martedì 27 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Provare a prenderli?

Il 2k-mese di marzo SIM14-2015 sarà sicuramente ricordato come uno dei più rocamboleschi della mia carriera da 2k-allenatore. Storicamente le mie 2k-squadre a marzo rallentano, abbassano il ritmo forsennato che hanno tenuto fino all'All Star Weekend, con l'idea di preservare energie mentali in vista dei playoff. Ma in questa strana stagione, tutto sta andando in maniera diversa e questo 2k-mese non fa eccezione.
Lanciati da un ruolino di marcia che ci ha visto vincenti in 7 partite su 9 giocate, ci apprestiamo ad affrontare una parte delicata del calendario che ci vedrà affrontare i Blazers, volare a Washington e poi un trittico da paura contro Bulls, Rockets e Spurs allo Staples. Penso di conoscerli i miei polli, ritengo che due o tre possiamo portarle a casa perché tra Spurs e Rockets ci sono quattro giorni "di vacanza", ma dobbiamo giocare al top delle nostre potenzialità per andare a fare quella che io ritengo una semi-impresa. Invece noi giochiamo oltre il top e facciamo fuori Blazers, Bulls, Rockets e Spurs ed abbiamo anche l'occasione di mangiarci le mani per la partita contro i Wizards persa alquanto rocambolescamente.
Contro Portland ci prostriamo ai piedi di re Kobe. Il Mamba, visto che Cameron era troppo impegnato ad annullarsi con Lillard, ci trascina letteralmente con una gara da 38 punti e 8 assist, che cancella la prestazione da 24 di Matthews e che fa la differenza grazie all'enciclopedica difesa di Plumlee che tiene Aldrige sotto i 10 punti. Facciamo i bagagli e voliamo verso la capitale, in una sfida dai backcourt di alto livello e dai frontcourt energici. La partita contro Washington si lascia guardare, le difese sono un po' troppo allegre per i nostri gusti ma è anche merito degli attaccanti che vedono una vasca da bagno. Sorpassi e controsorpassi si susseguono, poi negli ultimi minuti del quarto periodo ci incartiamo in attacco mentre la loro produzione offensiva non si ferma ed è sufficiente per portare a casa la W. "Peccato" penso, perché era un'occasione ghiotta per mettere fieno in cascina prima del trittico di ferro. "Peccato" che ho fatto i conti senza l'oste ed in questo caso "l'oste" ha la maglia numero 15 con scritto Cameron, è un rookie ma non lo dà certo a vedere. Il nostro ragazzo, per cominciare, spazza via Derrick Rose, tenendolo a 9 punti e 6 assist e stampandogli in faccia 31 punti e 11 assist. La prestazione di Cameron, coadiuvata da una buona prestazione generale di squadra, è il viatico per ottenere la vittoria tanto sorprendente quanto esaltante con Chicago.
Ma Cameron non ha ancora finito di stupire, perché dopo un giorno di riposo contro i Rockets, primi in classifica con 7 gare di vantaggio su di noi che siamo i diretti inseguitori, ne sigla 43 accompagnati da 8 assist e 7 rimbalzi e ci guida ad una clamorosa vittoria all'overtime, anche se proprio il supplementare è dominato dal solito Mamba chirurgico e precisissimo nei momenti chiave della gara. Abbiamo quattro giorni di riposo e poi si ospitano gli Spurs ma la mia vigilia è tormentata perché mi assale un dubbio amletico: cosa fare ora? Iniziare ad abbassare i minutaggi e puntare tutto sulla post season o provare una clamorosa rimonta contro Houston e puntare al miracolo? Mi prendo un paio di 2k-giorni per pensare, mi convinco che pensare sul lungo periodo è molto più proficuo ma la sfida contro gli uomini di Popovich è troppo bella per buttarla via pensando al dopo. Entrambe le squadre ce la mettono tutta, la partita è ruvida, tesa, giocata ad un livello di agonismo da playoff. Noi attualmente però non facciamo prigionieri, Parker soffre troppo la diversa fisicità di Cameron e vinciamo, clamorosamente, di nuovo.
Il 2k-mese di marzo è agli sgoccioli e con esso la regular season. Houston è avanti, noi coviamo una pazza idea di andarli a prendere ma non voglio spremere i ragazzi per una cosa che non vale niente. L'ho già scritto e lo ripeto, questa stagione non finisce mai!

venerdì 23 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Sogni di gloria

Ultimi nella Western Conference, primi per punti concessi, falcidiati dagli infortuni e con la prospettiva di prendere solo la settima scelta. Quando accettai l'incarico per i Lakers ormai un SIM14-year fa i gialloviola erano messi veramente male e la strada verso il ritorno ai fasti dei tempi (non troppo) lontani appariva come ripida e ricca di insidie. Ora, dopo un SIM14-year, la strada verso il successo sembra essere in piena percorrenza, siamo la sorpresa del campionato, una contender per il titolo forse (dicono i media), sicuramente saremo una protagonista della post-season e una società con un progetto che prima o poi porterà alla gloria. Io intanto mi tengo con i piedi ben saldi a terra, conscio che stiamo andando ben oltre le più rosee aspettative ma anche che non siamo materialmente attrezzati per andare a prenderci il bersaglio grosso, nonostante attualmente ci siamo issati al secondo posto della Western Conferece!
"Come al secondo posto!!??" vi starete chiedendo ed il "come" è presto detto: l'ottimo ruolino di marcia post All Star Weekend ha subito un ulteriore miglioramento entrando nel SIM14-mese di Marzo, proiettandoci incredibilmente in testa al campionato degli umani ad ovest (Houston è marziana con un clamoroso +7 su di noi, diretti inseguitori). E pensare che l'inizio del mese era stato interlocutorio: vittoria risicata a Brooklyn, contro una squadra indubbiamente talentuosa ma che ha fatto il suo tempo; clamoroso -40 subito a Cleveland contro dei Cavs possibilissimi protagonisti ad est; prestigiosa vittoria contro Boston (il nostro campionato nel campionato l'abbiamo vinto) in back to back, che vale però più per il morale che per la classifica. Insomma, il bilancio del tour è sicuramente positivo (eccezion fatta per la batosta nell'errore sul lago) ma niente per cui gridare al miracolo in quanto in linea con le aspettative. Poi però, scatta qualcosa nella nostra testa, come se una scarica di adrenalina improvvisa ci avesse colpito e dato improvvisamente una carica nuova e di colpo infiliamo cinque vittorie di fila, cosa mai fatta in stagione.
I primi a subire il nostro trattamento speciale sono gli Hawks, che vengono allo Staples e segnano solo 73 punti, asfissiati da una nostra difesa enciclopedica per qualità tecnica e fisica (nonostante un McGee a mezzo servizio). Un giorno di riposo e sono i cugini di secondo grado, i derelitti Kings privi di Cousins andato ai Cavs, a capitolare allo Staples, anche loro affondati da grandi sequenze difensive abbinate ad una ritrovata fluidità offensiva. Un giorno di riposo e poi back2back contro i Pelicans ed a Phoenix contro i Suns. Sono scettico, mi aspetto una sconfitta per questioni fisiche specialmente considerato che contro New Orleans vinciamo solo grazie ad una magia di Kobe "at the buzzer", invece a Phoenix Nash fa la gara dell'ex e guida la nostra second unit ad una partita d'impatto che ci permette di raggiungere le citate cinque vittorie di fila. Iniziamo a sognare in grande, ospitiamo i Pistons allo Staples dopo un giorno di riposo e crediamo di poter portare a casa la gara sfruttando la pericolosità del nostro backcourt e cancellando difensivamente il loro frontcourt: ne viene fuori una gara spettacolare, tiratissima e conclusa all'overtime, vinta da chi non ti aspetti. Brandon Jennings  ce ne rifila 45 infatti e fa terminare la nostra striscia di vittorie.
Ci restiamo male, ma per caso guardo la classifica e vedo il secondo posto: ad L.A. si può sognare in grande!

lunedì 19 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Afterparty!

Era il 1980, All Star Game di Washington, ed i Lakers mandavano un rookie ed un veterano per la selezione della Western Conference: il rookie era Magic e il veterano Kareem. Trentacinque anni dopo i Lakers mandano di nuovo un rookie ed un veterano per la selezione della Western Conference: Cameron e Kobe. È o non è la stagione della storia?
Ci interessiamo poco dell'all star weekend in realtà, come detto Cameron ha comunque il tempo di andare sia il venerdì a prendersi l'MVP della partita che la domenica a fare una comparsata, ma la nostra mente è rivolta ovviamente alla stagione regolare, perché ora si fa sul serio. 
Apriamo la seconda parte di stagione con il derby di Los Angeles con i Clippers, partita fondamentale che vale la vetta della Pacific Division. Lo scontro è ovviamente ad alta tensione anche se è evidente lo status differente per le due squadre: anche se giochiamo fuori casa, lo Staples è per tre quarti vestito di gialloviola e tifa per noi. I Clippers non ci stanno e scendono in campo famelici ma noi giochiamo con una superiorità evidente, con una regalità ed una classe che deprimono gli avversari. Cameron, esaltato dalla convocazione su menzionata, domina letteralmente la sfida contro CP3; Kobe distrugge letteralmente Crawford umiliandolo ripetutamente ma a fare sul serio la differenza è Plumlee che gioca una partita all around da applausi e cancella letteralmente dalla partita Blake Griffin con una difesa enciclopedica. W doveva essere e W è, con lo Staples "povero" che applaude ed esulta per noi! Non abbiamo noi però il tempo di esultare, perché in back to back ospitiamo i Mavs allo Staples "ricco". Partiamo bene, concentrati e attenti contro una squadra che è in rebuilding, riuscendo a controllare la gara senza grossi patemi ma senza mai, colpevolmente, dare il colpo di grazia agli avversari. Questi errori si pagano, ed infatti la stanchezza ci colpisce improvvisamente, Dirk è un volpone e perdiamo clamorosamente con un quarto quarto da museo degli orrori una gara già vinta.
Abbiamo il week-end libero e poi siamo di nuovo di scena allo Staples dove ospitiamo i 76ers, annunciati come vittima sacrificale. Il problema è che siamo una squadra femmina, ci siamo "offese" per la sconfitta contro Dallas ma non reagiamo con aggressività, piuttosto con ostruzionismo. Che poi l'ostruzionismo ci porti a giocare una partita indegna è un altro discorso, che poi paghiamo il tutto con la sconfitta importa poco, l'importante è che le "signorine" abbiano fatto di testa loro, specialmente in vista di un abbastanza impegnativo tour ad est. Si, perché dopo un giorno di riposo siamo di scena ad Indianapolis, per una sfida che si preannuncia proibitiva per noi. O per loro? Non ricordo bene cosa si diceva alla vigilia, perché per la serata di gala mettiamo l'abito buono e giochiamo una partita da applausi a scena aperta: ci prendiamo la Bankers Life Fieldhouse senza diritto di replica, spazzando via i Pacers per 114-93, giocando per 48 minuti una pallacanestro divina. Inizio a pensare che i ragazzi lo facciano apposta e la sfida contro i Bucks non mi aiuta a capire la psiche di questa squadra (d'altronde, chi le capisce le donne?): mi aspetto una squadra che si specchia nella sua bellezza visti i precedenti e vista la gara contro Indiana, invece siamo abbastanza sul pezzo, concentrati ed "ergonomici" a sufficienza per avere ragione di una squadra che comunque tutto questo grande ostacolo non è! Non ho tutto questo tempo per riflettere perché in back to back si va a Toronto, per un'altra sfida d'alta quota contro i Raptors. Perdiamo, ma non giochiamo male, si vede che siamo in partita, facciamo spesso le cose giuste su entrambi i lati del campo ma becchiamo una di quelle serate storte al tiro che non ci possiamo fare nulla.
Quarti ad ovest, secondi nella Pacific (dietro ai Warriors), con due All Stars ma con un tour ad est da affrontare. Me l'avessero detto ad inizio stagione, avrei firmato, ora invece vogliamo di più e le prossime SIM14-week saranno fondamentali per ottenere il "di più" che vogliamo!

venerdì 16 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: La tempesta prima della quiete

Febbraio è il mese dell'All Star Weekend, ovvero della kermesse dell'NBA per eccellenza che rappresenta un po' il giro di boa della stagione regolare, ma anche la scusa per tirare un po' il fiato. Prima del weekend delle stelle però ci sono cinque partite da giocare che determineranno parecchio il nostro modo di affrontare la pausa: un cammino positivo ci potrebbe permettere di rallentare un po' in vista dei playoff, troppi passi falsi possono invece compromettere il percorso di avvicinamento alla post-season.
Di ritorno da Salt Lake City, ospitiamo i Bobcats allo Staples. Inutile dire che rivedere certe facce fa un certo effetto, ma era un 2k-mondo fa e non c'è spazio per i sentimentalismi in questo mestiere. I Bobcats però non sono venuti a L.A. per fare una gita di piacere e ci mettono parecchio in difficoltà, specialmente con un Al Jefferson dominante sotto le plance. Charlotte è davanti in apertura di ultimo quarto, poi però si accende qualcosa nel duo Kobe-Cameron e la partita cambia: rimontiamo, impattiamo ed usciamo infine di prepotenza, portando a casa una bella W. C'è un solo giorno di riposo e poi ospitiamo i derelitti Bucks, in quella che dovrebbe essere una partita dall'esito scontato. Così sembra per i primi due quarti, nei quali giochiamo bene e dimostriamo di essere in crescita; poi però a metà partita incontriamo "lo specchio" e stacchiamo completamente: la rimonta dei Bucks è tanto inattesa e casuale quanto inarrestabile ed in un finale tiratissimo Mayo segna i canestri pesanti mentre noi, persa la concentrazione, prendiamo a pallonate il ferro. Milwaukee quindi corsara in casa nostra e occasione persa da mangiarsi le mani per noi.
Abbiamo un giorno per fare le valigie e presentarci a Sacramento per una sfida testa-coda della combattutissima Pacific Division. I Kings hanno voglia di farci lo sgambetto, ma qualitativamente sono messi peggio dei Bucks ed il solo Gay può semplicemente allungare il brodo, ma velleità di vittoria i "cugini di secondo grado" non ne hanno. Non è una vittoria semplice comunque perché noi attualmente siamo "brutti" e macchinosi, ma è una vittoria importante perché ci permette di braccare la testa della Western Conference (o meglio la testa della classifica degli umani, visto che i Rockets stanno facendo un campionato da marziani) soprattutto in vista della doppia sfida allo Staples contro Knicks e Heat. Contro Melo&Co. la partita che viene fuori è una specie di lotta tra cani di rara violenza. Le due squadre si picchiano letteralmente, volano botte da orbi e la partita riesce a coinvolgere emotivamente nonostante non sia tecnicamente bellissima. Melo e JR sono inarrestabili, ma le risposte di Cameron e Kobe non si fanno attendere ed allora serve qualcuno che spezzi l'equilibrio: è Mason Plumlee, re degli intangibles per i miei Laker a fare la voce grossa nel finale con un paio di giocate fondamentali, a completare l'opera ci penserà poi la premiata ditta "Kobe-Cameron" e riusciremo a portare a casa una bella vittoria. Abbiamo un giorno di riposo prima di affrontare i temibilissimi Heat. Se contro i Knicks erano stati i "gomiti larghi" a farla da padrone, contro Miami invece sono i "polmoni": i ritmi sono elevatissimi, le stelle si scambiano spesso e volentieri dei convenevoli ma la partita non riesce ad uscire dai binari di un equilibrio che sembra essere stabilito dagli Dei del Basket. Nel quarto periodo poi D-Wade si fa male, noi piazziamo un mini-allungo che sembra essere decisivo ma LBJ ricuce e si arriva al finale in volata: due leggerezze difensive regalano ad Allen due triple piedi per terra che non sbaglierebbe neanche bendato, perdiamo il senno e deragliamo definitivamente lasciando quindi a Miami l'ebrezza della vittoria!
Direi che, tranne la sconfitta femminile contro Milwaukee, la squadra sta ritrovando lo smalto un po' perduto. Ora ci sono le vacanze meritate e poi la corsa ai playoff entrerà nel vivo: ci faremo trovare pronti!

martedì 13 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Il ritorno del re

"Un uomo solo al comando; la sua maglia è gialloviola; il suo nome è Kobe Bryant". Titola così il Los Angeles Times, la mattina dopo una delle svariate partite giocate e risolte dal Black Mamba in questo periodo. E non possiamo certo nasconderci dietro un dito, Kobe in queste ultime partite è impressionante in quanto ha alzato il suo livello e, prendendosi grosse responsabilità, sta permettendo alla squadra di recuperare psicologicamente.
Che i miei Lakers siano un po' in riserva è evidente e me ne accorgo subito; nella vittoria (ampia) contro Memphis, ultima ad ovest, siamo un po' troppo nervosi, giochiamo sfilacciati e teniamo in partita per troppo tempo gli avversari. Usciamo di prepotenza nel quarto periodo e la portiamo a casa, ma non sono contentissimo. Fortuna che è l'ultima trasferta prima di un lungo ritorno a casa, che viene aperto con la sfida contro i Cavs. "Irving vs Cameron" dovrebbe essere e invece si trasforma in un "Kobe vs Waiters" da far saltare dalla sedia. Ci provano i Cavaliers, ci mettono seriamente in difficoltà ma il morso del Mamba è spesso chirurgico e con un quarto periodo da 17 punti (su 24 di squadra) Kobe ci permette di portare a casa la gara. Tre giorni di riposo e viene a farci visita Denver, con il primo ritorno allo Staples di Pau Gasol. Siamo evidentemente troppo educati per non far fare festa allo spagnolo, il quale con Gallinari risulta essere un rebus irrisolvibile per la nostra difesa. Arriva la sconfitta, meritata e pesante in termini di classifica, perché in questo selvaggio ovest ogni errore lo si paga a carissimo prezzo.
Abbiamo appena un giorno di riposo prima di affrontare i Blazers, ma all'ingresso in campo si vede chiaramente che Bryant ha "quello sguardo". La difesa di Portland le prova tutte, ma se noi riusciamo a cancellare Aldrige, se Cameron ed Irving si annullano a vicenda (giocando entrambi una grandissima partita) a far pendere l'ago della bilancia verso di noi non può che essere la prestazione da quasi tripla doppia del nostro #24. È la sua quarta partita consecutiva sopra i 35 punti, ma il segnale recepito dai compagni sembra essere quello sbagliato, perché dopo un altro giorno di riposo ci concediamo una nuova pausa, con Orlando corsara in quel di Los Angeles. Non c'è tempo per leccarsi le ferite, tocca ai Suns venire a farci visita ed anche Phoenix ci mette in difficoltà seria. Kobe ha alzato nuovamente l'asticella, i Suns però sono una squadra che ti mette in difficoltà e che non arretra di un centimetro ed allora serve una grande prestazione di Cameron per arrivare al finale concitato: facciamo due sequenze difensive spaventose e poi ci pensa Bryant a regalarci la vittoria finale di miseri due punti. Ci prendiamo tutto, è tutto grano che mettiamo in cascina anche perché in back to back ci aspettano i Jazz a Salt Lake City nella prima trasferta dopo una bella sequenza di gare casalinghe. La trasferta nello Utah è sempre difficile, ma Kobe e Cameron ci trascinano per l'ennesima volta e portiamo a casa la vittoria.
Difficile fare un bilancio di queste gare. Siamo un po' a corto, soprattutto psicologicamente, e stiamo aspettando la pausa per l'all star game per staccare un attimo e rilassarci, visto che non eravamo pronti per una stagione ad alti livelli; c'è però da dire che la squadra sta comunque ottenendo ottimi risultati, sicuramente per merito di un Bryant stratosferico che ha intuito le difficoltà dei compagni e ci sta dando una mano a nascondere le magagne. Insomma, le vittorie stanno continuando ad arrivare e questa è la cosa fondamentale, per il "bel gioco" lo faremo ritornare il prima possibile.

sabato 10 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Prestigiose vittorie e povere sconfitte!

"E chi ci ferma più?". Questo pensavo dopo l'esaltante vittoria contro Miami e ed il fatto di trovare conferme con la vittoria in back to back contro Atlanta non faceva altro che annebbiare ulteriormente la mia mente. Sembravamo fortissimi, sembrava che avessimo trovato la quadratura del cerchio (ma siamo ancora a gennaio!) sembrava che il resto del tour ad est potesse essere una passeggiata. Invece, se a Miami avevamo giocato una delle più belle partite della mia nuova gestione ai Lakers ad Orlando cadiamo fragorosamente, giocando una delle partite più brutte della stagione. Siamo molli, poco determinati e poco concentrati ed il risultato finale di 82-95 non rende l'idea di quanto siamo stati fuori partita. Ci rifacciamo contro Chicago, dopo appena un giorno di riposo, in una di quelle "partite da playoff giocate in regular season": ritmi bassi, difese arcigne, lotta su ogni pallone e giocate al limite. La sfida tra Rose e Cameron è di quelle bellissime ma finisce sostanzialmente in parità; a fare la differenza ci pensa Kobe che nonostante un Butler che lo segue anche nel garage ne piazza 35 pesantissimi. Non c'è tempo per riposarci, dobbiamo chiudere il nostro tour e siamo dunque in back to back di scena a Philadelphia. La solita pioggia di fischi investe il Mamba, che magari non si fa influenzare più di tanto ma che ha stanchezza sulle gambe e non gioca questa grande partita, Cameron è più scolastico del solito e in generale paghiamo lo sforzo contro i Bulls della sera prima. L, e quel "E chi ci ferma più?" è diventato un lontano ricordo.
Il tour è comunque terminato, si ritorna a casa e lo Staples è agghindato a festa perché va in scena "La Rivalità". Celtics@Lakers. Boston è ancora alla ricerca di sé stessa, viaggia con un record mediocre ad est, ma questa partita non fa testo, è noi contro di loro, è una storia vecchia che si rinnova: i Celtics al draft hanno preso un'ala piccola, tale Darius Player, che è secondo per punti a partita tra i rookie. Non è bianco, non è un tiratore letale, ma se noi abbiamo il nostro nuovo Magic perché Player non può essere un nuovo "Bird"? La partita è bellissima, sentita come al solito e giocata in maniera diversa da entrambe le squadre: Rondo domina psicologicamente il nostro Cameron (è la prima volta che l'ho visto così in difficoltà), Player ci fa male spesso e volentieri ma noi troviamo punti importanti da Taylor, il quarantunenne canadese stappa un'altra bottiglia di Nash 2005 che però non è sufficiente per creare lo strappo. Serve qualcuno che faccia la differenza e questo qualcuno (fortunatamente per noi) indossa la maglia gialloviola numero 24. Kobe è mostruoso, ne fa 40 con 11 assist, distrugge letteralmente Bradley e ci regala un'importantissima vittoria.
Abbiamo un po' di riposo per poi ospitare, sempre allo Staples, i Thunder. Cameron deve farsi perdonare l'errore della sfida precedente che ha regalato la vittoria ad OKC e la prestazione opaca contro Boston e allora parte fortissimo, ma il problema è che gli altri non lo seguono. Kobe gioca bene ma litiga con il ferro, McGee e Plumlee se le danno di santa ragione con Ibaka e "Porkins" e la partita resta in equilibrio a lungo. È ancora una volta Nash a suonare la carica ad inizio quarto periodo con due giocate di tecnica pura, Kobe completa l'allungo, Durant però piazza una raffica impressionante che potrebbe farci crollare se non ci fosse Antetokounmpo che si prende due "and one" consecutivi da applausi che orientano definitivamente il match. Ci sentiamo forti, pronti a suonare la carica per risalire in classifica dato che eravamo scivolati al quinto posto ad ovest e la vittoria contro OKC ci poteva rilanciare di slancio, ma la doccia fredda fatta presso il domicilio dei T-Wolves spegne ogni nostro entusiasmo. 
Di nuovo quinti ad ovest, una gara di distacco dalla seconda (7 dai Rockets, primi) e una di vantaggio dalla nona. Questa stagione non finisce mai!

domenica 4 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Let it snow! Let it snow! Let it snow! (Baskets)

Va bene gli addobbi, il meteo e quant'altro, ma nel 2k-world si entra ufficialmente nel clima natalizio solo quando in TV si iniziano a vedere i promo della splendida Mariah Carey... Il 2k-natale è alle porte ed il Christmas Event ci vedrà protagonisti ad OKC per una sfida "impossibile" contro i Thunder, ma prima dell'evento natalizio ospitiamo e battiamo i Warriors allo Staples Center. Vittoria importante e "scaccia-crisi", perché la sensazione di esserci incartati su noi stessi dopo i tre buzzer beaters subiti iniziava a serpeggiare tra i ragazzi e dunque la vittoria contro Golden State ci permette di guadagnare fiducia in vista della sfida natalizia. 
Ad OKC siamo attribuiti del ruolo di "vittima sacrificale", ma la curiosità è tutta nella sfida Westbrook-Cameron: il rookie sta facendo una stagione impressionante, ma Russell è uno di quei giocatori che non va sotto fisicamente con il nostro numero 15 e dunque la battaglia si prospetta interessantissima. I padroni di casa sono eccezionali, KD e Westbrook fanno le umane e le divine cose, Kobe e Lamb ingaggiano un duello infuocato, sotto i tabelloni volano botte da orbi: i Thunder scappano, noi li inseguiamo per tutto il match, rientriamo anche perché stappiamo un Nash d'annata 2005, impattiamo e Cameron ci porta sul +2 a 19 secondi dal termine grazie ad un "and one" che sembra decisivo. Sembra, perché Westbrook sul ribaltamento di fronte ce lo restituisce incredibilmente, lasciando 9 decimi sul cronometro: questo sì che è decisivo, perché la preghiera di Cameron viene sputata dal ferro ed il risultato è la quarta sconfitta in volata (124-125 il finale, una partita giocata a ritmi indescrivibili) nelle ultime cinque partite. 
Non ci sto, la squadra non merita di raccogliere così poco dopo aver seminato tanto e non ci stanno i ragazzi, che si ricompattano e danno vita ad una striscia di vittorie niente male: dopo un giorno di pausa, allo Staples facciamo fuori i Suns, squadra ostica ed interessantissima; altri due giorni di riposo e poi portiamo a casa il derby californiano contro i Kings in una sfida che evoca tanti bei ricordi e che sembra pronta ad essere riproposta ad alti livelli. La gara contro Sacramento è l'ultima in casa prima di un mini-tour ad est. Come detto, i ragazzi dopo la botta psicologica contro OKC si sono ricompattati ed allora espugniamo anche Detroit per poi cadere contro i Wizards nella capitale, dove è andata in scena la sfida stellare tra Cameron e Wall. La sconfitta con i Wizards è "psicologica" però, perché dopo un solo giorno di riposo siamo ospiti degli Heat, in una sfida che non ho mai affrontato in questo SIM14-world e che decreta anche l'apertura del nuovo SIM14-anno.
Gli Heat si aspettano probabilmente un attacco frontale, il nostro gameplan invece prevede inizialmente la palla sotto per McGee e la cosa paga dividendi insperati (2 falli per Bosh). Kobe decide di spendere il classico gettone, Wade fa altrettanto, LeBron e Cameron invece il gettone lo spendono sempre e non vedono il motivo per non farlo pure oggi e viene fuori una partita tiratissima e combattutissima in cui il massimo divario tra le due squadre è un +5. Ancora un finale punto a punto, Cameron produce, Kobe (mostruoso nel secondo tempo con 24 punti) mette la tripla del +3, ma questa volta non c'è tempo per la replica perché la bomba del Mamba è sganciata sulla sirena: spezziamo la "maledizione", vinciamo in casa Heat e ci issiamo al terzo posto ad ovest, con ben una gara di vantaggio sulla decima in classifica! 
Le feste stanno finendo, la regular season, invece, si prospetta ancora lunghetta...

giovedì 1 maggio 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Il suono della sconfitta

Legenda vuole che l'adagio tipico del basket NBA "Non è finita finché la signora grassa non ha cantato" sia un riferimento all'Opera, la quale solitamente si conclude con un'aria di un soprano donna (dunque corpulenta). Inizio allora a pensare che devo portare i miei ragazzi a teatro a vedere l'Opera, perché i rocamboleschi esiti delle gare disputate prima del 2k-Natale sono inevitabilmente legati al canto delle sirene (non quelle di Ulisse, ma quelle dei palazzetti NBA).
Dopo aver ottenuto lo scalpo (non prestigiosissimo) dei Mavs, siamo ancora di scena in Texas, questa volta a San Antonio, ovvero nel luogo in cui Cameron scrisse la storia non molto tempo fa. Evidentemente al rookie più chiacchierato della stagione vedere neroargento porta un certo fastidio, in quanto anche questa volta è autore di una prova maiuscola. Come detto, gli Spurs sono veramente forti e la campagna acquisti è stata di altissimo livello, tuttavia noi siamo più in palla e li dominiamo nonostante un Kobe frenatissimo ma grazie ad un McGee di grande impatto nel finale. Siamo in una buona condizione di forma, ma la sfida contro New Orleans ci mette di fronte una squadra talentuosa ed in grande crescita. Davis è ovviamente la punta di un iceberg che annovera anche Holiday e Gordon tra le sue armi. Arriva una sconfitta, che ci sta vista la nostra poca concentrazione. Sembra essere la sveglia che ci serve, perché dopo un giorno di vacanza torniamo in campo contro Dallas. La diversa energia delle squadre è evidente, ma è differente proprio il nostro atteggiamento (il classico linguaggio del corpo) rispetto a New Orleans: W doveva essere e W sia.
Siamo in fiducia quindi, siamo pronti a fare bene, all'orizzonte ci aspetta la sfida con i Rockets, primi ad ovest, e siamo sicuri di poter toglierci qualche soddisfazione contro Kings e Grizzlies. Ed invece tutte e tre le squadre ci porteranno a teatro, battendoci con tre buzzer beaters che non poche ripercussioni avranno sul nostro morale. A Sacramento si gioca una delle sfide più combattute di questa regular season. La sfida tra "cervelloni" sotto le plance fa saltare ripetutamente i tifosi dalla sedia, nessuna delle due squadre riesce a prendere il sopravvento sull'altra per tutta la gara, ma quando Kobe inventa il fadeaway del +2 con 5 secondi sul cronometro pensiamo veramente che sia finita: rimessa Kings, Gay per Thomas, scarico in angolo per la tripla di McLemore, ciuff... 100-99 Sacramento e Sleep Train Arena che va in visibilio. "Va beh, capita" pensa uno. Ci spostiamo a Memphis, altra gara combattutissima ed equilibrata, questa volta è Cameron a prendersi la responsabilità di chiuderla, palleggio-arresto-tiro, in and out, Plumlee con il rimbalzo offensivo, tap-in, buono!!!! 89-88 Lakers, 2 secondi da giocare, rimessa Memphis, Prince per Conley che dalla tre quarti prende e spara, ciuff... 89-91 Grizzlies!!!!! Ritorniamo allo Staples, affranti e ridimensionati ma pronti alla sfida contro i Rockets del grande ex DH12. Partiamo bene, facciamo il solco, Houston rientra, scava il solco, rientriamo noi questa volta e sul -2 Kobe attira il raddoppio e scarica per Cameron in angolo che si alza e mette la tripla del 105-106, lasciando 8 secondi sul cronometro. Ancora rimessa per i Rockets, Lin per Harden, la barbuta guardia è attesa da un Kobe famelico, serve Parson il quale è si caldissimo ma non può prendersi un tiro così, dal palleggio, da 2, marcato da Wesley Johnson, ciuff... 107-106 Rockets.
Che dire a questo punto? Eravamo quasi in testa ad Ovest ed ora, complice una classifica cortissima, siamo in piena lotta per il quarto seed. "Mi scusi, quanto costano i biglietti per la Carmen? Perfetto, me ne dia 12...".