martedì 27 agosto 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: A cavallo di due 2k-anni

Il periodo natalizio, si sa, è periodo di grandi abbuffate, cene e pranzi interminabili da cinquanta portate almeno, che sembrano non finire mai. L'NBA, nonostante le abbuffate, non si ferma e dunque i miei Bobcats sono costretti a scendere in campo anche in questo periodo di feste, che ci porterà al tanto agognato capodanno con susseguente arrivo del nuovo 2k-year.
Ancora storditi dalla "luculliana vittoria" del Christmas Event, andiamo dai dimessi Wizards (così li avevo appellati...) orfani di Wall per subire una sconfitta di misura per 106-107. La nostra è la classica partita più da Lakers che da Bobcats: svogliati, supponenti, privi di mordente e scollati come non mai, meritiamo la sconfitta che arriva beffarda con l'ultimo tiro di Anthony sputato dal ferro dopo una strepitosa rimonta (per la serie Ball don't lie). La sconfitta mi fa arrabbiare parecchio e negli spogliatoi tuono ferocemente. I risultati si vedono nella vittoria per 77-108 contro i Raptors: nonostante il back to back, siamo attenti, concentrati, pronti e reattivi e massacriamo una ormai atavica "non-squadra". Un giorno di riposo e, sempre alla Time Warner Cable Arena, ospitiamo gli Hawks. La partita si presenta come una sfida piuttosto difficile per noi, poiché Atlanta ha un reparto lunghi di altissimo livello, tuttavia noi li mettiamo in difficoltà al contrario giocando a ritmi elevatissimi, costringendoli a correre e allargando spesso e volentieri il campo. Arriva un'altra bella W, 88-115, nella quale Melo e Westbrook combinano per 54 punti ma che è giocata bene più generalmente da tutta la squadra. Arriva il capodanno, ma noi non ci fermiamo anche perché dopo un paio di giorni facciamo l'esordio nel nuovo 2k-year, sempre alla TWC Arena ma questa volta contro i Cavs. Nonostante i "sudditi traditi" abbiano messo su una bella squadra, noi abbiamo ufficialmente smaltito le scorie natalizie e giochiamo una partita eccezionale: la nostra difesa stritola i nostri avversari ed arriva la terza W consecutiva, 94-127. Non è tutto oro quel che luccica però, a fine gara infatti Agent 7 zoppica vistosamente ed il responso sarà di un leggero e dolorosissimo (ma non grave) infortunio all'alluce che lo tormenterà per un po' (-4 punti di overall).
Il banco di prova per il nuovo "zoppo"è l'ultima sfida alla TWC Arena prima di un mini-tour ad ovest, contro gli anziani Celtics. Melo la mette sul personale e sigla 28 punti ma, a causa soprattutto di un paio di automatismi da registrare, non sono sufficienti per battere i verdacci personalissimi acerrimi nemici: The Truth ce ne stampa in faccia 24 e Rajon Rondo sfrutta al meglio le difficoltà di Westbrook (comunque autore di 22 punti) per firmare 14 assist e guidare i suoi alla vittoria. La sconfitta contro Boston è per me un'occasione troppo ghiotta per non tirare le orecchie alla squadra (ma la verità è anche che preferirei perdere 78 partite in regular season purché le uniche quattro vittorie siano contro i Celtics) e gli effetti si vedono immediatamente nella partita contro i Blazers, secondi ad ovest e prima trasferta del precedentemente annunciato mini-tour. Lilliard e Westbrook sostanzialmente si annullano a vicenda ed allora a fare la differenza ci pensa il nostro Carmelo Anthony, che ci guida con 34 punti e 8 rimbalzi. La partita è comunque vibrante, noi sempre avanti ma Portland sempre attaccata e vigile, e la portiamo a casa di autorità grazie ad un gran finale. C'è stata anche l'occasione di vedere la sagra delle stoppate: Anthony Randolph ce ne ha affibbiate quattro, Aldrige (solita doppia doppia per lui) altre tre, ma la giocata della partita la fa Biyombo con una stoppata al tabellone su Lilliard che fa saltare tutti sulla sedia (come Sua Altezza Reale). La vittoria contro i Blazers è di quelle che ti danno fiducia, perché Portland è un campo difficile (specialmente considerata la mia anima gialloviola) e dunque scendiamo in campo convinti e pronti a far bene a Denver, altro campo non semplicissimo. Ma quando dico che questo è uno sport da giocare prima con la testa, mi riferisco esattamente alla nostra prestazione contro le pepite: siamo "rock solid" a livello mentale, giochiamo aggressivi e concentrati e portiamo a casa dunque un'altra importante vittoria. Mattatori indiscussi Westbrook e Anthony, soprannominati dai giornali "la coppia più bella del mondo": 27 punti e 8 assist per l'ex illustre; 25 punti, 7 rimbalzi e 4 assist per Westbrook, ovviamente alla faccia dell'infortunio.
Siamo primi in classifica abbondantemente, abbiamo un serissimo candidato all'MVP e, a detta di quasi tutti gli addetti ai lavori, il miglior Melo di sempre. "Cosa vuoi di più dalla vita?" recita una nota pubblicità: la vittoria contro i Celtics...

mercoledì 21 agosto 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: All I want for Christmas is...BIG matches!


2k-Natale! Tempo di festa, di gioia, di divertimento e di vacanza, ma anche e soprattutto di sfide importanti, del Christmas Event e dell'immancabile bellissima Mariah! Sotto l'albero per noi ci sono i Thunder, ma prima di arrivare alla "rivincita della rivincita" (giusto una 2k-week fa espugnavamo il Thunderdome) ci sono un paio di sfida da affrontare.
Il percorso di avvicinamento al match di Natale, tuttavia, non inizia nel migliore dei modi: perdiamo infatti in casa con i Kings per 113-100 in una gara in cui non riusciamo ad arrestare Brandon Jennings (33 per lui alla fine con 12 assist e un sentenzioso 65% dal campo). Il motivo della sconfitta va soprattutto ricercato nella partita successiva, poiché siamo in back to back ospiti degli Heat. Partita eccezionale questa: Miami sempre avanti (ma mai in fuga) anche a causa di un Anthony falcidiato dai falli, noi restiamo attaccati grazie ad un mostruoso Westbrook ed alla prova molto solida di Pekovic; nel quarto periodo si accende "Meluzzu", passiamo in vantaggio ma Miami si porta sul +2 ad 8 secondi dalla fine con un fadeaway di LeBron, ma Westbrook pareggia e forza l'overtime; nel supplementare, Wade spende il sesto fallo presto mentre Westbrook e Anthony confezionano la nostra vittoria. La portiamo a casa per 135 a 128, con James che ci rifila 46 punti, ma l'MVP è Agent 7 con 38 punti e 8 assist. Un giorno di pausa e ospitiamo i T-Wolves alla TWC Arena. Melo ne firma 29, noi creiamo lo strappo nel terzo quarto e la doppia doppia di Love è effimera perché vinciamo per 86-96. Altro giorno di pausa e sono i Wizards a farci visita. Perso il "sig. Muro" per il resto della stagione causa infortunio, nella capitale sono tornati a deprimersi come non mai e dunque ospitiamo una squadra molto dimessa psicologicamente. La partita non è mai in discussione, arriviamo in scioltezza all'80-107 finale con MKG top scorer a quota 21.
Si prendono i passaporti e si vola a Toronto per l'ultima partita prima del match di Natale. Se i Wizards sono depressi, i Raptors sono semplicemente scarsi: senza Gay e Bargnani, partiti per altri lidi, affrontiamo una squadra totalmente senza capo e né coda, in uno stadio praticamente vuoto. 117-93 il finale, ma solo perché giochiamo in seconda marcia, senza spingere neanche un po'. Un paio di giorni di riposo e finalmente arrivano i Thunder. La partita è combattutissima, il massimo vantaggio raggiunto sarà di 5 punti, e viene giocata come se fosse una gara di playoff da entrambe le squadre. Durant, causa leggero infortunio, parte dalla panchina ma ne metterà comunque 36, ma Anthony gioca una partita mostruosa a livello offensivo, Westbrook sarà il nostro faro nei momenti caldi e noi, con una grande dimostrazione di maturità e forza, usciamo con una bella W che fa tantissimo morale e classifica. Non c'è il tempo di godersi la vittoria che dopo un giorno siamo subito in campo, in quanto ospitiamo i "cugini" New Orleans Hornets. "Il monociglio" sta venendo su bene e, più in generale, gli orfani ci CP3 sarebbero una bella squadretta, non fosse altro che sono falcidiati dagli infortuni (fuori Vasquez, Gordon e Aminu) e dunque possono ben poco contro la nostra potenza di fuoco: attualmente siamo ingestibili per gli avversari e sigliamo la sesta vittoria consecutiva che frutta il 22-6 che ci proietta in vetta alla classifica generale. 
Stiamo facendo bene, molto bene a dir la verità, ma teniamo sempre la guardia alta e siamo decisi a tirare dritto per la nostra strada.

domenica 18 agosto 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: Il primo tour non si scorda mai

Tempo di viaggi per i Bobcats! Non certo viaggi di piacere, ma il primo tour ad ovest della stagione che inizia proprio con il 2k-mese nuovo. Come al solito, i "viaggi lunghi" sono momenti delicati nella creazione di un gruppo: è questo il momento in cui si cementifica la squadra, il momento in cui si stabiliscono le gerarchie e si capisce di chi ci si può fidare sempre e comunque e chi invece darà un apporto più casuale.
Prima di fare le valige, ospitiamo i Nets nell'ultima gara di 2k-Novembre. Brooklyn è squadra difficile da affrontare, perché talentuosa e fisica, ma noi vogliamo salutare bene il nostro pubblico e ci imponiamo con un bel 100-108. Anthony, 29, è il mattatore dell'incontro, anche se il "capolavoro" lo facciamo difensivamente tenendo ISO-Joe e MarShon Brooks a 35 punti combinati (solitamente, ce ne piazzano almeno 50). Dopo questa gara, si parte!
La prima gara del tour è nella L.A. povera del dopo Chris Paul. Melo è ispiratissimo e ne firma 34, Westbrook va ad un rimbalzo dalla tripla doppia (23+11+9) e per i Clippers i 28 di Griffin sono effimeri: vinciamo 116-104. In back2back a Sacramento però, perdiamo 98-109 anche a causa di un Brandon Jennings inarrestabile. È una sfida strana quella contro i Kings, nella quale scendiamo in campo chiaramente distratti e fisicamente un po' frenati. Sembra la classica amichevole pre-mondiale, "la prova generale" nella quale i giocatori non spingono per evitare di farsi male e saltare il torneo più importante del mondo. Non è un caso questo paragone, perché dopo un giorno di pausa siamo ospiti dei Thunder. "La rivincita" è una gara da far saltare sul divano: la partita è combattutissima e significa tantissimo per entrambe le squadre. L'equilibrio regna sovrano finalmente (basti pensare ai 21 pareggi e ai 15 cambi vantaggio), noi abbiamo qualcosa di importante da dimostrare e con un finale clamoroso per intensità ed abnegazione la portiamo a casa 118-110. Westbrook è l'MVP con una prestazione monstre da 26 punti e 16 rimbalzi.
La vittoria con i Thunder è una di quelle partite che ti fa si esaltare ma anche ti svuota psicologicamente e fisicamente. Infatti paghiamo lo sforzo nella sfida ai Lakers di due 2k-giorni dopo. I gialloviola non sono in buonissime acque e noi sembriamo in grado di controllare la sfida. Tuttavia, Kobe si accende nel secondo tempo e sigla 45 punti, noi ci incartiamo, sbagliamo il tiro della vittoria con Melo e la gara finisce 105-106 Lakers. Un giorno di pausa e siamo ospiti di Kemba Walker a Phoenix: non c'è partita, l'illustre ex gioca una partita onesta ma noi siamo una squadra di livello superiore e ci imponiamo prepotentemente per 132-93. Il tour è finito, disfiamo le valigie e ritorniamo alla Time Warner Cable Arena dove ospitiamo i Magic. Melo fa 17+9 rimbalzi+11 assist, 24 punti li firma Westbrook e non concediamo alcun diritto di replica ai nostri avversari: 76-105 il risultato finale, W importante che ci permette di concludere in maniera esaltante un periodo piuttosto delicato e che ci permette di issarci in testa alla lega con un convincente record di 16-5!

venerdì 16 agosto 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: Così si gioca solo in paradiso

"I Bobcats escono allo scoperto", "Si punta al titolo", "Questa stagione è già segnata"... I titoli dei giornali si sprecano, l'entusiasmo è alle stelle, la sensazione attorno alla squadra è di "squadra del destino"; tutte situazioni che abbiamo già vissuto, tutti scenari che nella mia carriera da 2k-allenatore sono stati affrontati e che dunque non mi scompongono. Tuttavia, c'è del vero in ciò che si dice e la frase di Bernardini "Così si gioca solo in paradiso", pronunciata in seguito alla vittoria del suo Bologna per 7-1 contro il Modena, calza a pennello per questa squadra. Il perché è presto detto e di facile intuizione: in queste due 2k-week abbiamo giocato 7 partite ed il nostro bilancio è stato di 6 vittorie ed una sconfitta.
Apriamo la prima settimana con un trittico in trasferta: Detroit, Toronto, Orlando. I Pistons, sorprendentemente primi ad est nella scorsa 2k-stagione, stanno stentando un po', ma sono sempre una squadra molto difficile da affrontare. Esce fuori una partita combattutissima, si lotta su ogni pallone e sembra di assistere più ad una sfida di playoff che ad un match di inizio regular season. Ci serve un capolavoro di Anthony nel finale per avere ragione (107-106) dei padroni di casa. Dopo un giorno di riposo, si va a Toronto. I Raptors, dopo aver fatto delle scelte che sembravano portarli sulla giusta direzione, hanno perso Gay e sono tornati nell'anonimato. È una gara per noi fin troppo semplice e gli inutili 20 punti di Valanciunas ci fanno il solletico poiché firmiamo un clamoroso 116-73. In back to back andiamo ad Orlando, sfida del mio personale 2k-cuore contro una squadra emergente, costruita bene e difficile da affrontare. Soffriamo parecchio, anche perché c'è un po' di stanchezza a causa del back to back, ma usciamo prepotentemente con un finale da applausi ed il 110-106 finale è firmato da un Westbrook mostruoso da 24 punti, 11 assist e 7 rimbalzi (ad un passo dalla tripla doppia). Ritorniamo dopo un giorno di riposo alla TWC Arena per la rivincita contro i Pistons: di nuovo una sfida al limite, di nuovo una lotta furibonda, di nuovo Meluzzu mattatore. Questa volta, di punti ne mette 29 e ci aggiunge la bellezza di 8 assist, anche se a concludere ci pensa Westbrook, implacabile dalla lunetta nello stampare il 105-108 con cui si conclude il match.
La sfida contro i Pistons in casa è la prima di una serie di partite che ci preparerà per il primo tour della stagione, tour che culminerà con la sfida contro i Thunder. Ma è ancora presto per pensarci, dobbiamo prima regolare i Bucks con una sonora vittoria per 98-111 che ci a rizzare le orecchie per un altro motivo: Westbrook e Anthony stanno iniziando "a giocare assieme" e la testimonianza sono i 61 punti combinati dei due. Un giorno di riposo ed arrivano i Knicks. Inutile dire che si tratta di una sfida speciale sia per la squadra che per Anthony, figlio rinnegato della Grande Mela. I Knicks si sono rifatti con Stuckey e Bargnani e paradossalmente si tratta di una sfida al vertice visto che le due squadre hanno lo stesso record (un 10-2 che fa sorridere i tifosi di Doyle Brunson). Interpretiamo la gara nel migliore dei modi, giochiamo una partita corale di eccellente livello e la W per 87-100 è il giusto premio per una grande gara che concludiamo con 7 giocatori in doppia cifra. Stupisce, viste le premesse, la sconfitta che rimediamo contro Dallas per 93-79. Stupisce un po' tutti allora la sconfitta per 93-79 che rimediamo contro Dallas. Stupisce perché siamo in salute e loro sono una squadra in ricostruzione, perché veniamo da due giorni di riposo e loro sono in tour, perché da come stavamo giocando sembravamo inaffondabili, perché a metà gara eravamo sul +8. Ma qui, esce tutta la mia "Lakersitudine" che è inevitabilmente trasferita alla mia squadra. Ma è anche vero che la Los Angeles gialloviola è un pezzo di paradiso, quindi quando in conferenza stampa affermo "Così si gioca solo ai Lakers" questi zotici giornalisti mi guardano strano, ma io un po' Fulvio Bernardini mi sento...

lunedì 12 agosto 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: L'inizio delle ostilità

Quando lo speaker annuncia "...starting at small forward, from Syracuse, number #15, Carmelo Anthony..." un boato scuote la Time Warner Cable Arena. Ci siamo, la 2k-summer è finita, il tempo dei sogni per i tifosi, delle aspettative e dei proclami è terminato, da adesso si fa sul serio!
Il nostro esordio non è dei più facili: ospitiamo i Denver Nuggetts, squadra molto completa e difficile da affrontare perché basata su un impianto corale molto ben strutturato. Ed infatti soffriamo. Dopo una buona partenza, ci impelaghiamo in una gara equilibrata giocata punto a punto. Serve un Westbrook da 30 punti e la prima grande prestazione di Anthony (24+9 rimbalzi) per vincere la resistenza di Denver. È proprio il #15 a fare le giocate della partita nel finale: stoppata, recupero e dunk in contropiede e poi tripla uscendo dai blocchi sono le azioni che nell'ultimo minuto ci concedono il margine per il 90-94 finale. A Denver non basta un super-Fournier da 27 punti. Un giorno di riposo ed ospitamo i Suns, leggasi "il nuovo regno di Kemba Walker". L'ex più atteso non stecca, gioca una grande partita da 23 punti, 7 rimbalzi e 7 assist, ma la gara non è mai realmente in discussione perché controlliamo sempre il "tempo of the game" con autorità. Bene Westbrook con 24 punti, Leonard sfrutta il miss-match offensivo firmando 19 punti, Melo tira male, ma è decisivo nel finale con un paio di giocate clutch. Sempre un solo giorno di riposo e poi arriva il primo back to back della stagione, con annessa prima trasferta e prima sconfitta a Cleveland contro i nuovi Cavs di Gay e Irving. Giochiamo malissimo, proprio Gay ne timbra 35 ed il migliore dei nostri è il nuovo arrivato con la doppia doppia da 23 punti e 10 rimbalzi, prestazione che non ci permette di evitare l'umiliazione del 111-136. Come detto, siamo in back to back ed in casa ospitiamo i T-Wolves, non certo autori di una grande partenza. Il redivivo Brandon Roy ne firma 27, ma noi disputiamo una grande prova di squadra (a testimoniarlo ci sono i 13 assist di Westbrook) e la portiamo a casa senza grossi patemi.
Tutto come previsto finora, ma apriamo la seconda 2k-week con una coppia strana di partite: domenica siamo in casa contro i Nets e martedì siamo ospiti dei Nets per la rivincita. Gli uomini del magnate russo arrivano alla Time Warner con un record immacolato di 4-0, dunque la partita non è certo facile per noi, ma non ci perdiamo d'animo, ci mettiamo testa e voglia e infliggiamo loro la prima sconfitta stagionale che, tra l'altro, ci permette di agganciarli in classifica. Come detto, dopo il lunedì di riposo (sarà che ci hanno scambiato per barbieri...) c'è la rivincita al Barclays Center. La gara è da fuochi d'artificio, partiamo bene e poi subiamo il ritorno dei padroni di casa, che impattano e passano in vantaggio, noi rientriamo e con un grandissimo finale riusciamo a portare a casa una bella e convincente W. Grande prova di Westbrook (28 punti) e eccezionale Melo nel quarto periodo (prestazione da 21 punti e 8 assist). Abbiamo un giorno di riposo e poi ospitiamo i Celtics, autori di una partenza non certo irresistibile (1-5), alla TWC Arena. Dire che giochiamo la peggiore partita della stagione è alquanto eufemistico, siamo sfilacciati e disattenti. Loro invece sono concentratissimi come gruppo e ci infliggono una lezione importante. L'unica cosa da salvare in questa gara è però la voglia di non mollare mai: sotto di 20 ad inizio quarto periodo, diamo vita ad una furibonda rimonta, che viene arrestata solo dal secondo ferro preso da Agent 7 nel tiro del pareggio sulla sirena! Il risultato finale è un 92-90 evitabile ma che ci insegna una lezione: anche con 10 all star, se non scendiamo tutte le sere con il cipiglio giusto le prendiamo...
Attualmente il nostro record è 5-2, siamo quarti ad est ma assolutamente in linea con le aspettative. A mio avviso, per ora siamo tra il 50% ed il 70% del nostro potenziale, dobbiamo ancora trovare fiducia e continuità visti i nuovi arrivi. Ci sta, la stagione è ancora lunga e noi abbiamo fatto cambiamenti importanti, ma presto dovremo iniziare ad alzare il livello!

mercoledì 7 agosto 2013

2k13-Summer 2014: Alp89's twelve


Il riferimento de "The Charlotte Observer" è un chiaro tributo alla mia anima Lakers. Si, è vero, abbiamo fatto una squadra da film, una squadra degna di Hollywood, con stelle conclamate e grandi aspettative. Ma non è stato facile: c'era una squadra con delle basi da cui partire, una "filosofia quasi-vincente" da preservare, degli equilibri fragili ma efficaci da non rompere. Ma vediamo chi sono questi fantomatici "Alp89's twelve".
La prima parte della off-season è dedicata ai rinnovi, sia a quelli dello staff tecnico, confermato in toto, che a quello dei giocatori. Abbiamo molti giocatori in scadenza: Walker, Kidd-Gilchrist, i due Leonard (Kawhi e Myers), Biyombo, Fredette, Mullens e Williams. Esercitiamo le opzioni di squadra per Biyombo, MKG e Kawhi Leonard, mentre rifiutiamo clamorosamente quella di Kemba Walker, Jimmer Fredette e Myers Leonard, inoltre Mullens e Williams vogliono provare il mercato dei free agents (non hanno opzioni). Ma la notizia è il "caso" Kemba Walker, caso che diventa terremoto quando, dopo non aver esercitato l'opzione, non proponiamo il rinnovo. Inutile dire che Rich Cho, GM in carica e braccio destro di MJ, è praticamente furioso e chiede a Michael la mia testa (forte anche dello 0-4 rimediato alle Finals). Jordan però è curioso, mi dice di andare avanti e a fine estate tirerà le somme.
Arriva la notte del draft. La class draft è una class draft reale ma "vecchia", dunque lo scouting è molto approssimativo. Noi abbiamo tre scelte: le nostre (trentesima e cinquantottesima assoluta) ed una di non ricordo chi (la trentaduesima assoluta). Shabazz Muhammad va alla 1, mentre noi con la trentesima draftiamo Alex Len (62 di overall), con la trentaduesima draftiamo Pierre Jackson (58) e scambiamo la cinquantottesima con la seconda scelta 2015 di Toronto. Firmati i due rookie, ci presentiamo al mercato dei free agents con circa 25 milioni di budget.
C'è un pesce grosso, anzi enorme, sul mercato. È uscito dal contratto, è considerato un perdente ed ha la sua città natale contro, non essendo riuscito a portarla in cima al mondo. La concorrenza è spietata, ma la nostra offerta di contratto è praticamente imbattibile: 2+1 opzione giocatore, 20 milioni a salire. Quando arriva l'ufficialità, Rich Cho è in visibilio e chiede ripetutamente a MJ di farmi una statua: Carmelo Anthony è un giocatore dei Bobcats! Anthony non è però che un pezzo della macchina che voglio costruire. C'è un giocatore a cui somigliavo (con le dovute proporzioni) quando calcavo il parquet in veste di giocatore. È un mio pallino, ma anche un giocatore che ha una grande versatilità, oltre ad essere un difensore clamoroso e, più in generale, un cestista completissimo. Lo convinco con un contratto annuale da circa 800 mila dollari, e così Andrei Kirilenko è dei nostri. Abbiamo perso Reggie Williams, dunque serve un tiratore mortifero che magari sia un po' più consistente psicologicamente del nostro ex-#55. Ho provato, nel corso della carriera sentimenti contrastanti per lui: esaltazione per essere arrivato in NBA, delusione per i risultati ottenuti (anche in nazionale), rispetto, stima e fiducia per un'etica lavorativa ed una voglia di far bene unica: è un nostro connazionale, è un cuore gialloviola ed è abituato a stare in città piccole essendo originario di San Giovanni in Persiceto. Contratto biennale da circa 2,7 milioni di dollari, Marco Belinelli è il nostro terzo acquisto. Per completare la rosa, contatto Fredette, del quale deteniamo diritti Bird, ed arriviamo ad un accordo biennale sulla base di circa 2 milioni di dollari a stagione.
C'è però ancora qualcosa che manca a questa squadra, in particolare manca un giocatore d'ordine capace di rallentare una "banda di scalmanati" come questa. È da un po' di tempo che penso a lui, mettiamo sul piatto Pierre Jackson, Saunders (non so chi sia né ricordo come è arrivato in squadra, ha giocato comunque in gara 3 delle Finals, overall 65...) ed una seconda scelta al draft, per ottenere dai Suns Kendall Marshall.
L'estate è finita, Jordan e Cho sono entusiasti del mio lavoro, ma anche categorici: quest'anno o si vince o ci si saluta e io sono d'accordo con loro.
Questo il roster dei 2k13-Bobcats 2014-2015:

PM: Westbrook, Marshall, Fredette
G: Leonard, Henderson, Belinelli
AP: Anthony, Kirilenko
AG: Kidd-Gilchrist
C: Pekovic, Biyombo, Len

martedì 6 agosto 2013

2k13-Finals 2014: Bobcats@Thunder; Game 3 & Game 4

Game 3 = http://www.ustream.tv/recorded/36865009

Sotto 0-2 nella serie nonostante fossero due gare casalinghe, i Bobcats sono chiamati ad una risposta per tentare una clamorosa rimonta che deve iniziare ora da gara 3. Non ci sono alibi, non ci sono scuse, non c'è domani: solo la W potrebbe riaccendere le speranze di Charlotte, ma KD e compagni non hanno alcuna intenzione di far rientrare gli avversari nella serie e vogliono chiudere il prima possibile la contesa. È il momento di diventare grandi.
Consci dell'esperienza-zona di gara 2, gli ospiti fanno esattamente quello che era previsto, ovvero si piazzano subito in difesa con una zona fronte-pari nel tentativo di impastare l'attacco di OKC, finora inarrestabile e protagonista assoluto con medie stratosferiche. La mossa, purtroppo per gli ospiti, non paga perché Kevin Durant non si fa molti problemi: da qualsiasi posizione, chiunque lo marchi, lui prende, spara e segna. Il -10 iniziale pesa come un macigno sulle teste degli ospiti che collassano immediatamente non trovando alternative offensive a Westbrook ma soprattutto incapaci di arrestare la marea offensiva dei padroni di casa. Il problema è che Charlotte difende, si danna l'anima, ma in un modo o nell'altro i Thunder riescono sempre a segnare o, comunque, a trovare punti al secondo tentativo. Charlotte non molla, è orgogliosa e non ci sta a perdere, ma il tabellone all'intervallo recita uno sconsolante -20 con la "bellezza" di 73 punti concessi in due soli quarti e le rotazioni ridotte dovute all'indisponibilità di Reggie Williams non fanno altro che affossare ulteriormente le speranze dei Bobcats. 
I timidi segnali di risveglio degli ospiti con cui si apre la terza frazione sembrano scuotere leggermente le certezze dei padroni di casa, ma in realtà è la quiete prima della tempesta: tutti gli effettivi dei Thunder vedono la famosa "vasca da bagno al posto del canestro", mentre i Bobcats iniziano ad innervosirsi, spendono un paio di falli di troppo e non riescono a segnare tiri che solitamente entrerebbero ad occhi chiusi. Neanche l'ingresso di Fisher riesce emotivamente a cambiare la partita e la distanza tra le due squadre si mantiene costante attorno ai 20 punti. La situazione è insostenibile psicologicamente per i Bobcats che lottano ma vedono avvilito ogni segno di rimonta ed alla fine crollano questo vuol dire solo una cosa: garbage time e gara 3 in mano ai Thunder.
Finisce 101-132 Thunder. L'MVP è Kevin  Durant con 48 punti. 27 punti li sigla Kevin Martin; per gli ospiti 29 dell'indomito Westbrook, buon impatto con una decina di punti da parte di Myers Leonard, ma per il resto è notte fonda. Ora OKC avrà quattro match point.


Game 4 = http://www.ustream.tv/recorded/36907115 & http://www.ustream.tv/recorded/36907829

Risalire da uno 0-3 è un'impresa impossibile, se poi parliamo di una serie che non è mai stata messa in discussione l'impresa diventa due volte impossibile, a far diventare la cosa tre volte impossibile ci pensa il fatto che parliamo delle NBA Finals. Ma è anche vero che c'è sempre una prima volta: lo sanno i Bobcats, che devono fare la tripla impresa, e lo sanno i Thunder, che devono vincere per arrivare alla fine di un percorso. Gara 4 è per scrivere la storia!
I tifosi di OKC si aspettano la passerella, ma i Bobcats non hanno nessuna intenzione di concederla: partono concentrati, attenti, finalmente efficaci in attacco con il redivivo Pekovic e Kidd-Gilchrist ma anche presenti in difesa. I Thunder sono sorpresi dalla voglia di lottare degli ospiti e ci mettono un po' a carburare. Martin è meno mortifero del solito ma KD35 è invece intenzionato ad andarsi a prendere questo benedetto Larry O'Brien Trophy e trascina i suoi, con le solite medie realizzative insostenibili e la fiducia del Campione pronto a trionfare. Charlotte però lotta, vara quintetti inediti, improvvisa clamorosamente e prova a mantenere quel minimo margine che si era costruita, ma più passa il tempo e più si ha l'impressione che OKC deve solo affondare il piede sull'acceleratore per mettere K.O. in maniera definitiva gli avversari. L'attacco dei padroni di casa inizia la solita marcia inarrestabile, si verificano quei cinque minuti in cui non sembra esserci partita ed improvvisamente si arriva alla pausa lunga su un emblematico 57-74 Thunder.
È il preludio per un finale scontato. OKC illude gli avversari concedendo una timida rimonta al rientro dalla pausa lunga, poi affonda il colpo, si rimette a correre e lascia sul posto gli avversari, avviliti ed affranti ma mai domi. Il merito dei Bobcats è che, nonostante abbiano davanti un avversario chiaramente in stato di grazia, lottano fino alla fine contro tutto e tutti, senza risparmiarsi mai. Pekovic, MKG e, soprattutto, Westbrook non si arrendono fino alla fine, si impegnano, lottano, ci mettono letteralmente l'anima ma subiscono lo stesso una punizione tanto sonora quanto immeritata. Il finale è per l'ennesima volta di garbage time con un vantaggio di OKC che si aggira attorno ai 30 punti.
Finisce in trionfo per i Thunder che vincono gara 4 per 119-139 e la serie finale per 4-0 laureandosi per la prima volta nella loro storia campioni NBA!!!
L'MVP delle Finals è Kevin Durant!

Ed ora una succulenta estate...

venerdì 2 agosto 2013

2k13-Finals 2014: Thunder@Bobcats; Game 1 & Game 2

Game 1 = http://www.ustream.tv/recorded/36608471

Tra tutti gli Dei dell'Olimpo, gli Dei del Basket sono i più bizzosi. Non si spiega altrimenti questa finale, scherzo del destino per eccellenza e figlia di una 2k-trade estiva che ha fatto molto parlare. Vedremo ora chi avrà avuto ragione: i Thunder, che hanno scommesso su un "perdente di successo" come CP3, o i Bobcats, che sono andati "all in" con in mano un bizzoso ed ancora da testare come primo violino di squadra da titolo Westbrook?
L'inizio dei padroni di casa, per la prima volta campioni ad Est e dunque alla prima apparizione alle Finals, è tutt'altro che incoraggiante. Pekovic sbaglia un po' troppo, l'atteggiamento non è dei migliori, ma i problemi, paradossalmente, arrivano soprattutto dalla difesa, stranamente infruttuosa contro l'attacco di OKC. I Thunder provano sin da subito ad allungare, affondano il piede sull'acceleratore e scavano il solco ed a tenere a galla i Bobcats c'è solo super-Westbrook. L'ex per eccellenza fa il massimo per tenere i suoi a contatto, ma nonostante i suoi sforzi il tabellone all'intervallo recita +13 Thunder anche grazie ad un buzzer beater di Ibaka su rimbalzo offensivo.
Ci si attende la risposta da parte di Charlotte al rientro dagli spogliatoi ma dopo un momento di studio OKC riprende da dove aveva lasciato. Il mattatore dell'incontro è Martin, che segna di tutto e di più. La difesa dei padroni di casa non è certo impermeabile come al solito, ma è anche vero che una volta che entra in ritmo l'ex-Houston diventa una mitragliatrice. Martin e Durant scavano il solco, colpiscono duro e le certezze dei Bobcats si liquefanno sempre più. Westbrook è l'unico a provarci fino alla fine, con Pekovic che prova a riscattarsi, con una seconda frazione in crescendo, ma i Thunder sembrano una macchina perfetta e non sbagliano nulla. Charlotte lo capisce, alza bandiera bianca e l'ultima frazione è un lento quanto annunciato garbage time. Vincono i Thunder ed il fattore campo è subito ribaltato!
Finisce 130-111 Thunder. MVP Kevin Martin con 35 punti. Durant è il top scorer con 39, solidissima prestazione da 18+12 di Ibaka. Per i padroni di casa, Westbrook con 27 punti e 9 assist è encomiabile. Per il resto, tutti insufficienti, anche un Pekovic da 20+9.


Game 2 =(TEST, non superato, sconsiglio la visione) http://www.youtube.com/watch?v=lWOONuVXLTg

La Time Warner Cable Arena non era mai stata espugnata durante questi playoff, ma in gara 1 anche questo tabù è crollato. I Thunder ora sono in posizione di vantaggio ed hanno dato una prova di forza non indifferente, i Bobcats non possono permettersi la seconda sconfitta consecutiva e sono decisissimi a reagire. Gara 2 vale già tantissimo!
I padroni di casa partono forte. Palla dentro con continuità, difesa attenta e reattiva, contropiedi fulminei e tanta voglia di riscatto fanno pendere sin da subito la contesa da parte di Charlotte. Pekovic è assoluto protagonista, Kidd-Gilchrist è molto più attivo, ma a fare la differenza è tutto il body language degli uomini in bianco. I Thunder però non mollano la presa, trovano con il passare del tempo il ritmo che loro compete ed in men che non si dica risalgono. La rimonta degli ospiti è firmata soprattutto KD e Kevin Martin ed è tanto certosina quanto inesorabile e porta OKC prima ad impattare e poi a raggiungere un impensabile vantaggio, complice anche un Westbrook un po' a corto di idee. Si giunge a così a fine secondo quarto con i Thunder incredibilmente in vantaggio, su un +8 che pesa come un macigno sulle spalle dei padroni di casa.
La Time Warner Arena si aspetta la rimonta ma invece ad uscire meglio dagli spogliatoi sono gli ospiti. Sempre Durant e Martin entrano in ritmo ed iniziano a segnare a raffica, e a poco o nulla serve la difesa arcigna dei padroni di casa. Quando il tabellino si avvicina pericolosamente al -20, i Bobcats provano la mossa della disperazione: zona fronte pari, una pazzia viste le medie di Martin e Durant. La mossa invece paga, OKC si incarta e Charlotte risale con una rimonta esaltante. Il contributo da parte di tutti gli effettivi è straordinario, Westbrook sigla punti importantissimi e Charlotte arriva sino ad un incoraggiante -5, con ancora quasi metà ultimo quarto da giocare. La Time Warner è una bolgia, i Bobcats sono carichi a molla, ma quello che succede nei minuti successivi ha dell'incredibile: Martin e KD35 ritrovano la loro forma "mitragliatrice", lasciano sui blocchi gli avversari e Charlotte si scioglie come neve al sole, mentre la partita gli scivola via tra le dita. È un colpo al cuore per i padroni di casa che non si rialzano più e concedono il secondo finale di garbage time ai Thunder.
Finisce 130-116 Thunder. MVP un mostruoso Durant da 38+8 rimbalzi. Martin ne firma 35 con 5 su 6 da tre, CP3 fa 11 punti e 15 assist. 19+10 assist per Westbrook, 18 sia per Pekovic che per il solito straordinario Biyombo, ma se OKC continua a tirare con il 60% dal campo, la serie non inizia ed intanto i buoi sono già scappati per Charlotte: sotto 0-2 con 3 partite da giocare in fila fuori casa.