sabato 21 settembre 2013

2k13-Playoffs 2015: First Round; Pacers@Bobcats; Game 1 & Game 2

Game 1
Una stagione regolare quasi perfetta, un record eccezionale ottenuto primeggiando nelle varie statistiche di squadra, l'MVP ed un supporting cast creato ad hoc per vincere: iniziano i Playoff per i Bobcats un solo risultato e tutto da perdere. I Pacers lo sanno, sono gli underdog per eccellenza in questo caso, e che underdog, ma hanno il vantaggio di non avere pressione addosso e comunque sanno di essere una squadra di livello. Chi la spunterà?
Parte forte Indiana, aggressiva in attacco ed attenta in difesa. Granger è indemoniato, segna sempre e comunque anche grazie alla consenziente difesa dei padroni di casa e i Pacers incredibilmente scappano subito via. Pekovic è impreciso, Melo ha la testa tra le nuvole, Leonard è letteralmente fermo (-18 il suo overall a causa dell'infortunio) ed allora i Bobcats si rivolgono subito a Westbrook e Kidd-Gilchrist. I due rispondono presente, si caricano la squadra sulle spalle e inesorabilmente tracciano la via per la rimonta. A fare la differenza è però il diverso impatto delle due panchine: quella di casa è aggressiva e porta un boost importante, quella ospite è invece avulsa dal gioco. I Bobcats risalgono dal -12 in cui erano precipitati ed accorciano le distanze nonostante Granger all'intervallo sia già a quota 17. Charlotte ha risorse infinite e si porta inesorabilmente sul -3 alla pausa lunga grazie alla tripla sulla sirena di Fredette.
La Time Warner Cable Arena si aspetta l'assalto dei suoi beniamini ed al ritorno dagli spogliatoi si intuisce subito che la musica è cambiata. I Pacers vengono stritolati da una difesa clamorosa, Granger viene letteralmente cancellato dal campo e la differente intensità spacca in due la partita. Dopo una prima resistenza di Indiana, i Bobcats impattano e poi passano pure avanti, schiantando gli ospiti sul -16. Non è finita però, perché i Pacers hanno orgoglio da vendere e voglia di lottare e si lanciano all'inseguimento dei padroni di casa sfruttando l'atavico punto debole della difesa di questi ultimi: il tiro da tre. Ryan Anderson e Granger dimezzano lo svantaggio, ma a cavallo tra il terzo ed il quarto periodo Melo si accende. È un terremoto, segna e fa segnare, ma soprattutto cancella nuovamente Granger con delle sequenze difensive degne del miglior Shane Battier. I Pacers non possono nulla, non riescono a rientrare e gara 1 è di proprietà dei padroni di casa!
Finisce 98-109 Bobcats! MVP viene nominato Carmelo Anthony, con una prestazione da 19+8 assist. Westbrook fa solo 17 punti, 4 rimbalzi, 10 assist, 4 rubate e 3 su 3 da tre; Beli dalla panca è il migliore con 11. Per gli ospiti risaltano i 27 di Granger e il 13+10 di Hibbert, ma Indiana è troppo "corta" per competere contro questi Bobcats.

Game 2
Le tanto agognate risposte sono arrivate in gara 2: questi Bobcats fanno sul serio, sono più forti della paura di sbagliare e sono capaci di rimontare svantaggi importanti, ma i Pacers non sono andati a Charlotte in gita di piacere. Gara 2 vale tutto e non vale niente per la serie, in ogni caso sarà battaglia!
Partono forte gli ospiti, intenzionati a spaventare nuovamente i padroni di casa con l'idea che la pressione psicologica possa essere insostenibile per una squadra che deve vincere. Charlotte è meno svampita di gara 1 ma fatica lo stesso parecchio e si inguaia da sola a causa dei problemi di falli di Leonard. Il -5 a fine primo quarto sembra essere il preludio per una gara in salita ed infatti così è. I Bobcats si aggrappano letteralmente a Melo che trova una mano importante da MKG e Kirilenko, giocatore navigato e dunque pronto a salire di livello quando il gioco si fa duro. Indiana tuttavia tira benissimo da tre (contro lo 0 su 4 dei padroni di casa) e dunque l'effetto "recupero" di Charlotte è meno efficace del solito. I Bobcats comunque riescono ad impattare e a passare in vantaggio (52-54) sulla sirena dell'intervallo lungo grazie ad un buzzer di Fredette (prima tripla a bersaglio della serata per i padroni di casa).
Ci si aspetta un terzo quarto pirotecnico e così è: Pekovic mette in difficoltà Hibbert, i Bobcats spingono chiaramente sull'acceleratore alzando il livello di intensità difensiva e l'aggressività in attacco ma Granger e Hill rispondono colpo su colpo e se ci si mette pure l'ex di turno DJ Augustin a giocare bene i giri alti di Westbrook servono solo per raggiungere l'ultimo quarto praticamente in parità. I primi minuti dell'ultimo quarto confermano l'equilibrio visto finora e allora coach Alp89 fa una "phil-jacksonata" lasciando sul parquet più del solito Fredette. L'ex-BYU, psicologicamente rinfrancato dalla fiducia accordatagli, esegue due sequenze difensive eccezionali (fondamentale che non è certamente annoverato tra i punti di forza del #32) e cambia l'inerzia della partita. Inoltre, quando Westbrook rientra trova avversari più stanchi e sembra riuscire a spezzare le resistenze degli ospiti. Granger però ci prova ancora, mantiene i suoi a contatto e si arriva a 48 secondi dalla fine con Indiana sotto solo di 4. Hill vuole sfruttare le difficoltà di Leonard e lo attacca, va in penetrazione e sale per il layup ma incredibilmente arriva Westbrook da dietro che lo stoppa al tabellone e recupera il pallone. È la giocata della partita, i padroni di casa diventano infallibili dalla lunetta e per i Pacers c'è la sensazione amara di aver perso una grandissima occasione
Finisce 101-109 Bobcats! MVP Russell Westbrook con la solita partita totale da 23 punti, 6 rimbalzi, 7 assist, 3 rubate e La Stoppata.Benissimo Melo con 21 (tutti punti pesantissimi) e Pekovic con un 17+9 che sa di battaglia vinta con Hibbert. Indiana esce sconfitta nonostante Granger ne firmi 26, Hill 22 e Augustin 18. Ora la serie si sposta ad Indianapolis!

lunedì 16 settembre 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: Titoli di coda

È finita! Ottantadue partite fa iniziava la regular season per i miei Bobcats e ora è finalmente arrivata la fine. Una regular season che si è rivelata esaltante ed interessante come poche; una regular season che ha confermato le aspettative dopo una campagna acquisti a dir poco pirotecnica; una regular season che iscrive i 2k13-Bobcats 2014-2015 nel novero dei grandi, avendo questa squadra distrutto ogni sorta di resistenza avversaria. Non è stata certo una passeggiata e il bello deve ancora arrivare, ma la soddisfazione è tanta e l'esaltazione generata da un dominio totale porta sì una certa pressione ma anche grandi speranze per un obiettivo finale che è imprescindibile per questi ragazzi.
Le ultime partite giocate dai miei Bobcats si sono rivelate più che altro una sorta di pre-season in coda alla stagione regolare: primi con dodici gare di vantaggio, per noi si è trattato di un finale di stagione teso più alla ricerca della condizione migliore, sia psicologica che fisica, in vista dei playoff che proiettato alla ricerca del risultato, ormai definitivamente acquisito e diventato dunque orpello per le partite. Ho deciso dunque di racchiudere in questo post tutti i risultati del suddetto finale, nel quale si sono visti quintetti sperimentali, rotazioni strane ed esperimenti tentati da proporre eventualmente in caso di necessità durante i playoff. I risultati conseguiti sono stati i seguenti:

vs Jazz W
vs Hawks W
@Heat W
vs wizards W
@Magic L
vs Rockets W
@Mavs W
@Cavs L
@Bucks W
vs Pacers W
vs Knicks W
vs Cavs L
vs Hawks W

Il nostro record è dunque un sontuoso 65-17 che ha dei precedenti illustri: 76ers 1982-83 e Lakers 1986-87 e 2008-09, tutte squadre che hanno terminato la stagione poi da campioni NBA. Parlando a livello personale, questo risultato mi permette di eguagliare quindi due mostri sacri della panchina gialloviola, ovvero Phil Jackson e Pat Riley, ma non è comunque sufficiente per ottenere il "Coach of the year award" (come se ci tenessi...).
Tra le note liete, infine, non può essere dimenticato l'inserimento di Carmelo Anthony nel terzo team All-NBA, anche se la menzione più importante la merita indubbiamente Russell Westbrook: è lui l'MVP con quasi 22 punti e 9 assist di media a partita, quasi il 58% dal campo con oltre il 38% da tre punti e 1.9 palle rubate a partita con annesso inserimento nel primo quintetto NBA; ma oltre le medie ad aver fatto impressione è stata la sua maturazione e leadership in una squadra che non mancava certo di "galli nel pollaio" (Anthony e Kidd-Gilchrist su tutti non scherzano certo per leadership). Per Agent 7 è stata dunque la stagione della consacrazione, ma ora tutti lo attendono al varco: dopo la sconfitta dello scorso anno alle Finals, per lui c'è un solo risultato possibile per levarsi definitivamente di dosso l'etichetta di "perdente di successo".
Tra le note negative di questo finale di stagione, registriamo i leggeri infortuni muscolari di Pekovic (che però recupererà al 100% per l'inizio dei playoff) e di Leonard (che esordirà al primo turno al 50%). Tra gli assenti eccellenti per infortunio a questi playoff si annovereranno Ginobili (strappo al crociato, carrier-ending), Paul George, Serge Ibaka (se i Thunder dovessero arrivarci, potrebbe recuperare per la finale) e Pau Gasol (che però potrebbe recuperare in corsa, dipende da dove arriveranno i Lakers, all'ultima corsa di Bryant).
Chiudo allora proprio con i playoff. Più in basso scriverò il tabellone completo, tuttavia è necessario esaltare il secondo seed ad ovest dei Suns guidati da Kemba Walker e la conferma ad alti livelli dei Pistons, l'anno scorso primi ad est. 
La tavola è apparecchiata, il servizio buono è brillante, le pietanze vanno solo riscaldate: il tempo di arrivare per tutti gli invitati e la grande festa dei 2k13-Playoff 2015 avrà inizio:

Playoff bracket:

WEST________________________________EAST
1)Thunder__________________________1)Bobcats
8) Lakers___________________________8)Pacers

4) Mavs_____________________________4)76ers
5)Kings_____________________________5)Magic

3)Blazers___________________________3)Pistons
6) Rockets__________________________6)Bulls

2)Suns_____________________________2)Heat
7)Nuggets__________________________7)Hawks

mercoledì 11 settembre 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: Division Champions!

È ufficiale! Il primo titolo stagionale ce lo siamo accaparrati, tra l'altro con grande anticipo rispetto la fine della regular season, e dunque, comunque vada, non sarà una stagione da "zeru tituli". Si scherza ovviamente, il titolo di campioni della Southeast Division conta probabilmente meno "del due di spade quando la briscola è a mazze" ma con sé porta perlomeno l'ufficialità di essere tra le prime quattro ad est (e quindi Miami potrà ambire al massimo ad un quinto posto) ed anche l'ufficialità di essere ai playoff, cosa che renderà le successive 2k-week una specie di nuova pre-season in vista dei playoff.
Il percorso di "ufficializzazione" del suddetto titolo non è stato però facile, anche se costellato di successi. Apriamo le danze con tre gare consecutive alla Time Warner Cable Arena, in ordine cronologico contro Bulls, 76ers e Clippers. Chicago è in piena lotta playoff, viene in casa nostra per prendersi una vittoria che avrebbe un peso specifico importantissimo in classifica ma noi non abbiamo voglia di fare sconti a nessuno, fedeli al Rashidismo "Ball don't lie" sul quale abbiamo costruito la nostra mentalità. Insomma ne esce una partita aspra, tra due squadre molto fisiche e che giocano un basket molto attento in difesa ed ergonomico in attacco. La differenza la fanno allora le stelle: se Melo ne rifila 27 con 14 rimbalzi e Westbrook lo coadiuva con altri 24 e 8 assist, i 19 di Rose ed i 23 di Boozer diventano quantomai effimeri e noi portiamo a casa la gara per 89-97. Due giorni di riposo e poi ospitiamo i 76ers. Anche qua, squadra in lotta per il seed ai playoff pronta a prendersi lo scalpo della capolista, altra partita molto dura, per lo meno all'inizio, ma che poi dominiamo alla distanza. 91-103 il finale, con Westbrook che mette l'autografo su 22 punti e 11 assist per prendersi lo scettro di migliore in campo. Un giorno di vacanza e poi siamo di nuovo in campo con i "miei cugini", ormai orfani di CP3 e ritornati nell'oblio. Tra parenti tuttavia ci si conosce e loro si portano dietro uno specchio enorme e ce lo piazzano davanti in maniera da "costringerci" a guardare la nostra bellezza: ci facciamo tirar dentro in una partita punto a punto, giochiamo come un ammasso di singoli e perdiamo rocambolescamente con il tiro per il pari di Anthony che gira beffardo sul ferro per poi cadere dalla parte sbagliata. Non ho niente da dire ai ragazzi, sanno che sono infuriato ma neanche tanto poi perché questa è l'immancabile sconfitta "da Lakers" tipica delle mie squadre.
Facciamo i bagagli perché ci aspetta una 2k-week in trasferta: Salt Lake City, Indianapolis, Chicago e Boston (in back to back) le nostre mete. In terra mormone andiamo con Melo ufficialmente guarito, che per festeggiare sigla un trentello facile facile. Beasley però gli risponde per le rime (chiuderà a 25 con 7 rimbalzi) ed allora a fare la differenza è più Pekovic con 20 punti e 11 rimbalzi che Westbrook, fermo a quota 16+8 assist. Con il 92-86 diventiamo ufficialmente Southeast Division Champions ma soprattutto riscattiamo la sconfitta contro i Clippers che proprio non ci era andata giù. Si va poi a casa dei Pacers. La franchigia guidata da Larry Bird è in assoluta difficoltà, sebbene difficilmente fallirà l'arrivo ai playoff, perché si presenta con George e Granger infortunati. La loro panchina, non certo profondissima già di suo, si è dunque accorciata ulteriormente e noi giochiamo una partita orientata a sfruttare questa debolezza: con una prova corale eccezionale per intensità ed aggressività, mettiamo in difficoltà i padroni di casa che nulla possono contro la partita impostata da noi. 111-94 il finale e vittoria che ci permette anche di ammutolire qualsiasi voce che paventava la nostra possibile voglia di giocare a sceglierci l'avversario. Dopo un giorno di riposo siamo di scena a Chicago: dopo la sconfitta di dieci giorni fa, Chicago è pronta a rifarsi con gli interessi, ma non ha fatto i conti con il mostruoso Anthony. Melo sarà l'MVP con una gara monstre da 36 punti, 10 assist e 4 rimbalzi, ma tutta la squadra giocherà una partita spaventosa su entrambi i lati del campo. Rose tenuto a 12 punti, Boozer a 10 e Deng a 9 sono testimonianza della nostra fame di vittorie, il 119-103 finale è invece il poster con cui gridiamo alla lega che noi siamo super-concentrati e non vogliamo cali di tensione. Ulteriore conferma la daremo a Boston. Agent 7 mette a referto 28 punti e 12 assist, Pekovic altri 20+10 tondi tondi e ai rivali (personali) per eccellenza non basta la prova da 25 punti di Jeff Green. Espugniamo Boston, suoniamo la quarta sinfonia di vittoria e ci issiamo sul 55-14 con un incredibile +14 in classifica sugli inseguitori. Ah, quasi dimenticavo, siamo anche campioni di Division, queste sì che sono soddisfazioni!

lunedì 9 settembre 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: "Qui c'è qualcuno che porta sfiga..."

Ecco, lo sapevo, stava filando tutto troppo liscio, quella calma era sospetta... Si potrebbe andare avanti all'infinito ma i fatti non cambierebbero e poi, lo dice lo stesso titolo del blog, la palla non mente, dunque evidentemente doveva andare così. Che poi, ad essere sinceri, "così" non è poi neanche tanto male, visto e considerato il mostruoso record di 49-13 con cui ci affacceremo all'ultimo 2k-mese di regular season. Peccato che "così" prevede anche un leggero infortunio per Anthony, distorsione all'alluce, che lo costringerà a scendere in campo a mezzo servizio per circa due 2k-week, peccato che "così" includa anche un Thabeet che pensavo fosse molto meglio e che ci fa bramare il ritorno di Biyombo come se stessimo aspettando Shaq.
Iniziamo queste due 2k-settimane contro i Grizzlies. Il nostro spaventoso andamento, striscia aperta di dieci vittorie, non è motivo di relax nella trasferta di Memphis, squadra in fase di transizione ma sempre molto temibile e ben costruita. Fatichiamo non poco, anche perché James Anderson sigla 31 punti (!!!), e dobbiamo rivolgerci alla premiata ditta di demolizioni (degli avversari) Anthony-Westbrook per portare a casa una vittoria per 103-96. Non c'è il tempo di rifiatare che alla Time Warner Cable Arena arrivano i Bucks. Con loro arriva anche la sconfitta che ci infliggono, in una partita in cui soffriamo particolarmente il ritmo delle loro guardie (Ellis 25) ma anche dei ritmi alti che siamo incapaci di sostenere a causa del back2back. Abbiamo il tempo però di recuperare, perché passano tre giorni prima di scendere nuovamente in campo contro i 76ers. I nostri tifosi si aspettano la riscossa, noi invece ci facciamo tirar dentro in una gara punto a punto e i 32 di Westbrook si riveleranno effimeri perché arriva la seconda sconfitta consecutiva per 101-95. Apriti cielo! La stampa sportiva parla già di crisi, di tensioni tra Westbrook e Melo (inventate), di panchina traballante... A fare le spese della nostra furia e voglia di rivalsa sono i malcapitati Lakers, venuti sempre alla TWC Arena per il secondo back to back settimanale. LA è molto più aggrappata ad Howard di quanto non sembri e noi infatti li mettiamo in difficoltà caricandolo di falli, Kobe ha annunciato il ritiro a fine stagione ma comunque ci confeziona 28 punti in faccia, tuttavia la nostra fisicità fa la differenza e otteniamo la vittoria per 97-114 dopo un finale di garbage time.
Un giorno di riposo e poi si va nella città della NASA a far visita ai Rockets. È un test importante, contro una squadra che corre e gioca a ritmi alti e questo test lo passiamo a pieni voti: teniamo Harden a 12 punti, mentre Agent 7 e Meluzzu combinano per 56 punti conditi da 12 assist del play e la vittoria per 82-94 è evidentemente la giusta ricompensa per una grande prova di squadra. Altro giorno di pausa, e poi di nuovo alla Time Warner Arena per ospitare i Grizzlies in cerca di rivincita. Ottengono invece la "riperdita" per merito di un Micheal Kidd-Gilchrist che ci rammenda di essere un all star siglando 31 punti e 12 rimbalzi in una partita dominata dall'inizio alla fine. È questa però la gara in cui Melo si fa male, niente di grave fortunatamente, e la cosa ci mette un po' in apprensione per la sfida in back to back contro "i cugini" che ci attendono a New Orleans. Melo però risponde da campione, stringendo i denti e siglando 24 punti, Westbrook fa l'MVP e fa 22+14 assist e i 38 punti di Gordon servono solo a metterci in difficoltà ma non sono sufficienti per impedirci di vincere 114-106. Abbiamo un giorno di pausa e poi siamo di scena ad Atlanta, contro i "lunghissimi" Hawks. Che per noi è una partita difficile lo sappiamo già, in quanto il reparto lunghi dei padroni di casa è profondissimo, se poi gli arbitri ci massacrano un nostro reparto lunghi costruito per non giocare contro i suddetti Hawks, è finita. Westbrook scrive a referto 28, ma non bastano perché Melo paga un po' la difesa di Smith e l'infortunio al piede e noi subiamo la sconfitta per 99-107.
Ancora primi (dieci gare di vantaggio sulle inseguitrici), ancora con record positivo nonostante qualche acciacco e con Westbrook incredibilmente primo alla corsa per l'MVP. Sono tutti che attendono un nostro passo falso...

venerdì 6 settembre 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: 2k-coincidenze

"2k12-Dicembre 2013, Raptors@Magic. Ryan Anderson è a terra, si tiene il ginocchio sinistro e grida di dolore, la gravità dell'infortunio è chiara a tutti, Howard e Clark aiutano i sanitari a metterlo sulla barella e la diagnosi sarà lapidaria: strappo al crociato, stagione finita per lui. I Magic saranno costretti ad andare sul mercato, tra i free-agents pescheranno Nick Collison il quale sarà poi determinante per il titolo più speciale, l'unico nel SIM-World, per coach Alp89. 
2k13-Febbraio 2015, Magic@Bobcats. Bismarck Biyombo è a terra, si tiene il ginocchio sinistro e grida di dolore, si capisce subito che è una cosa seria, Pekovic e Len aiutano i sanitari a metterlo sulla barella ma la diagnosi non sarà così lapidaria: grave distorsione al ginocchio, 4-6 settimane di stop. I Bobcats sono comunque costretti ad andare sul mercato e tra i free agent pescano Hasheem Thabeet. Sarà determinante il tanzaniano nella corsa al titolo in questo Swagged-World?"

Le testate giornalistiche di Charlotte (e dello Swagged-World) non parlano d'altro, l'infortunio di Biyombo, l'arrivo di Thabeet e questo incredibile punto di incontro tra due storie apparentemente inconciliabili quasi oscurano le imprese dei miei Bobcats e gli eventi dell'All Star Weekend. Eppure di temi da trattare ce ne sono parecchi. La corsa dei Bobcats sembra essere inarrestabile e nella 2k-week che precede il weekend delle stelle firmiamo tre vittorie importanti che chiudono virtualmente qualsiasi discorso sulla classifica finale. Ci liberiamo infatti, in ordine cronologico, dei Bucks, dei Blazers e dei Raptors senza lasciare speranza alcuna agli avversari. La prima sfida, giocata a Milwaukee, è l'occasione per vedere Westbrook flirtare con la tripla doppia, ma anche una vittoria importante contro una squadra che ci può mettere in difficoltà grazie ad un reparto guardie molto profondo e ricco di talento. Il 93-85 finale è testimonianza che la gara ce la siamo dovuta sudare ma anche che, piaccia o no, attualmente siamo uno schiacciasassi. Contro Portland poi arriva la conferma sul suddetto tema, ma anche una prova di forza non indifferente. Portland è infatti seconda ad ovest, gioca un basket moderno grazie ad un quintetto (Lillard-Batum-Matthews-Gallinari-Aldrige) eclettico e ricco di soluzioni e scende in campo alla Time Warner per vincere. Il "problema" è convincere Anthony e Westbrook a farsi da parte, perché i due attualmente sono la coppia più esplosiva della lega, ed infatti sono loro a guidarci alla vittoria per 89-103 con Agent 7 ad un passo dal trentello. Un giorno di riposo e arrivano i Magic, arriva la vittoria (l'ottava consecutiva) ma arriva anche l'infortunio di Biyombo di cui abbiamo parlato sopra.
Arriva il tanto sospirato All Star Weekend (West-Est 124-120, Durant MVP con 42 punti) ma in sede con Michael e Cho dobbiamo trovare un lungo che possa sostituire il congolese nel prossimo mese e mezzo. Dal Congo alla Tanzania il passo non è lunghissimo, specialmente se lo fa una bestia di 225 centimetri, con l'attitudine di giocare a pallacanestro di un comodino. Arriva Thabeet dunque; l'idea è che lui e Len (che praticamente giocava scampoli minimi di partita) assieme possano darci quanto ci dava Biyombo da solo e quindi avranno circa dieci minuti a testa per mettersi in mostra e per far rifiatare Pekovic.
Il primo test del nostro nuovo assetto non è dei più facili: ci fanno visita gli Heat, ancora privi di Wade (prossimo comunque al rientro) ma pur sempre terzi ad est. È una grande gara, Melo tira male, LeBron è spaventoso ma attualmente Westbrook è semplicemente l'MVP: produce un indotto di circa 20 punti a cavallo tra terzo e quarto periodo, concluderà con 23 punti nel secondo tempo, firmerà la doppia doppia da 34 punti e 10 assist (condita da 5 rimbalzi e 3 rubate) e ci condurrà alla vittoria per 96-103. Facciamo subito le valigie e ci presentiamo in Texas, ospiti dei San Antonio Spurs. Come detto, gli Spurs sono in piena fase di ricostruzione, hanno un record perdente, un livello tecnico medio-basso nelle individualità (spicca solo Parker) ma comunque sono una squadra difficile da affrontare. Fatichiamo un po' all'inizio per via delle gambe pesanti, poi però usciamo alla distanza più con il talento che con altre qualità e suoniamo la vittoria consecutiva numero dieci.
44-10 il record, primi per distacco in classifica, scalpi importanti ottenuti, incredibile "coincidenza storica" e un giocatore che gioca da MVP. Che sia veramente questa la squadra del destino?

martedì 3 settembre 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: Gli esami non finiscono mai

Una squadra dal record "clamoroso", un serio candidato all'MVP, il più antipatico antagonista di LeBron James (che di per sé sta sui cosiddetti a parecchia gente), un 2k-allenatore "alieno" e una lega che li aspetta tutti al varco. Non è il prossimo film in uscita nelle sale, ma come si presentano le prossime due 2k-week per i miei Bobcats, attesi da un mini-tour che non fa dormire certo sonni tranquilli e da sfide interne tutt'altro che semplici.
Chi ben comincia è a metà dell'opera, si dice in giro. Allora, la domanda sorge spontanea, dove si trova nella suddetta opera chi inizia male? Sì, perché affrontiamo l'ultima gara in casa prima del tour subendo una sconfitta contro i Pistons per 99-82 con Singler (!!!) che firma 19 punti, Drummond che regala ai suoi un 18+9, mentre noi naufraghiamo nonostante un Westbrook da 20 punti e un Melo da 19. La sconfitta non mi rende certo felice, anche perché in back to back apriamo il tour precedentemente annunciato con una trasferta a Brooklyn che si preannuncia infuocata. Le previsioni vengono rispettate, ma noi giochiamo un quarto periodo da applausi e portiamo a casa una splendida vittoria, per 113-91. Westbrook è l'MVP con 23+10, ma apporto importante anche da parte di MKG che sigla una doppia doppia da 16+12 rimbalzi; inutili ma come al solito irritantissimi i 24 punti di Iso-Joe. Un giorno di riposo e poi si va in scena a Boston, contro dei Celtics in piena bufera. Quarta squadra in overall ma record ampiamente negativo, i verdacci sono diventati il nostro incubo e dunque minaccio la squadra con lo spauracchio dei gradoni, quattro-sei-quattro e suicidi vari in caso di sconfitta. "Con le buone" i ragazzi si impegnano più del solito, ma il Celtic-Pride di Boston ci costringe a fare i salti mortali: Melo con 32 punti (perfetto dal campo!) e Westbrook MVP da 28+9 assist ci guidano alla vittoria, nonostante un indemoniato Jordan Crawford da 33 punti e un Rondo da 15 assist.
La sfida con Boston anticipa un trittico terribile di trasferte: New York, Indianapolis e Philadelphia. La trasferta al Madison è la classica partita del cuore per Melo. Subissato dai fischi dopo il grande tradimento della scorsa 2k-summer, Carmeluzzu gioca una partita in soggezione nella quale segnerà solo 12 punti. Fortuna che noi abbiamo Agent 7, che problemi se ne fa pochi fischi o non fischi, e che questa volta Pekovic si innalza a secondo violino, siglando una prestazione da 20 punti. La W per 97-91 è un enorme premio per i ragazzi, ed è anche un trampolino di lancio in vista della sfida in back to back contro i Pacers, secondi ad est e decisissimi a dimostrare il loro valore in una partita dall'altissimo contenuto emotivo. Indiana ha tutto l'interesse nel vincere, psicologicamente sarebbe importantissimo metterci una pulce nell'orecchio, ma attualmente giochiamo una pallacanestro straordinaria e, soprattutto, siamo mentalmente solidissimi. Giochiamo una prova di squadra straordinaria, Westbrook è il nostro MVP da 19 punti, 9 assist e 5 rimbalzi, mandando 7 giocatori in doppia cifra e tenendo Hibbert a 5 rimbalzi e George a 10 punti. La vittoria, 112-92, consecutiva numero quattro è dunque servita. Un giorno di riposo e poi si va a casa dei 76ers, squadra molto solida e costruita bene che sta però subendo le sfortune chiamate "Bynum infortunato". Holiday è ormai tra i migliori playmaker della lega e infatti ci stampa in faccia 34 punti, ma Westbrook attualmente fa un altro mestiere e a conferma di ciò firma 16 assistenze, la maggior parte per uno straordinario Carmelo Anthony da 29 punti. Insomma, nonostante lo stanchezza per il tour e per le sfide di alto livello, chiudiamo imbattuti questo ciclo terribile, ottenendo la vittoria anche a Philadelphia. Si chiudono i bagagli e si torna a casa, per la sfida interna contro i Golden State Warriors. Squadra tosta quella del reverendo Jackson, ma le linci del North Carolina attualmente fanno paura: giochiamo "con loro", subiamo il loro stile (Klay Thompson sarà infatti autore di 36 punti) ma grazie alla prestazione da MVP di Westbrook  (31+9 assist) ed alla completezza di Kidd-Gilchrist (16 punti, 5 assist, 4 rimbalzi e 4 stoppate) riusciamo a mantenere aperta la striscia di vittorie.
Una prova difficile per questa squadra è stata superata, ma altre prove altrettanto toste ci attendono. Siamo pronti ad affrontarle, consci del fatto di avere due giocatori convocati all'All Star Game (Westbrook e Anthony) e che uno di essi è anche un serissimo candidato all'MVP (Westbrook è attualmente secondo nella corsa al titolo).

domenica 1 settembre 2013

2k13-Regular Season 2014-2015: L'epifania (quasi) tutte le sconfitte si porta via

"Winning is not a sometime thing; it's an all the time thing. You don't win once in a while; you don't do things right once in a while; you do them right all of the time. Winning is a habit.". Lo sosteneva Vince Lombardi, io la frase l'ho appesa tramite un cartellone all'ingresso dello spogliatoio e sembra che i ragazzi abbiano recepito il messaggio. Vincere è un'abitudine, oppure vincere aiuta a vincere si dice qua in Italia, fatto sta che questi Bobcats si stanno abituando a vincere sempre più e nel periodo post-natalizio infiliamo un filotto di vittorie che sembra riscrivere la geografia della lega. Sapevo che questa squadra potesse fare bene, ma qua si va oltre le mie più rosee aspettative.
Iniziamo il 2k-mese pre-All Star Weekend completando un mini-tour di trasferte; siamo ospiti prima dei Golden State Warriors, squadra che storicamente soffro per il suo stile frizzante di gioco, e poi andiamo nella capitale a far visita ai Wizards. Contro gli uomini del reverendo Jackson giochiamo una grande partita, concentrati e attenti sin dalla palla a due, ordinati in attacco ed efficaci in difesa e dunque portiamo a casa una bella e convincente vittoria. Contro i Wizards, invece, giochiamo peggio, un po' troppo disattenti e con poco mordente. Per nostra fortuna a Washington stanno già pensando alla prossima stagione e quindi, nonostante un Bradley Beal da 22 punti, riusciamo comunque a vincere per 102-93, per merito anche di un Michael Kidd-Gilchrist in versione tuttofare (18 punti, 7 assist, 6 rimbalzi, 4 rubate e 3 stoppate). Finisce il tour e noi, dopo un giorno di riposo, torniamo alla Time Warner Arena per ospitare i Bulls. Che partita che potrebbe essere: Rose contro Westbrook, Pekovic contro Noah, Melo contro la difesa di coach Thibodeau... Invece Chicago è falcidiata dagli infortuni, Rose e Noah non sono disponibili, e i Bulls stanno dunque soffrendo un livello qualitativo che si è comunque abbassato (è andato via Gibson): portiamo a casa una roboante vittoria per 86-106, nonostante Marquis Teague faccia una signora doppia doppia (24+12) al cospetto di Westbrook, comunque MVP della partita con 29 punti e 13 assist.
Non c'è tempo per fermarsi, non c'è tempo per pensare, c'è solo da scendere in campo nuovamente dopo un solo giorno di pausa, sempre alla TWC Arena, questa volta contro gli Heat. Miami si presenta senza Wade, infortunato, ma è comunque decisa a giocare una grande partita ma noi non siamo certo disposti a lasciare loro vita facile. La gara è combattutissima, l'equilibrio regna sovrano ma Anthony è in una di quelle serate in cui è ingiocabile per gli avversari. Segna a ripetizione, è una macchina e ci trascina alla vittoria, nonostante un LeBron da 26 punti + 8 rimbalzi + 7 assist, con una prestazione eccezionale: 39 punti, 9 rimbalzi e 6 assist. Superati di slancio gli Heat, si presentano a Charlotte in San Antonio Spurs, orfani di Duncan (ritiratosi in estate) e in piena fase di ricostruzione. È una partita difficile a livello psicologico, perché è molto semplice fare un passo falso contro una squadra in difficoltà, ma questa volta riusciamo a rimanere concentrati, siamo solidi e reattivi e firmiamo la vittoria consecutiva numero cinque. Si fanno i bagagli e si va a Detroit per una sfida di alto livello contro i Pistons. Siamo sicuri di noi, trasudiamo certezze e proprio per questo pecchiamo in cattiveria e rabbia agonistica. Detroit ci sorprende, lotta fino alla fine e prima ci costringe all'overtime e poi ci scippa la vittoria proprio al supplementare, infliggendoci la seconda sconfitta del 2k-mese. Ci rimaniamo male, ci arrabbiamo con noi stessi, ci sentiamo un po' polli ed a farne le spese sono i dinosauri da Toronto, ospiti per l'occasione alla Time Warner Cable Arena: asfaltiamo letteralmente i Raptors, con Westbrook e Anthony sugli scudi ma anche, più in generale, con una prestazione difensiva di livello eccelso.
Per fare un favore a qualcuno, i Kings sono quarti in classifica ad ovest, mi vedo "costretto" a leggere la classifica e faccio una scoperta incredibile: siamo primi in classifica generale, e fin qui potevamo pure aspettarcelo, con 5 gare di vantaggio (!!!) sulla seconda, e questo non ce l'aspettavamo di certo. Ora la domanda, inevitabile, è questa: soffriremo di vertigini?