venerdì 18 aprile 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: History Season!

Kareem Abdul-Jabbar, Shaquille O’Neal, Karl Malone, Walter Davis e, ovviamente, Michael Jordan. Sono questi i nomi dei giocatori che vantano almeno una partita da oltre 40 punti alla “veneranda” età di anni 36. Ecco, visto che questa è a quanto pare la stagione in cui i miei Lakers hanno deciso di riscrivere la storia, aggiungete Kobe Bryant alla lista. 41 ad essere precisi, conditi da 6 assist e 5 rimbalzi, riversati sui Portland Trail Blazers nell’ultima gara allo Staples prima di un poker di trasferte in giro per il selvaggio west. Bryant è impressionante, fa un trattato di tecnica offensiva di pallacanestro e ci regala una vittoria importante in quello che è uno dei numerosi “scontri al vertice che non ti aspetti” che stiamo disputando in questo inizio di regular season. La squadra sta chiaramente andando oltre le più rosee aspettative, nessuno si aspettava dei Lakers così in alto in classifica ed ecco allora che l’indole femmina di questa franchigia si palesa in tutto il suo splendore nel preannunciato tour. Ci specchiamo, iniziamo a non piegare le ginocchia in difesa ed a non metterci la giusta testa in attacco e facciamo dunque incetta di sconfitte. Perdiamo prima a Memphis, replichiamo la funesta prestazione contro New Orleans (in back to back, ma quanto è forte Anthony Davis!) e completiamo la nostra opera di autodistruzione contro i T-Wolves. Non ci sto e nello shootaround pre-derby riporto all’ordine la squadra, chiedendo “un attimino” di attenzione in più su entrambi i lati del campo. Diciamo che non sono tenerissimo con i ragazzi, ma i risultati mi daranno presto ragione.
Contro i Clippers, infatti, giochiamo una grande gara. I cugini ci sono chiaramente superiori a livello di talento, ma noi siamo i Lakers! Ci issiamo anche sul +15, riusciamo a resistere al ritorno dei Clippers firmato soprattutto CP3 (che riporta i cugini sul +1 ad inizio quarto periodo) e facciamo pagare loro il loosing effort vincendo di 9 con Cameron che sigilla la vittoria con rubata e dunk in 360 a dieci secondi dal termine. Sugli scudi, oltre ai soliti Kobe e Adam, sicuramente ci sono McJee e Plumlee che giocano una gara superba per intensità ed impatto. La vittoria nel derby è una bellissima iniezione di fiducia per noi e lo dimostriamo nella seguente gara contro i Nets: Brooklyn è una squadra tosta, esperta e ricca di talento, ma per come è strutturata soffre inevitabilmente la nostra intensità. Arriva un’altra W e la cosa non fa che alimentare il nostro morale e la nostra coesione, elementi chiave per una squadra che non può basare i suoi successi sulle individualità ma che deve necessariamente rivolgersi alla coralità per poter ottenere dei buoni risultati. Abbiamo due giorni di riposo e poi siamo di scena in Texas, a Dallas precisamente. I Mavs sono chiaramente in rebuilding, ultimi ad ovest ed in difficoltà tecnica non indifferente, ma noi siamo abilissimi a perdere queste partite. Non questa volta però, perché Cameron decide di entrare (nuovamente) nella storia firmando una tripla doppia da 11 punti, 12 rimbalzi e 15 assist che traccia inesorabilmente la via verso la vittoria.

Alti e bassi dunque, ed è un po’ quello che mi aspettavo da questa squadra che deve necessariamente lavorare ancora. La parola “playoff” non è più un sogno però per noi e se continuiamo così siamo consapevoli che qualche soddisfazione saremo in grado di togliercela durante la stagione!

venerdì 11 aprile 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: La notte del record e le sue conseguenze

Che Adam Cameron fosse un predestinato l’avevamo capito. Le analogie con Magic su cui i giornali ricamavano sopra erano indubbiamente motivo di ilarità all’interno della squadra e si mischiavano perfettamente con le buone prestazioni che permettevano di mantenere alto il livello del morale, ma non pensavamo certo che la storia l’avremmo vista scrivere così presto. Siamo in back to back e dopo la batosta contro i Rockets andiamo a San Antonio, seconda ad ovest e favoritissima dopo la campagna acquisti estiva che ha portato Ariza, Collison e Deng (soprattutto) ad una rosa che già era collaudatissima. Kobe parte forte, ma finisce presto la benzina, il resto della squadra sembra avere le gambe pesanti e la mente annebbiata e rischiamo di affondare. Cameron capisce la situazione e si prende grandi responsabilità; il suo jumper, solitamente ondivago, entra con regolarità, Parker non riesce a tenerlo in penetrazione e il nostro #15 carica di falli Duncan. È a quota 28 all’intervallo (su 52 di squadra) ai quali ha già aggiunto 5 assist; gli Spurs però sono avanti di 3 e sembrano in controllo. Interviene Kobe, altro break importante ma breve, ma questa è la serata del rookie: Cameron è inarrestabile, si carica da solo la squadra sulle spalle e risponde colpo su colpo alla profondissima squadra neroargento. Mancano 12 minuti alla fine, il suo tabellino recita già 42 e noi siamo avanti di 4 incredibilmente. Gli Spurs attaccano a testa bassa, Cameron continua a segnare e ci tiene davanti; siamo ancora avanti quando il cronometro dice che manca un minuto circa e gli Spurs ormai le hanno provate tutte per cercare di fermare il nostro #15 e “tutte” si sono rivelate inutili. Il palazzetto è una bolgia, Parker penetra e va per il -2, Cameron lo stoppa da dietro, Kobe perfeziona il recupero, lancia Cameron che come una molla è già dall’altro lato e con l’affondata mette i chiodi nella bara: +6 con 30 secondi da giocare. È una grandissima vittoria, una partita fortemente voluta ed ottenuta per meriti nostri contro una squadra evidentemente più forte, ma è la prestazione di Cameron ad essere impressionante: 60 punti, 9 assist, 5 rimbalzi e 3 stoppate! Si, è record: il massimo di punti per un rookie erano 58, siglati due volte da Wilt Chamberlain nel lontano 1960!
Inutile nascondere che la notizia, oltre a far sprecare ettolitri d’inchiostro alla stampa, ci porta un boost psicologico mai visto. Dopo l’esaltante vittoria di San Antonio, infatti, regoliamo i Pacers campioni in carica (ma senza George, infortunato) con una prestazione da 30 punti di Cameron e da 25 di Kobe; poi mettiamo K.O. i T-Wolves con 30 di Kobe e 20 del redivivo “nonno” Nash ed infine schiantiamo i Jazz, sempre allo Staples, con un’altra grande prestazione di squadra, nella quale le punte di diamante sono Cameron e McJee (alla prima doppia doppia stagionale con 18+11).
Ci sentiamo imbattibili, ci sentiamo una corazzata, ci sentiamo Superman ed allora quando andiamo a Salt Lake City per la rivincita dopo un giorno contro i Jazz ci sentiamo su “Scherzi a parte” quando leggiamo il risultato: 98-121 Jazz! È la gara che ci riporta a terra, che spezza l’entusiasmo, che ci fa ricordare che l’anno scorso non abbiamo fatto i playoff e che dunque non siamo certo i favoriti per il titolo. A ribadire il tutto ci pensano gli Spurs, che arrivano allo Staples desiderosi di cancellare l’onta subita dell’ingresso nella storia dal lato sbagliato e pronti a prendersi nuovamente la testa dell’ovest! I neroargento danno vita ad una lotta tra cani niente male, noi ci buttiamo nella mischia con loro ma questa volta Cameron gioca una partita normale ed alla lunga il diverso tasso tecnico esce allo scoperto: 98-89 Spurs e prima mini-serie di sconfitte della stagione che si apre. Lo leggo negli occhi dei ragazzi che abbiamo un po’ di timore, sembra quasi che in testa è entrata la convinzione che le vittorie (prestigiose) contro Spurs e Pacers siano state frutto più della fortuna che delle nostre capacità ed allora la gara contro i Warriors rischia di affossarci non poco mentalmente: è in questi casi che l’esperienza fa la differenza, è in questa partita che Kobe ci guida in maniera ecumenica, giocando una pallacanestro celestiale ma anche martellando i suoi compagni in ogni time-out con le parole di chi ha visto veramente di tutto in un campo da basket. La portiamo a casa, 103-88, e ci scrolliamo di dosso parecchie paure e timori.

Dopo quattro SIM14-settimane della stagione siamo terzi ad ovest, abbiamo un rookie of the year designato (Cameron è primo per punti ed assist tra i giocatori al primo anno) e stiamo stupendo il mondo. Non mi lamento certo dei ragazzi, anzi sono molto soddisfatto, ma ciò non vuol dire che possiamo rilassarci: è arrivato il momento di dimostrare che questa partenza sprint non è un fuoco di paglia ma anzi il prologo per una grande stagione!

mercoledì 9 aprile 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: A kind of Magic

Era il 12 ottobre 1979. I Lakers sono di scena a San Diego dove affrontavano i Clippers in quella che è ricordata come la partita di esordio di Magic. Non tutti ricordano però che ai Lakers servì un buzzer beater di Kareem per portare a casa l'intera posta in palio, ma questo particolare ci tornerà presto utile. Facciamo un salto di circa 40 2k-anni. 29 settembre SIM14-2014, i Lakers sono di scena a Phoenix in quella che è la partita d'esordio di Adam Cameron. Gioca bene il rookie, un impatto sulla gara di quelli che fanno impressione per un ragazzo di appena 19 anni, ma i Lakers non riescono a scrollarsi di dosso i padroni di casa ed il finale punto a punto è ormai realtà. Ci pensa Kobe con una tripla da pazzi su rimbalzo offensivo di Plumlee a regalare il +5 ai suoi e dal +5 alla W il passo sarà brevissimo. Non c’è bisogno neanche di dirlo, ma i giornali scrivono quintali di pagine con un solo concetto ricorrente: “corsi e ricorsi storici”.
Tuttavia, per noi la cosa interessante è che questa è la vittoria all’esordio che tanto attendevo, ma ovviamente la bontà del mio lavoro non la posso misurare in una singola gara. Se però dopo Phoenix, in back to back, regoliamo anche i Warriors nel nostro esordio stagionale allo Staples, per quanto due indizi non facciano una prova, iniziamo a pensare che quest’anno sarà profondamente diverso rispetto quello passato. La successiva sconfitta contro i Clippers nel primo derby stagionale non inclina infatti le nostre certezze, ma anzi ci permette di fare mente locale rispetto alla partenza a fionda che abbiamo sorprendentemente fatto.
La gara contro i cugini è la prima di un ottobre che si preannuncia caldissimo per noi, che si è aperto appunto con il derby e che proseguirà con un trittico di trasferte niente male: @Knicks, @Nuggetts, @Rockets. Ci e lo (Cameron è sotto i riflettori 24 ore su 24) aspettano al varco; rispondiamo e risponde presente rispedendo dubbi e perplessità ai mittenti. Al Madison giochiamo una grande partita difensiva, ma in attacco Kobe parte malissimo e proprio Cameron ci tiene a galla (con la collaborazione di “nonno” Nash) nonostante uno stratosferico Melo. Allunghiamo solo nel finale, con Kobe che si risveglia dal suo torpore e segna 15 nell’ultimo quarto (20 alla fine per lui) e portiamo a casa una bella vittoria. Dopo un giorno di riposo siamo di scena a Denver, per una sfida ricca di fascino e piena di storie: il duello tricolore tra Gallinari e me, la sfida tra i nemici-amici Bryant e Shaw, la prima di Gasol da ex, il ritorno di JaVale nella Mile High City. A prendersi nuovamente il palcoscenico è però Cameron, che ci guida con autorità facendo siglare la prima doppia doppia di stagione, dopo aver passato le altre partite a flirtare con la tripla-doppia.
Giungiamo quindi lanciatissimi all’impronosticabile scontro diretto per la prima posizione contro Houston. I Rockets però tirano con percentuali bulgare da tre ed il nostro rookie con il numero 15 da solo riesce a tenerci a galla, non a portarci alla vittoria. Kobe, nonostante sia stato massacrato da un arbitraggio scandaloso, è l’unico che dà manforte a Cameron, ma per gli altri i tempi non sono ancora maturi per una grande prestazione in una partita così importante.

4-2 il nostro record dopo le prime due SIM14-settimane di regular season. Chi l’avrebbe mai detto? Forse solo il buon Adam, che viaggia a più di 20 punti e 8 assist a partita (c’è bisogno di dire che Magic nelle prime sei viaggiava a 20,8 + 8?), o forse gli addetti ai lavori che avevano saputo leggere bene tra le righe della preseason. La stagione è comunque appena iniziata, tanto lavoro e fatica ci attendono!

sabato 5 aprile 2014

SIM14-Preseason 2014: Non è una lega per nostalgici

Una sensazione strana colpisce tutti gli spettatori dopo le prime azioni di questi miei SIM14-Lakers; sembra come essere tornati indietro nel tempo, quando i gialloviola giocavano ancora al Forum, dominavano la lega assieme a Celtics e Pistons e le loro azioni raccontate dal mitico Chick Hearn seguivano uno spartito del tipo "...rebound by Cap, Cap to Magic, Magic dribbles, drives inside the lane, no-look pass to Worthy, slaaaaam dunk!".
Si diceva un gran bene di Cameron, lo si "condannava" ad un'eredità pesantissima draftandolo con la terza scelta e dandogli le chiavi della squadra visto il precedente illustre di playmaker dei Lakers di oltre due metri (e con il numero 32), ma dopo un paio di azioni si capisce che qualcosa a Los Angeles non solo è cambiata ma è anche tornata. Cameron studia da novello Magic e io da novello Riley, visto che gli ho messo a disposizione una squadra che è capacissima di correre il campo con continuità, che ha atletismo praticamente in tutti gli effettivi e che, nel caso dovesse incartarsi con il gioco a metà campo, avrebbe un'ancora di salvataggio in un giocatore tecnicamente superiore (che però gioca guardia e non centro). Insomma, l'impressione conclamata è che possa ritornare lo Showtime ed allora, quando alla prima partita di preseason i Pacers (vice-campioni) ci schiantano, la nostra prima caduta fa notizia! Si inizia subito a mormorare, si dice che le scelte sono azzardate, si dice che Cameron è troppo scorer per fare Magic, che Kobe è troppo "Kobe" per gestirsi come Kareem, che il supporting cast ha si atletismo ma che per fare lo "Showtime" serve anche tecnica... Sei vittorie di fila dopo però, l'opinione pubblica torna sui suoi passi e i vari cronisti sportivi iniziano a considerarci come potenziale sorpresa della stagione e la sconfitta nell'ultima di preseason di nuovo contro i Pacers è giustificata agli occhi di tutti dai profondi esperimenti che ci siamo concessi.
Ma come si spiega questa partenza sprint (che poi in realtà non conta nulla) di questi Lakers? È  presto detto: mentre tutti sono concentrati sulla nostra fase offensiva, nessuno si è accorto che è la nostra fase difensiva ad essere cambiata completamente. Assieme a coach Hollins abbiamo messo su una squadra che è difficilissima da attaccare, che protegge bene l'area, che è molto eclettica e che è in grado di adattarsi grazie alle numerosissime soluzioni a roster a buona parte dei piani offensivi avversari. Ma il nostro lavoro non si è fermato qui poiché, grazie alla ritrovata impermeabilità difensiva, abbiamo rigenerato anche l'attacco: è verissimo che corriamo bene il campo e che possiamo giocare una pallacanestro ad alti ritmi, ma è anche vero che il nostro gioco a metà campo è comunque più equilibrato ed ordinato rispetto al caos organizzato dell'anno scorso. Tutte rose e fiori allora? Certamente no! Dobbiamo ancora trovare gli equilibri nelle rotazioni, l'amalgama giusta all'interno del gruppo e curare i passaggi a vuoto (specialmente offensivi) che talvolta abbiamo.
Il tempo di sperimentare e provare però è ormai finito, dalla prossima si inizia a fare sul serio ma intanto la mania per lo Showtime del nuovo millennio serpeggia incontrollata tra i nostri fan!

mercoledì 2 aprile 2014

SIM14-Summer 2014: Summertime sadness?

"With the first pick of the 1979 NBA Draft the Los Angeles Lakers select Earving Johnson from Michigan St". La sensazione di deja-vu è stata inevitabilmente forte per tutti i tifosi dei Lakers e, più in generale, per gli appassionati di pallacanestro. Solo che non siamo nel '79 ma nell'estate SIM14-2014 il playmaker di due metri si chiama Adam Cameron, viene draftato con la terza scelta ed esce da  Syracuse. Erede di Magic o novello Shawn Livingston? Attualmente nessuno lo può dire, ma il talento c'è e l'attesa nel vederlo all'opera non manca. 
Lui è il primo tassello di una campagna acquisti alquanto controversa vissuta in quel di Los Angeles, sponda gialloviola. Siamo chiamati a fare una stagione importante, magari non da titolo ma comunque ad alto livello ed i tifosi ci aspettano al varco. Tuttavia il periodo della free agency passa senza giocatori importanti che sbarcano ad L.A., nonostante i nomi altisonanti a disposizione non manchino: Cousin e Deng sono solo alcuni dei nomi su cui abbiamo glissato per virare sulle conferme di Wesley Johnson, Xavier Henry, Jordan Hill e Pau Gasol (annunciato come sicuro partente). L'unico volto nuovo, oltre al già citato Cameron ed al rookie del secondo giro (carne da macello per il mercato), sembra dunque essere Giannis Antetokounmpo (64 di overall) lasciato a spasso dai Bucks e firmato con un annuale al minimo.
La città è in rivolta, il timore di un'altra stagione ai margini inizia a serpeggiare tra i tifosi, ma il mio piano deve ancora prendere vita. Quando si apre il mercato infatti, inizio a far "bruciare" il telefono e metto in piedi una trade a tre che di certo non ci rende favoriti per il titolo ma sicuramente ci rende chiaccherati. Nella suddetta trade a tre, salutiamo Gasol, Sacre e il rookie al secondo giro per accogliere JaVale McJee, Evan Fournier e Mason Plumlee (in mezzo ci sono anche scelte, come al solito i particolari non li ricordo). Poi completo il mercato con un'altra trade a tre con Bobcats e Blazers dalla quale ricaviamo Jeff Taylor e salutiamo Xavier Henry (altre scelte coinvolte).
Ritengo che la squadra sia pronta, il mercato per noi è terminato e dunque il roster con cui affrontiamo il training camp sarà questo:

PM: Cameron, Nash
G: Bryant, Bazemore, Fournier
AP: Johnson, Taylor, Antetokounmpo
AG: Plumlee, Kelly
C: McJee, Hill

A darmi una mano in panchina ci sarà Lionel Hollins, che prende il posto di Mike D'Antoni (addirittura ritiratosi), che sarà  a sua volta aiutato da un vice "generato"; per entrambi contratto biennale. La SIM14-Summer è ormai alle spalle, la nuova SIM14-stagione è invece alle porte: il tempo delle chiacchiere è ufficialmente finito, ora tocca al campo emettere i suoi verdetti!

martedì 1 aprile 2014

SIM14-Regular Season 2013-14: Già Season Ending

La sirena che per noi indica la fine della stagione, intesa non come regular season ma campionato 2013-2014, suona inesorabile a San Antonio e decreta la nostra sconfitta numero 8 nelle tremende 10 partite finali. Ribadisco e ripeto, 2 vittorie contro 8 sconfitte, non credo di aver mai fatto un bottino così misero. Sicuramente le attenuanti ci sono, tra infortuni, motivazioni, problemi strutturali e livello medio potremmo attingere a piene mani, ma poiché si dice che "un vincente trova sempre la strada mentre un perdente trova sempre una scusa" non ho alcuna intenzione di nascondermi dietro un dito. A questo punto, è abbastanza evidente che il mio compito, per quanto breve, non ha portato i frutti sperati; ma piangersi addosso è del tutto inutile e da questo pessimo finale sono sicuro che troveremo ulteriori motivazioni per il prossimo anno (che, sia chiaro, non potrà per nessuna ragione al mondo essere una "replica" di questo).
Le mie certezze sono fondate comunque da quanto ho visto in questo lasso di tempo. In "striscia aperta di sconfitte", ci facciamo schiantare anche dai Clippers di un indigesto (per la nostra difesa) Crawford in un derby che abbiamo la dignità di giocare e di far sudare ai velieri. La differenza tecnica è abissale tra le due squadre, ma noi ci mettiamo il cuore e costringiamo Doc Rivers a lasciare in campo i migliori fino alla fine, perdendo solo 94-105. Un giorno di riposo e il grande ex Howard sbarca allo Staples con i suoi Rockets per saccheggiarlo nuovamente. Anche qua, non è che non lottiamo, è che proprio siamo più scarsi ed anche che, arrivati ad un certo punto, le motivazioni di una squadra che è in corsa per un posto ai playoff ci sopraffanno. Attendiamo sempre due giorni prima di ospitare i Warriors allo Staples. Altro giro, altro regalo, anche se in questo caso me l'aspettavo: come voi ben sapete, se c'è una squadra che posso catalogare come mia bestia nera questa è sicuramente Golden State. 
Presi a schiaffi un po' da tutti ed in piena bufera di critiche, mettiamo a segno una sorprendente vittoria contro Memphis, in quella che è l'ultima partita allo Staples della stagione. Congedo effimero se si pensa che poi perdiamo inesorabilmente le due gare rimanenti, contro i Jazz e i già citati Spurs, con il risultato di ottenere un poco onorevole quartultimo posto. 
Passo dunque, dopo svariati 2k-anni in parecchi 2k-world, per la prima volta la post-season sul divano di casa ed ammiro i Warriors raggiungere il tetto del mondo con un sonoro 4-0 contro i Pacers.
Il primo 2k-anno in questo SIM14-World è già finito, ora c'è la lottery, il draft ed un'estate fondamentale per il futuro della franchigia. Si stupisce qualcuno se dico che il futuro si decide adesso?