contro niente, mentre in attacco ha medie abbastanza elevate. Charlotte però non si scompone, reagisce alla nuova presenza sotto canestro e costringe i Pacers a correre, alzando sin da subito l'asticella dell'intensità difensiva. I padroni di casa hanno però una rinnovata malizia, oltre alla voglia di non arrendersi che li contraddistingue, e dunque si inizia ad insinuare una situazione di equilibrio che prende il sopravvento sulle due squadre. Gli ospiti sono in palla, trovano risposte dalla panchina soprattutto tramite Henderson e Biyombo (serie impressionante la sua), godono di un Walker "versione Jason Kidd" e riescono a mantenersi con il possesso di vantaggio. Sul finire di secondo quarto poi, l'impatto del solito Fredette scombina l'equilibrio, e Charlotte si ritrova sul 58-52 alla pausa lunga senza sapere come e perché.
Indiana non ci sta e come al solito al rientro spinge forte e ribalta clamorosamente il risultato in un amen. Pekovic, dopo un brutto primo tempo, inizia ad avere impatto, Walker continua la sua gara da facilitatore e dunque la risposta dei Bobcats è servita. Gli ospiti non si fermano, trovano un minimo di inerzia e staccano gli avversari, portandosi su un rassicurante +10. Sembra la fine per i Pacers, che però hanno il merito di non mollare e di rientrare strenuamente grazie ai soliti George e Granger.  Westbrook però tiene i suoi a galla, non li fa affondare proprio nel momento più difficile e trova, ad inizio quarto periodo, un supporto fondamentale da parte di Fredette. Indiana non ne vuole sapere però di mollare, rientra nuovamente e si porta sul possesso di distanza, ma non riesce mai a trovare il centesimo per fare la lira. È un errore che non puoi fare contro "Agent 7" che si prende il palcoscenico e porta i suoi nelle "acque sicure" del +6 con due penetrazioni clamorose. Da qui è tutto un gioco di nervi: due triple (Granger ed Anderson) dei Pacers mettono pressione agli ospiti, ma dalla linea della carità Westbrook è implacabile. Cappotto, anche se siamo in Aprile, e tutti a casa: passano i Bobcats.
Finisce 108-104 Bobcats. MVP Russell Westbrook con 23 punti e 7 assist. Benissimo Walker con 11 punti e 14 assist e Pekovic con 20+7. Hibbert si riscatta parzialmente ma è il maggiore imputato della sconfitta, anche perché più di combinare 54 punti in due Granger e George hanno ben poco da fare!
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Le altre.

Ad ovest, secco 4-0 dei Thunder sugli Hornets. 4-2 per T-Wolves e Dallas, fuori quindi Clippers e Blazers; 4-1 invece per i Warriors sui Rockets.
Ad est, i Pistons regolano 4-1 (dopo aver perso gara 1) i 76ers. 4-3 per New York e Miami, fatte fuori rispettivamente Boston e Chicago.
Il prossimo turno:

Ovest
1) Thunder
5) Timberwolves

2)Warriors
3)Dallas

Est
1)Pistons
4)Knicks

2)Bobcats
6)Heat

martedì 9 luglio 2013

2k13-Playoff 2014: First Round; Pacers@Bobcats; Game 1 & Game 2

Game 1

Ed ora si fa sul serio. Charlotte Bobcats, Indiana Pacers, gara uno dei playoff NBA: il viaggio inizia qui. I Bobcats per vendicare le prese in giro degli ultimi anni, i Pacers per completare un percorso che li ha visti lottare anche per i vertici della Eastern Conferece; due squadre dure, spigolose, prontissime a lottare. Preparate i pop corn, ora si fa sul serio!

L'inizio di gara è di studio. L'intensità è alta, la concentrazione fa da padrona da entrambe le parti, ma la sensazione che si ha sin dai primi possessi è che i padroni di casa ne abbiano abbondantemente di più. Walker inizia bene, Pekovic è prontissimo per i primi playoff da protagonista, Westbrook è sornione e sembra che i Bobcats siano in attesa del momento giusto per piazzare il primo affondo. Indiana è contratta, resta quasi aggrappata alla partita, ma al primo strappo concreto degli avversari inizia a tremare clamorosamente. Charlotte è più in palla, trova il solito ottimo impatto dalla panchina, sfrutta la caterva di palle perse degli avversari ed alla pausa lunga si trova su un già rassicurante, non tanto per la quantità quanto per la qualità, +11.
Ci si aspetta la reazione vera da parte degli ospiti, troppo imprecisi e dimessi nei primi due quarti per essere i veri Pacers, ma invece sono i Bobcats a continuare a spingere. Charlotte è indemoniata in difesa e continua a recuperare una quantità industriale di palloni, vola letteralmente in contropiede e produce un sacco di tiri ad alta percentuale. A questo si aggiunge un coefficiente di realizzazione in situazione di pick and roll centrale a dir poco illegale, con una difesa dei Pacers assolutamente accondiscendente ed ecco che la "frittata" è fatta. I padroni di casa volano via, umiliano letteralmente gli avversari e scavano un solco sempre più profondo nel quale sotterrano i malcapitati Pacers. Indiana è annichilita sul piano del gioco, dell'intensità, della voglia e mentale, sprofonda sino quasi al clamoroso -40, per poi sistemare un po' le cose soprattutto per merito del mai domo Paul George. Ma ormai il danno è fatto, i Bobcats viaggiano sul velluto ed il quarto ed ultimo periodo è una passerella di puro garbage time, con Fredette protagonista!
Finisce 71-120 Bobcats. Il tanto vituperato, durante la regular season, Kemba Walker è l'MVP della serata con una prestazione da 18 punti, 4 assist e 7 rimbalzi. Westbrook 19, Pekovic 20 e Biyombo con una prestazione da 15+10 sono gli altri protagonisti per i padroni di casa (dominanti a rimbalzo). Per i Pacers, George scende in campo con la giusta determinazione, ma è una goccia d'acqua dolce in un mare di abulia!

Game 2

Troppo belli i Bobcats per essere veri, ma anche troppo brutti i Pacers per essere veri. Gara 1 è stata un massacro, una gara a senso unico durata al massimo 25 minuti. Indiana deve rispondere presente, deve evitare di ritrovarsi sfiduciata e sepolta in un baratro chiamato 0-2 ma Charlotte ha tutta l'intenzione di proseguire sulla falsariga di gara 1, difendere il fattore campo e mettere spalle al muro gli avversari.
L'inizio di gara 2 ricalca quello di gara 1. Intensità, attenzione difensiva, poco spettacolo ma tanta fisicità sono i protagonisti assoluti dei primi scampoli di partita. Una differenza c'è: Indiana ha un linguaggio del corpo differente, è presente, attiva, lotta e risponde spavaldamente agli attacchi dei padroni di casa, che comunque controllano con sicurezza. La partita è bella, Pekovic gioca in maniera superba, ma Granger e Geroge non permettono ad Indiana di affondare e anzi, permettono di mantenere inalterato lo svantaggio, che si assesta su un fluttuante +4\+6. Charlotte fa la differenza soprattutto a rimbalzo, cosa abbastanza sorprendente se si confrontano le statistiche delle due squadre in RS, ma si ritrova rapidamente con la patata bollente dei tre prematuri falli di Kawhi Leonard. Indiana impatta, ma la panchina dei padroni di casa è sorprendente per intensità ed abnegazione e crea da sola l'inaspettato break con cui si chiude il secondo quarto, sul +8 Bobcats.
Alla ripresa delle ostilità, i padroni di casa prendono lo steccato, ancora con Pekovic assoluto protagonista, ma il quarto fallo di Leonard mette incredibilmente in difficoltà i padroni di casa. La rimonta dei Pacers è esaltate ed inarrestabile e serve uno strepitoso Westbrook ai Bobcats per mantenere un minimo di vantaggio sugli indomiti Pacers. La partita si accende, si iniziano a vedere i tratti tipici di una serie di playoff NBA, i falli si sprecano, la fisicità sale e serve una magia di Kemba Walker (rinato rispetto alla regular season) sulla sirena per vedere i padroni di casa sul +5 all'ultima pausa. Il protagonista che non ti aspetti di inizio quarto quarto è però Fredette. L'ex-BYU fa un paio di giocate (due triple delle sue, da distanza siderale, e una sanguinossisma rubata) che sembrano ribaltare la gara in maniera definitiva, ma i Pacers sono realmente combattivi e riescono a rientrare nuovamente, grazie soprattutto ad una serie di triple di Granger e Anderson che spezzano le reni agli avversari. Charlotte però è eccezionale, non si scompone, si porta sul +6 grazie a Westbrook e poi completa l'opera mantenendosi in vantaggio con Pekovic. Gli assalti finali di Indiana saranno infruttuosi, anche gara 2 è dei Bobcats!
Finisce 102-114 Bobcats. MVP un mostruoso Nikola Pekovic da 39 punti e 11 rimbalzi. Bene Westbrook con 28+7 assist, benissimo Walker con 22+4 rimbalzi e 5 assist, incredibile 11+15 dalla panchina per Biyombo. Per Indiana, prestazioni eccezionali di Granger e Geroge, 16 assist per Hill, ma manca ancora qualcosa a livello di intensità per sperare nel bersaglio grosso!

sabato 6 luglio 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: The "long" end!

Il vero viaggio inizia adesso. Ci siamo preparati, abbiamo studiato, faticato, lottato, imparato ed ora siamo pronti per affrontare la più grande avventura della stagione. Ci siamo, signori miei, la regular season è giunta al termine ed ora si inizia a fare sul serio. Sedici vittorie separano una delle sedici contendenti dal sogno di una vita, quattro sconfitte in una stessa serie rappresentano invece il mezzo per distruggere le aspettative e le attese di un anno intero.
La stagione regolare però non è terminata d'improvviso, mancavano circa tre 2k-week al termine dopo il mio ultimo post e ho deciso che era il caso di terminare appunto l'avventura per fare un grande sunto del rocambolesco finale di stagione di cui siamo stati protagonisti. Il calendario, dopo la vittoria al Madison Square Garden, è stato il seguente:

@Raptors L
@Bucks W
vs Raptors W
vs Magic L
@ Nets W
@Hornets W
@Pacers W
vs Bucks W
vs Knicks L
vs Cavaliers L

Un 6-4 finale tutt'altro che malvagio, assolutamente in linea con le aspettative che avevo e dunque più che soddisfacente, ma purtroppo insufficiente per garantirci il primo posto ad Est. Il "peccato mortale" è però che la sconfitta chiave è stata alla penultima giornata contro i Knicks, ovvero contro una squadra che ormai aveva fissato il suo seed ai playoff e che quindi giocava assolutamente senza alcuna velleità di vittoria. Certo, si potrebbe anche dire che vincendone una in più contro i Raptors, o evitando di regalare una vittoria ai derelitti Magic, l'esito della gara contro New York non sarebbe stato così determinante, ma quelle sconfitte sono un passaggio obbligatorio nella crescita di una squadra durante una stagione regolare che dura 82 partite e fanno tra l'altro da contraltare alle esaltanti vittorie contro Nets e Pacers, arrivate entrambe in rimonta e culminate con eccezionali quarti periodi.
Parlando dei singoli, solite grandi prestazioni di Westbrook; Kemba Walker a fasi molto alterne (per fare un esempio, 33 contro i Nets e 6 contro i Bucks in una partita stra-dominata dall'inizio alla fine) ed incredibile exploit di Reggie Williams, autore di una prestazione mostruosa da 29 punti e 10 rimbalzi proprio nella sfida contro Milwaukee.
Per quanto riguarda i premi di stagione, Chris Paul è l'MVP (e a me fischiano non poco le orecchie), Howard il difensore dell'anno e Lawrence Frank è il COY, meritatissimo visti i suoi Pistons tornati in testa alla Eastern Conference. Per noi, menzione d'onore di Westbrook nel terzo quintetto NBA e nulla più. Non per fare "la volpe e l'uva" ma in realtà la cosa non ci tange più di tanto, visto che l'unico premio che bramiamo è il Larry O'Brian Trophy.
A tal proposito, ecco il quadro dei playoff:

Western Conference:

1)Thunder
8)Hornets

4)Clippers
5)Timberwolves

3)Mavericks
6)Blazers

2)Warriors 
7)Rockets



Eastern Conference:

1)Pistons
8)76ers

4)Knicks
5)Celtics

3)Bulls
6)Heat

2)Bobcats
7)Pacers

Come detto, le valigie sono pronte, la voglia di fare bene e stupire il mondo c'è tutta, un solo obiettivo in testa: 16 vittorie!

mercoledì 3 luglio 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Pushing hard into the end

Un mantra, un detto sempre sulla bocca degli allenatori, di qualsiasi sport, di qualsiasi nazione di qualsiasi livello: "pushing hard into the end", che può essere tradotto come "dare tutto, spingere al massimo, fino alla fine". Che è un po' quello che stanno facendo i miei Bobcats, in lotta per le posizioni di testa della Eastern Conference e sempre più candidati al ruolo di pretendenti per il titolo.
Il 2k-calendario è sicuramente fatto da qualcuno quantomeno definibile come burlone. Non è altrimenti spiegabile il motivo per cui noi affrontiamo una 2k-week praticamente "allo specchio" con la precedente. Affrontiamo, in ordine cronologico, i 76ers in trasferta e poi doppia sfida in casa contro Wizards e Boston. Bilancio tutto sommato discreto, con 2 vittorie, contro Philadelphia e Washington, ed una sconfitta contro Boston. Non limitandosi a guardare il risultato però, emergono dei temi indubbiamente da affrontare per la mia squadra. Il primo e spinosissimo tema, riguarda Kemba Walker. Io mi aspettavo che la presenza di Westbrook lo potesse limitare, ma ultimamente è veramente abulico e nervoso. Tira male, in difesa soffre un po' troppo e, più in generale, non riesce a trovare i suoi spazi in un attacco che ha molto meno bisogno di lui rispetto all'anno scorso ma che non può comunque prescindere dal suo talento. Urge recuperarlo, psicologicamente più che altro, perché attualmente sfiora il dannoso. Il secondo tema riguarda "l'altezza". Con Boston abbiamo ottenuto la seconda sconfitta consecutiva e, al di là della personale rivalità, mi sono accorto di una cosa: i Celtics erano gli unici delle tre squadre che giocavano con due lunghi veri per tutta la partita e noi abbiamo sofferto come non mai questa situazione. Hanno dominato a rimbalzo, riempito l'area per i nostri penetratori e mandato fuori ritmo i nostri tiratori, come al solito per me arma in più ma non risorsa su cui fare affidamento in maniera costante. C'è da lavorare sulle soluzioni alternative al 4+1 su cui facciamo affidamento per il 90% del match.
La sconfitta contro Boston non è la classica rondine che non fa primavera, ma rappresenta un punto importante del nostro finale di stagione perché replichiamo la L contro i Pacers nella prima sfida di un back to back che ci vedrà protagonisti poi ad Orlando. La sconfitta contro i Pacers fa scattare il classico campanello d'allarme, anche perché i Pacers giocano esattamente come noi, con Granger a lungo da 4 ed il solo Hibbert a dominare l'area. Essere sconfitti sul proprio terreno è preoccupante, fortuna che la sfida contro i Magic ci restituisce certezze ed entusiasmo in vista della doppia sfida contro gli Heat e a New York. Contro Miami, giochiamo una grande partita, fatta d'attenzione ed intensità, ma anche basata sulle loro debolezze. Arriva una grande W, con Pekovic assoluto protagonista e autore di una prestazione da 28 punti. Abbiamo un giorno di riposo e poi ci presentiamo al Madison Square Garden. Siamo partiti con la convinzione che questo è lo scontro al vertice, invece scopriamo (non guardo quasi mai la classifica io) a pochi minuti dalla gara che New York è "sprofondata" a -4 in classifica ed attualmente noi siamo secondi con mezza gara di distanza dai Pistons! La gara con i Knicks è stranissima: l'equilibrio regna sovrano per due quarti abbondanti, dove tuttavia noi arranchiamo parecchio per stare in scia. Walker litiga con il ferro, spendiamo tanti falli, tiriamo malissimo da tre e gli effetti si vedono nel terzo quarto, con New York che scappa fino al clamoroso +15 ad inizio ultimo quarto. Iniziamo però un pressing asfissiante tutto campo, alziamo il quintetto sconfessando il lavoro di una stagione e ribaltiamo clamorosamente il match, con Walker prima e Westbrook poi assoluti protagonisti. Arriva una rocambolesca ed esaltante vittoria in volata, che ci fa ben sperare per il futuro ma che dimostra anche che le nostre certezze non sono poi così solide!

PS: Pare che MJ abbia appena firmato un rinnovo contrattuale con Time Warner Cable e che potremmo andare in diretta streaming LIVE sui vostri PC a questo indirizzo: http://www.ustream.tv/channel/blackmamba89
Ovviamente, si parlerebbe di un evento una tantum, esclusivamente pensato per i più curiosi. Se la cosa verrà ufficializzata, arriverà una comunicazione ufficiale!