sabato 29 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: #nbaonespn

Una lotta continua. Ecco in che cosa si è trasformata questa regular season. Tutte le sere si scende in campo con la consapevolezza di dover lottare, di dover guadagnarsi il posto in paradiso e questa sensazione non è un'esclusiva della mia squadra ma è palese realtà per tutti.
Noi siamo impegnati nella lotta al primo posto ad est, ma siamo in tour aperto ad ovest. Non veniamo da un percorso esaltante e la doppia trasferta in back to back Sacramento-Portland potrebbe dire molto sul nostro futuro. È il solito esame per una squadra che ne ha già sostenuti, con esiti alterni, parecchi. In questa occasione però il responso è positivo e l'esame è passato con merito visto che otteniamo due belle W. Protagonista speciale, Russell Westbrook che sta ritrovando la forma migliore dopo il periodo di appannamento post infortunio. Il nostro Agent 7 si sta preparando al meglio per la sfida contro i Thunder nel Sunday Showcase sull'ABC, ma prima c'è da affrontare, nella prima gara post tour ad ovest, i Nets, disperatamente alla ricerca di vittorie per agguantare un posto ai playoff dopo una partenza alquanto stentata. Non abbiamo però pietà, giochiamo una grande partita d usciamo con una splendida vittoria. Dopo questa gara, un giorno di riposo e poi l'attesissimo scontro al vertice contro i Thunder. Le parole non bastano per descrivere questo match, dunque, in via del tutto eccezionale, la diretta dell'ultimo quarto (perdonate la pessima qualità, ma i miei mezzi multimediali sono veramente limitati):


Dopo la sfida con i Thunder, andiamo in back to back nella capitale per affrontare i "maghetti" guidati dal signor Muro. Conoscendo i miei ragazzi, mi aspetto una debacle clamorosa, invece otteniamo una straordinaria vittoria, all'ultimo respiro, con l'eccezionale buzzer beater di Westbrook! Dopo un giorno di riposo, ospitiamo i 76ers in casa. Non ne abbiamo, siamo mentalmente scarichi e fisicamente provati da un tour de force realmente spossante. Arriva la sconfitta, fortunatamente indolore ai fini della classifica e comunque accettabile dopo un 2k-mese piuttosto provante.
La lotta per il primo posto ad est continua, siamo sempre tre contendenti e altre tre squadre che ci stanno tallonando. La voglia di lottare e vincere non ci manca, ma la cosa più interessante è che il verdetto definitivo ormai dista meno di 20 partite!


mercoledì 26 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Tra i due litiganti...

Tra i due litiganti, il terzo gode. Così si dice e probabilmente così è se i due litiganti siamo noi e i Knicks ed il terzo sono i Pistons. Tutti quei bei discorsi della sfida culturale vanno riposti nel cassetto, perché i nipoti dei Bad Boys si inseriscono prepotentemente nella lotta perversa lotta al primo posto ad est che, ribadisco, rischia di portare in dote un primo turno contro gli Heat.
Dal canto nostro, c'è da dire che facciamo di tutto per rendere questa lotta quantomai avvincente e ricca di suspence. Dopo la pausa dell'All Star Weekend (a proposito, Est vincente con Rose MVP), ci attende un trittico di partite niente male che coincidono con il ritorno di Westbrook, recuperato dalla distorsione alla caviglia, e che rappresentano un esame di maturità non da poco. In ordine andiamo a Miami, in back to back in casa contro i Pacers ed infine, dopo un giorno di riposo, sempre in casa ospitiamo i Pistons. La sfida contro gli Heat è di quelle che, da 2k-allenatore, ti fa uscire di testa: la pausa ci ha fatto male, gli equilibri con il rientrante Agent 7 sono tutti da ritrovare, la sensazione di essere "appena tornati" (come la nota pubblicità) è evidentissima e così giochiamo una partita orrenda. Male in difesa, malissimo in attacco dove non riusciamo a servire con costanza i nostri lunghi, che dovrebbero fare la differenza contro i bi-campioni. Così non c'è speranza di vittoria ed infatti arriva puntuale la sconfitta. Ma, come detto, questa squadra è tanto abile a perdersi in un bicchier d'acqua quanto capace di reagire! In back to back contro i Pacers, alla Time Warner Arena, giochiamo una partita sontuosa. Dopo la voglia di strafare della gara precedente, Westbrook si dà una bella regolata e gioca un match eccellente su entrambi i lati del campo, Pekovic vince la sfida con Hibbert, la nostra panchina ci dà un'enorme mano e portiamo a casa una bella e convincente W. Come preannunciato, un giorno di riposo e poi arrivano i Pistons, lanciatissimi e pronti ad espugnare il nostro campo in quello che è diventato uno scontro al vertice che non ti aspetti. La gara resta in equilibrio fino all'intervallo lungo, ma c'è il classico alone nell'aria che ti fa capire che qualcosa andrà storto. È una sensazione strana, ma che si rivelerà purtroppo fondata: i Pistons escono dagli spogliatoi vedendo una piscina olimpionica al posto del canestro, tireranno con medie assurde da tre e porteranno a casa la W che li proietta al primo posto ad est.
Siamo arrabbiati, desiderosi di vendetta e la vittima che ci capita a tiro sono i Denver Nuggetts, ospiti in back to back sempre alla TWC Arena. Rimaniamo sui nostri standard, ovvero difesa di alto livello, contropiede ben orchestrato ed attacco a metà campo comunque ordinato, e, quando l'avversario tira normalmente, solitamente questi standard sono sufficienti per portarla a casa. Vittoria importante, anche perché ci attende un mini-tour ad ovest che non si prospetta dei più semplici. La prima partita del tour è allo Staples povero, quello dei Clippers tornati anonimi dopo l'addio di CP3. Ma noi siamo stati concentrati per troppo tempo e allora i ragazzi decidono di entrare in campo completamente senza il cervello collegato. Organizziamo la sagra degli errori, con i Clippers che sono abituati a certi scempi e ci battono con l'esperienza. Una sconfitta brutta, una sconfitta che non è neanche "da Lakers" o "da squadra femmina" più in generale, ma di quelle che ti fa capire l'importanza di perdere una serie di playoff tirata perché a questa squadra, talvolta, manca la cattiveria. Abbiamo un giorno di riposo e poi andiamo a Salt Lake City per la seconda partita del tour. Città all'opposto visitiamo e partite all'opposto disputiamo: siamo nuovamente aggressivi, concreti, tremendamente attivi e concentrati e portiamo letteralmente a scuola i Jazz. La partita non è mai in discussione, nonostante le nostre medie da tre non siano eccellenti, anche perché MKG gioca una partita da standing ovation.
Momento un po' altalenante per i miei Bobcats, cosa che tutto sommato mi aspettavo perché dopo l'All Star Weekend le mie squadre solitamente hanno un calo psicologico. Ma non possiamo permetterci passi falsi ed ora che nella lotta al vertice si sono inseriti pure i Pistons il rischio di una regular season dal finale particolarmente avvincente è dietro l'angolo. Direi che è un rischio che corriamo volentieri!

martedì 25 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Davide contro Golia

New York, circa 8 milioni di abitanti, contro Charlotte, circa 800 mila. È questo il verdetto della classifica il giorno prima dell'inizio dell'All Star Weekend. La lotta per la testa della classifica ad est si sta delineando in questo modo, nel più classico dei Davide contro Golia. Da un lato una squadra glamour, ricca e piena di campioni, che gioca in un palazzetto storico e che brama un titolo da quasi cinquant'anni; dall'altro, quella che in gergo calcistico verrebbe definita una provinciale, pochi mezzi economici a disposizione, poco glamour e pochi riflettori puntati addosso. Abbiamo il dovere morale di lottare e sarà una lotta senza quartiere, a distanza ma anche con scontri diretti e con un epilogo che si prospetta molto sadico: attualmente gli Heat, bi-campioni in carica, sono ottavi ad est e rischiano di essere "il premio" per il primo posto!
Ma non è il momento di pensare alla fine della stagione, ci sono ancora quasi due 2k-mesi e mezzo da giocare. La nostra sfida a distanza con New York la dovevamo proseguire nel nostro piccolo tour di trasferte, miste tra est e ovest. San Antonio, Orlando e Cleveland le nostre tappe, dunque calendario facile, specie per una squadra in ritmo. Se non fosse che la mia lakersitudine è contagiosa e questa squadra ha preso gli stessi brutti vizi dei miei amati gialloviola: prendiamo sotto gamba sia la gara contro gli Spurs che quella contro i Magic, ottenendo una "bella" doppietta di L. Stesso risultato, diverse modalità: gli Spurs ci trascinano in una gara che avevamo già vinto nei primi 4 minuti, risalgono la china, ci impongono una gara punto a punto e ci fregano nel finale in volata con Parker (profondo odio extracestistico nei suoi confronti) superstar; i Magic invece ci schiantano clamorosamente, sfruttando la nostra classica serata "da ventiduenni in carriera di Beverly Hills". Non ci sto, a Cleveland ci si va in pullman così abbiamo il tempo di schiarirci le idee. Risultato? Torniamo ad essere aggressivi e concentrati, giochiamo due quarti difensivamente impressionati (38 punti per i Cavs all'intervallo lungo) e sbrighiamo la pratica in men che non si dica. È un attimo e questa squadra torna subito in fiducia: per il ritorno a casa ospitiamo i Suns alla Time Warner e la partita praticamente neanche inizia. Li stritoliamo con la nostra difesa e produciamo una quantità di punti in contropiede spaventosa. Certo, Phoenix è allo sbando più totale, ma quando giochiamo così facciamo realmente paura.
Siamo in back to back, ma siamo costretti a portarci il passaporto perché si va a Toronto. Squadra strana quella canadese, con talento e preparata tecnicamente, ma apparentemente priva di anima. I giocatori sembrano essere lì per caso, non giocano assieme ma sembrano essere una somma di persone quasi racimolate all'ultimo momento. Non giochiamo una partita particolare, anzi sembra più di vedere uno scrimmage contro la squadra locale che una gara vera, facciamo il compitino (difesa attenta ed attacco ordinato) ed usciamo dall'Air Canada Center con la W. Un giorno di pausa e supersfida tra centri nella gara alla TWC Arena contro i 76ers. Una partita che credo Bynum ricorderà a lungo, perché facciamo un capolavoro tattico costringendolo a fare tutto ciò che lui odia: ritmi alti, pick and roll centrali, attacco dinamico del pitturato, difesa d'anticipo e negazione della ricezione statica sono la nostra ricetta. Altra W, con Pekovic che si prende l'MVP con 26 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Non è ancora arrivato il momento di rilassarci perché andiamo a Chicago, per la nostra ultima sfida prima dell'All Star Game. Con i Tori sta nascendo una sana rivalità, paradossale se si pensa che il nostro presidente è l'uomo che ha cambiato la loro storia (e quella di tutta l'NBA) negli anni '90, ma dopo un calendario così intenso è sintomatico un nostro calo. Giochiamo maluccio, soprattutto sbagliamo molte scelte e "gambliamo" un po' troppo. Arriva la sconfitta, ma è una sconfitta che ci sta e che comunque serve a preparare il terreno per il post-All Star Weekend.
Ora ci attendono circa cinque giorni di pausa, poi riprenderà da una condizione di assoluto equilibrio la sfida a distanza con New York. Scaldiamo i motori, grandi sfide ci attendono!

domenica 23 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: La leva cestistica del '74

"...un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia!" canta De Gregori. E Derek Fisher di coraggio ed altruismo ne ha da vendere. Trentanove anni, più di 1200 partite giocate in NBA, 5 titoli,  e svariate giocate decisive sembrano non essere sufficienti per far fermare questo Campione vero. Siamo aggrappati a lui, ed è paradossale considerato che siamo la squadra di Westbrook e Kemba Walker, siamo costruiti per correre il campo e per mettere un'intensità fisica che il Venerabile Maestro non può più garantire e che il nostro gioco offensivo, seppur ben strutturato, dipende comunque dalle doti di playmaking delle nostre PG. Ma perché dico che siamo aggrappati a Fisher?
Dopo la vittoria di Miami, si apre un periodo che si prospetta molto favorevole per noi: affrontiamo Kings, Spurs, Hawks e T-Wolves alla Time Warner Cable Arena; ovvero ospitiamo tre squadre con un record abbondantemente sotto il 50% (le prime tre) ed una quarta con un record appena sopra il 50% (T-Wolves appunto). Dovremmo fare incetta di vittorie, passando come delle macchine asfaltatrici sui nostri malcapitati avversari e così è per la sfida contro i Kings, macinati sotto un +24 a fine partita che non ci rende neanche tanta giustizia. Un giorno di riposo e ci aspetta la sfida contro gli Spurs, ma prima arriva la notizia che Fredette ha dolori alla schiena e non sarà disponibile per una manciata di giorni. Poco male, il minutaggio di Jimmer non è altissimo e poi ho preso Fisher proprio per intervenire in queste situazioni. La partita con gli Spurs è per noi una formalità: i neroargento sono in piena fase di transizione, con una squadra che ha si un sistema offensivo oliato ma un talento medio troppo basso per competere. Arriva la W, la terza consecutiva, che ci proietta nuovamente al primo posto in classifica ad est. Dopo due gare abbastanza semplici, ospitiamo gli Atlanta Hawks. Gli Hawks sono la delusione del campionato in quanto, dopo un mercato che ha portato loro un reparto lunghi impressionante, viaggiano nelle zone basse della classifica. Tutto sembra andare bene ma all'inizio del secondo quarto avviene l'evento che potrebbe cambiare la nostra stagione: Agent 7 penetra, va fino in fondo, segna, ma cade male e si contorce a terra; è costretto a uscire e la diagnosi sarà grave distorsione alla caviglia, tradotto tre settimane di stop. Il nostro reparto guardie ora ha solo tre effettivi: Walker, Henderson e Fisher. La partita non è finita e noi subiamo il contraccolpo psicologico, sprofondiamo sul -16 ma riusciamo a rientrare per merito di chi non ti aspetti: Fisher, due rubate e due triple back to back, cambia l'inerzia della nostra partita; ritroviamo voglia, intensità e concentrazione e riusciamo a portare a casa la W.
Dopo la gara, devo però fare mente locale. Come aggiustare la rotazione? La scelta è un classico per il sottoscritto: Fisher in quintetto e Henderson, il 6th man, sempre in uscita dalla panchina per non alterare le rotazioni. Derek tiene il discorso pre-partita contro i T-Wolves, qualcosa di simile a questo, poi si entra in campo ed alla prima penetrazione di Rubio fa un fallo duro, territoriale, di quelli che lanciano un segnale a tutti, compagni di squadra e non. Pendiamo dalle sue labbra, in difesa non tiene più nessuno ed in attacco non è un fattore, ma i compagni giocano letteralmente per lui e io mi accorgo che il vero leader di questa squadra viaggia a meno di 2 punti e 1 assist a partita. Battiamo anche Minnesota e per la prima volta vedo quella voglia di vincere che solo le squadre che ambiscono al bersaglio grosso hanno. Facciamo le valigie ed apriamo un tour di 5 gare in trasferta al Palace of Auburn Hills, contro dei sorprendenti Pistons, terzi in classifica. Siamo impressionanti. JR Smith tira 9 su 13 da tre, Knight e Monroe producono basket a getto continuo, Walker e Pekovic invece lottano con i problemi di falli, ma in questo momento siamo ingestibili per chiunque: il Venerabile Maestro segna il suo unico canestro dal campo con una tripla in un possesso fondamentale (-10 a 9 minuti circa dal termine del quarto periodo) e da lì in poi non ci fermiamo più: il 106 a 91 finale è frutto di voglia, intensità e cuore, difesa massiccia e contropiedi violenti. Il nostro tour prosegue a Houston e non nego di essere un po' preoccupato di affrontare una squadra che ha un gioco che solitamente ci mette in difficoltà. Prima della partita però, Jimmer Fredette mi dice di voler provare a giocare, insomma sarà disponibile ma non al meglio. Houston ci mette sin da subito alle corde, tiene ritmi alti e spara da tre con continuità, ma le loro medie sono ondivaghe mentre noi siamo sempre sul pezzo. Il protagonista è Pekovic, che dopo la difficile gara di Detroit sigla una partita da 26 punti e 13 rimbalzi, ma sono importanti anche le prestazioni di Walker e Kidd-Gilchrist. Insomma, il tema ed il risultato sono sempre i soliti: lottiamo e otteniamo la W, a prescindere dal talento e dagli avversari.
Siamo primi ad est, in striscia di vittorie nonostante l'assenza per infortunio del nostro giocatore migliore e nonostante l'inizio del tour in trasferta. Ma la cosa fondamentale è che questa squadra sta dimostrando di poter compiere imprese importanti e di essere mentalmente solida e pronta per lottare per qualcosa di grosso. Ed il merito di questa crescita mentale è soprattutto di un ragazzino di 39 anni, pieno di coraggio, altruismo e fantasia!

mercoledì 19 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Tra importanti vittorie e brucianti sconfitte

C'è una caratteristica, di cui non vado molto fiero, che accomuna le 2k-squadre che alleno con la squadra per cui faccio il tifo e, a questo punto, penso che questa caratteristica sia intrinseca nel mio DNA: la capacità di specchiarsi. È incredibile come sia possibile che questa squadra, come tutte le altre che 2k-alleno, sia capace di esaltarsi nelle sfide più ostiche e di perdersi in un bicchier d'acqua quando si dovrebbe mettere solo un po' di attenzione in più.
In striscia aperta di 7 vittorie, ci presentiamo ad Indianapolis per la prima sfida di un periodo ricco di scontri al vertice ad est. Suona male, ma la verità è che nella nostra conference, a causa degli infortuni patiti dai pezzi da novanta, la classifica è cortissima con 9 squadre racchiuse in 2,5 partite e ben 6 con lo stesso record! La partita con i Pacers è molto bella, perché siamo costruiti in modo simile: schierano un'ala piccola (Granger) nello spot di 4 (West è andato ad Atlanta), mettono parecchia intensità difensiva e sono molto aggressivi ed hanno un solo lungo dominante (Hibbert). Noi però in questo momento siamo in ritmo e non è possibile battere "sul suo campo" una squadra in fiducia. La portiamo a casa, non senza qualche patema, suonando così l'ottava sinfonia di vittoria. Dopo una vittoria così, la gara della Time Warner Arena contro i Jazz, in tour ad est, dovrebbe essere una passeggiata. E lo è. Per i Jazz. Mi sembra di rivedere i miei Lakers quando giocano il matinée domenicale: sfilacciati, molli, privi di qualsiasi idea di coralità, svogliati in difesa e poco aggressivi in attacco. Utah ci punisce per bene, ed il 134-108 finale è una splendida fotografia della nostra "voglia matta". Due giorni di riposo ed una trasferta molto importante sono tuttavia un toccasana per le nostre motivazioni: siamo ospiti dei Celtics degli inossidabili Garnett e Pierce ed abbiamo tutte le intenzioni di fare bene. Ma, capita, becchiamo la serata storta al tiro, una di quelle sere in cui non segni neanche da tre metri dal canestro, mentre i padroni di casa vedono una piscina al posto del ferro. Grazie ad un mostruoso Westbrook (36 alla fine per lui) restiamo a contatto, ma se la palla ha deciso di non entrare, evidentemente ci meritiamo di perdere.
Questa seconda sconfitta mi lascia con parecchio amaro in bocca, mi faccio sentire negli spogliatoi anche perché in back to back andiamo a Chicago contro i Bulls. Che partita! Chicago gioca a ritmi forsennati, intensità e voglia di mettere le mani addosso degne di una squadra di playoff, ma noi torniamo in versione Squadra Da Titolo. Westbrook e Rose danno vita ad una sfida incredibile, ma anche si annullano a vicenda, ed allora ci pensa Kemba a fare le giocate decisive ed a portarci alla vittoria-scaccia-crisi. Non abbiamo il tempo di godere della vittoria: un giorno di riposo e poi back to back a Philadelphia e poi a Charlotte per la rivincita contro i Bulls. Arriva una doppia sconfitta, ma "preventivabile" e soprattutto con modalità differenti. Contro i 76ers entriamo in campo un po' molli e sbagliamo soprattutto nell'approccio perché pensiamo un po' troppo alla sfida dell'indomani, spendendo poi tanto per in un inutile loosing effort per cercare di recuperare. Contro i tori, paghiamo invece la stanchezza, quattro partite in cinque giorni, e la fisicità che Chicago mette in campo, oltre ad una poco celata voglia di rivalsa dopo la gara di tre 2k-giorni addietro. Queste due L non sono certo il biglietto da visita migliore con cui presentarsi all'American Airlines Arena di Miami, considerato anche che James è tornato operativo da pochi 2k-giorni. Invece, ribaltiamo ogni pronostico ed asfaltiamo gli Heat in maniera indecente. Giochiamo una partita corale di altissimo livello, troviamo 35 punti dalla panchina, facciamo la differenza nel pitturato e riusciamo a difendere in maniera encomiabile sui tre amigos di cui tanto si parla. Arriva la W, esaltante ed importante come poche perché ci permette di restare ai vertici della Eastern Conference.
Manca un 2k-mese circa all'All Star Weekend ed il nostro bilancio è più che positivo, ma è arrivato il momento di fare il salto di qualità. Staccare il gruppone ora, sarebbe fondamentale per avere una seconda parte di regular season in controllo e per prepararsi senza patemi al gran ballo targato Playoff.

sabato 15 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Il Natale delle linci

Sono ripetitivo, lo so, ma Mariah Carey non può mai mancare nel mio 2k-Natale. Eh già, ridendo e scherzando siamo già arrivati a Natale, praticamente un altro 2k-mese è finito e l'avventura dei miei Bobcats ha subito una svolta epocale. Andiamo con ordine. Dopo il rientro di Kemba Walker, c'eravamo un po' incartati ed avevamo palesato tutti in nostri problemi durante il mini-tour ad ovest: 3-5 il record con Kemba e giornali che iniziavano a preparare la controffensiva sulla possibile dualità tra appunto Walker e Westbrook. Evidentemente, la nostra settimana natalizia dunque non si è palesata sotto un clima tranquillo.
Il primo Christmas Event della franchigia lo giochiamo a Denver, ultima gara del mini-tour ad ovest. I Nuggets sono una squadra molto complessa da affrontare, atleticamente ben messa, tatticamente coriacea e ricca di talento. In più il Pepsi Center è un campo ostico, sempre molto caldo pronto a farti sentire la pressione. Ci sono insomma tutte le premesse per la terza sconfitta consecutiva. Ma, contro ogni pronostico, dominiamo dall'inizio alla fine! La partita è un nostro monologo ed il merito è soprattutto della coppia Walker-Westbrook. I due sembrano finalmente aver trovato il modo di completarsi, così, improvvisamente e senza alcun accorgimento particolare da parte mia, e questo per gli avversari è un problema. Non sono tanto i numeri ad impressionare, sebbene in due combinino per 42 punti e 15 assist, ma quanto l'integrazione tra i due. Sembra proprio che abbiamo trovato la quadratura del cerchio ed allora diamo il là ad un run impressionante. Dopo la gara di Denver ospitiamo i derelitti Orlando Magic: gli orfani di Superman stanno affrontando non pochi problemi nella fase di ricostruzione, ma non ci stanno a perdere. Ma noi stiamo affinando gli automatismi, siamo sempre più in palla ed otteniamo la seconda vittoria in fila. Due giorni di pausa e sfida super-glamour contro i Brooklyn Nets, squadra talentuosa ma che pare "senz'anima". Noi invece l'anima ce l'abbiamo e abbiamo anche una voglia matta di vincere: Kidd-Gilchrist è un rebus per i padroni di casa, Westbrook e Walker continuano ad affinare la loro intesa (13 assist per Kemba a fine gara) e la vittoria è servita.
Siamo in ritmo, stiamo trovando l'entusiasmo giusto e le nostre certezze crescono, dunque anche se siamo in back to back non temiamo i Grizzlies che ci vengono a fare visita alla Time Warner, nonostante l'impianto offensivo di Memphis, con due lunghi dominanti, sia quello che maggiormente ci può mettere in difficoltà. Invece no, siamo noi a mettere in difficoltà loro, giocando a ritmi insostenibili per la coppia Gasol-Randolph, imponendo una difesa disumana per intensità ed abnegazione ed attaccando con grande acume. È la quarta vittoria in fila, ed i giornali che prima criticavano ora tessono le lodi per il dinamico duo Westbrook-Walker. Tuttavia la politica personale sulla stampa è: 
"Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa."

dunque pretendo la massima concentrazione per la gara della notte di capodanno che ci aspetta a Detroit. I Pistons sono molto simili a Memphis: una coppia di lunghi molto forte (Drummond+Monroe), un play che sa il fatto suo (Knight), un impianto difensivo e giocatori eclettici a disposizione ed in più Reddick e JR Smith nel motore. Insomma, non ci attende certo una gara facile, ma noi non siamo certo la squadra che ha stabilito la peggior percentuale di vittorie della stagione regolare. La partita è bellissima, combattuta ed intensa come poche, ma ormai non sappiamo più fermarci: arriva la vittoria, la quinta consecutiva e con essa il primo posto in classifica ad est. E chi ci ferma più? Tre giorni di pausa ed ospitiamo i Cavs di Uncle Drew eseguendo un massacro vero e proprio. Cleveland è annichilita, giochiamo una partita quasi perfetta su entrambi i lati del campo ed asfaltiamo letteralmente la squadra "dell'errore presso il lago". 
Serie aperta di sei vittorie consecutive, difesa solida ed attacco che sembra funzionare per bene: il periodo 2k-natalizio di queste linci è stato alquanto proficuo e sembra essere il trampolino per grandi traguardi!

domenica 9 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Il ritorno

Lo speaker della TWC Arena lo accoglie con il suo classico: "...starting at guard, from Connecticut, number 15: KEMBAAA WAAALKEEER!" e giù applausi scroscianti del pubblico. È nuovamente disponibile Kemba Walker e la mia decisione è di farlo partire subito in quintetto. L'idea è chiara, la nostra stagione inizia adesso e dunque si deve lavorare per trovare la giusta alchimia e i giusti automatismi per poter fare qualcosa di importante. Le aspettative hanno iniziato ad alzarsi, la pressione inizia a farsi sentire ma, come dice Robert Horry, "la pressione può spaccare i tubi o far nascere un diamante, dipende dall'uso che se ne fa".
L'esordio stagionale del nostro numero 15 è però alquanto sfortunato. Siamo in casa, contro Houston, e subiamo una pesante sconfitta. Pesante nel morale della squadra a causa del punteggio, nel morale del singolo Kemba che tira 3 su 15 e nelle dinamiche, perché si infortuna ad un dito Gerald Henderson e quindi avremo il nostro sesto uomo per circa 4 settimane a mezzo servizio. È una sconfitta in realtà che ci può stare, Houston è una squadra ostica ed il loro modo di giocare, parecchio perimetrale, mi ha sempre messo in difficoltà. Niente paura, ci rifaremo alla prossima! Ma quando mai! Ospitiamo i Warriors e subiamo la seconda sconfitta consecutiva, sempre per mano di una squadra che apre il campo e che tira una quantità spropositata di tiri da tre. Le due partite sono speculari, noi ancora non riusciamo a trovare la giusta strada da percorrere e nel frattempo la nostra difesa fisica va in difficoltà contro batterie di tiratori folli che, tra l'altro, trovano serate al tiro clamorose sempre contro di noi. Non ci sto, mi faccio sentire negli spogliatoi, così non andiamo da nessuna parte! Messaggio ricevuto sembra, perché contro i Clippers, ritornati "anonimi" dopo l'addio di CP3, giochiamo un gran primo tempo e facciamo subito il vuoto. Ma, con un secondo tempo scandaloso in attacco, ci facciamo riprendere da quelli che attualmente ritengo cugini di secondo grado. Si arriva al finale punto a punto e a fare la differenza ci pensa "Agent 7": ultimo minuto sontuoso da 6 punti, condito da buzzer beater sulla sirena per la vittoria, che fa morale e classifica. Non abbiamo il tempo di vedere cosa è andato giusto e cosa sia andato male che siamo in back to back ad Atlanta. La partita è subito tiratissima, loro hanno un reparto lunghi che ci mette in difficoltà e poi sentiamo un po' la stanchezza. Ma non molliamo, la partita è bellissima, rocambolesca e ricca di colpi di scena. È un peccato infatti che la perdiamo, ma Westbrook questa volta manda sul ferro il buzzer beater del pareggio.
Siamo 1-3 dal ritorno di Walker, che tira dal campo con il 35% ed è in calo in tutte le statistiche rispetto all'anno scorso. A rendere le cose più semplici, ospitiamo gli Heat, in cerca disperata di vittorie e di identità a causa dell'assenza di LBJ che li ha fatti sprofondare al nono posto in classifica. È una partita importante, lo capiamo e la giochiamo di conseguenza. Concentrati e decisi in attacco, presenti e aggressivi in difesa, mettiamo in difficoltà sin da subito gli ospiti. Kemba continua a litigare con il ferro ma farà siglare 14 assist, Pekovic domina sotto le plance e gli Heat sprofondano nonostante le grandi prestazioni di Bosh e Wade. Era quello che ci voleva! La partita contro gli Heat è l'ultima prima di un mini tour ad ovest. Apriamo con Phoenix e Walker finalmente si slbocca offensivamente giocando una gara da 25+9. In generale, è una partita giocata bene, con entusiasmo e voglia di fare bene, proprio come quanto visto contro Miami. Dopo la vittoria in Arizona, si va in back to back allo Staples ricco, ospiti dei Lakers. Non c'è più Artest, Nash si è ritirato, Kobe e Gasol invecchiano, la guida tecnica è assegnata a Mike D'Antoni. Insomma, la situazione non è delle migliori per i gialloviola, ma la loro regale superiorità la si assapora comunque. Kobe è il solito satanasso, Howard è invalicabile per Pekovic e dunque ci facciamo trascinare in una gara ricca di trappole. Westbrook poi è un po' contratto nella sua città ma, dopo essere stati anche sul -18, diamo vita ad una grande rimonta che ci porterà sul 90 pari, grazie ad una tripla di Kemba, con 8 secondi sul cronometro e possesso Lakers. Sappiamo tutti cosa vogliono i gialloviola, palla a Kobe e ci pensa lui, e allora dirottiamo Leonard sulle piste del Mamba. Il 24 riceve, palleggia e aspetta, guarda negli occhi Kawhi, osserva il cronometro -4, -3, -2, si alza dal palleggio, Leonard è attaccato a lui e salta con Bryant ma è tutto inutile: la sirena suona con la palla ancora in volo, ma lo Staples già esulta, Kobe sorride compiaciuto e Lonard è a terra, fulminato dal morso del Mamba. Vittoria Lakers e a noi non ci resta che applaudire una delle tante magie di Kobe Bryant. Non ci vogliamo perdere d'animo, ma siamo ospiti alla Oracle Arena: campo difficile contro una squadra a noi indigesta mentre siamo "alla ricerca di noi stessi". L'esito non può essere che uno solo, sconfitta con 118 punti concessi e le critiche che iniziano a piovere come le triple di Curry, Thompson e compagnia.
Dal ritorno di Walker il nostro record è 3-5, non certamente il record di una squadra che vuole competere. Stiamo migliorando però, stiamo ritrovando l'amalgama ed il morale è comunque abbastanza alto. Sì, perché nonostante "l'andamento lento", siamo secondi ad est, ad una gara di distanza dai 76ers in quella che è diventata una "corsa al ribasso": Heat, Celtics, Nets e Hawks sono attualmente (ed incredibilmente) sotto l'ottavo posto e virtualmente fuori dai playoff!

mercoledì 5 giugno 2013

2k13-Regular Season 2012-2013: Le giuste circostanze

Se n'è parlato, è una cosa già detta, analizzata e ormai commentata ma, quando dalle parole si passa ai fatti, fa lo stesso un certo effetto. Di che cosa sto parlando? Dei Bobcats squadra da titolo. No, le mie idee non sono cambiate, sono ancora convinto che questa squadra per vincere subito abbia bisogno di un aiuto "esterno", ovvero del verificarsi di una serie di episodi favorevoli che la possano portare a giocare per il titolo. Forti lo siamo, ma... Poi però uno guarda la classifica (dopo queste due 2k-week) e ci vede lì, secondi ad est (dietro i Pacers), e ci si rende quasi subito conto che quelle famose condizioni, quegli episodi, si stanno verificando. Miami in difficoltà a causa di un LBJ infortunato, Chicago impastata dal cambio di allenatore, NY alle prese con la crisi dovuta all'abbandono dei vecchietti (Kidd si è ritirato in estate)...
Tira aria nuova ad est e noi proviamo ad approfittarne immediatamente nella prima di tre trasferte consecutive, a Washington contro i Wizards. Vogliamo vendicarci della sconfitta di poco tempo fa, ma usciamo nuovamente sconfitti. Non è Beal a fregarci questa volta, ma Wall, che con un finale in crescendo porta a casa l'intera posta. Poi si parte, doppia trasferta: OKC e Atlanta. Inutile dire che la trasferta a casa di Durant e CP3 è attesissima, un po' perché i Thunder sono primi assoluti (11-2), un po' perché il ritorno da ex di Westbrook desta non poca curiosità. È una guerra, si fa a pugni per davvero, con uno scarto massimo di +4 per entrambe le squadre. La portiamo però rocambolescamente a casa, con Mullens protagonista inaspettato che fa le giocate decisive della partita in contumacia ad un Pekovic fuori per falli. La vittoria è un trampolino clamoroso per noi: dopo un giorno di riposo andiamo a casa degli Hawks, ma paradossalmente siamo noi linci a volare mentre i falchi ci inseguono. Dominiamo per tutta la gara, ma non riusciamo mai a scrollarci di dosso i padroni di casa, assolutamente indomiti e pronti a tutto per rimanere agganciati al match. Finisce che ci facciamo risucchiare in un finale in volata, ma abbiamo noi il possesso della vittoria: il gioco a due tra MKG e "Agent 7" ci permette di liberare l'ex-Kentucky, il quale non si fa pregare, sparando la tripla che manda i titoli di coda e che ci regala la vittoria. Vincere aiuta a vincere? Lo dobbiamo dimostrare nella partita successiva, alla TWC Arena contro i Raptors. Squadra tosta sono i canadesi, muscolarmente molto preparata ed anche talentuosa. Ma il problema principale di Toronto è sempre la testa: è una squadra che non sa cosa vuole dalla vita, mentre noi abbiamo un sogno chiamato "Vittoria" e ci mettiamo tutta l'attenzione di questo mondo per ottenerla. Insomma, vittoria perentoria e giornali che iniziano a parlare piuttosto bene di noi.
Ma non ci fermiamo, vogliamo sfruttare una prima parte di calendario favorevole e siamo pronti a tutto per portare a casa le prossime gare, tutte a Charlotte: contro Portland, New York e Milwaukee. E ci riusciamo! Le gare hanno tutte un andamento molto simile: il primo quarto è di studio e noi serviamo parecchio la palla dentro; poi proviamo a trovare risposte dalla panchina; lo strappo lo diamo nel terzo quarto, alzando in maniera esponenziale il livello difensivo e tenendo ritmi obiettivamente insostenibili per chiunque; nel quarto periodo amministriamo, mantenendo alto il livello difensivo e, in caso di difficoltà, affidandoci a Westbrook. Su "Agent 7" vanno poi spese due parole a parte. Il ragazzo sta giocando in maniera impressionante, ma non tanto in attacco (anche se i miglioramenti dovuti ad un sistema da lui meno dipendente sono evidenti), quanto piuttosto in difesa, con "terzi quarti" in cui spesso suona la carica ed annulla letteralmente l'avversario diretto. Non è un caso che, di squadra, siamo primi per palle recuperate.
Come detto, secondi ad est e terzi assoluti, con Walker che scalpita e dalla prossima sarà a disposizione. A Charlotte c'è un sogno che si chiama anello. Lo si può soltanto sussurrare, ogni cosa più forte di un sospiro lo farebbe svanire. Siamo distantissimi dal realizzarlo, ma sognare non ha mai fatto male a nessuno!

lunedì 3 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Nuove certezze

Complementari in attacco, nuova dimensione difensiva, rimbalzi, assist e la sensazione di poter fare qualcosa di grande: sono le impressioni che circolano attorno alla "strana" coppia Russell Westbrook-Nikola Pekovic, costruita dal sottoscritto ed ora asse portante dei nuovi Charlotte Bobcats. Inutile girarci intorno, questi due stanno facendo sfracelli. Ma se su Westbrook non c'erano dubbi, più che altro si materializzeranno durante i playoff, sul centro montenegrino erano in molti a dubitare. Sul suo valore tecnico non si discute, i dubbi erano semmai legati al ruolo da me assegnatogli: perno dell'attacco, lungo di riferimento per una squadra che l'anno scorso non aveva praticamente un lungo con più di 10 punti nelle mani. Si chiaro, Pekovic non è il primo violino della squadra, ma è il centro di gravità permanente che sgrava Westbrook da compiti di costruzione e che rappresenta un'ancora di salvataggio importante per gli altri compagni. Le scelte tattiche appaiono per ora completamente azzeccate e ad avvalorare la nostra tesi ci pensano i numeri.
Sette partite giocate in queste due 2k-week e record più che positivo di 5-2 ottenuto. La prima sfida è la rivincita contro Dallas, squadra che ci ha battuto alla prima trasferta stagionale. Ci vendichiamo, con una prova maiuscola di squadra, giocando con autorità e decisione e portando a casa una bella vittoria. Tre giorni di pausa e poi back2back: Washington e poi a Minneapolis. La partita con i capitolini è la classica partita stregata: sbagliamo tutto ciò che possiamo sbagliare, paghiamo una quantità di falli inimmaginabile, ciononostante rimaniamo attaccati alla gara per poi farcela soffiare in volata da un paio di canestri pesanti di Bradley Beal. Tra l'altro, si infortuna anche Biyombo (allungamento addominale) e dunque per un po' pure lui sarà costretto a stare in vestito. A casa dei T-Wolves quindi arriviamo un po' delusi e stanchi e Minnesota ci mette subito alle strette. Andiamo in difficoltà, sembriamo sprofondare ma poi, nel terzo quarto, avviene un cambio di marcia clamoroso: la nostra difesa sale di colpi, piazziamo un tremendo parziale di 41-18 e schiantiamo a domicilio i lupacchiotti. Westbrook è l'esecutore materiale della nostra vittoria, firmando il record di franchigia di 48 punti (conditi da 9 assist).
La vittoria di Minneapolis ci dà slancio per la successiva gara contro gli Hornets, prima di una serie di quattro partite consecutive alla TWC Arena. Gli Hornets sono una squadra in crescita, giovane e pronta ad affacciarsi alle luci della ribalta, un po' come noi. Dopo i "quasi 50", Westbrook continua a guidarci con autorità sia in attacco che in difesa; Pekovic vince il duello contro Anthony Davis, la squadra intera gioca una bella gara ed arriva un'altra bella vittoria. Vincere aiuta a vincere si dice e noi proviamo a confermare il tutto nella gara successiva, contro i Bucks. Milwaukee è attesa ad una stagione importante dopo l'arrivo di Iguodala, ma noi delle attese non sappiamo che farcene: entriamo in campo aggressivi e desiderosi di vittoria, difendiamo come degli ossessi e produciamo una quantità impressionante di punti in contropiede. Altra vittoria, fanno tre di fila! Un giorno di riposo e poi ospitiamo gli acerrimi nemici personali: Boston. Questa è una partita speciale anche se i Celtics sono una squadra in fase calante (il gruppo storico è rimasto intatto). La mettiamo sul fisico, sulla corsa, sulla difesa asfissiante, ma Boston resta sempre lì. KG e Pierce sono da applausi, tengono gli ospiti sempre a contatto, ma il finale da 10 punti di Westbrook spazzerà via ogni velleità di vittoria dei verdacci. Quarta vittoria e i giornali con le critiche per un po' li possiamo utilizzare per avvolgerci il pesce. L'ultima sfida della nostra mini-serie di partite casalinghe è contro gli Hawks. Ad Atlanta hanno fatto le cose in grande, si permettono un reparto lunghi mostruoso (Josh Smith, Horford, Oden, Millsap, David West) e ci mettono subito in difficoltà proprio per la diversa fisicità. Noi, al solito nostro, alziamo il ritmo soprattutto nel terzo quarto, ed anche questa volta abbiamo la sensazione di poter chiudere la gara grazie alla nostra difesa. E invece, Atlanta resta in partita, sfrutta un nostro quarto periodo tutt'altro che impeccabile e pone fine alla nostra striscia di vittorie.
8-3 il nostro bilancio finora, secondi ad est ed indubbiamente molto contenti di questo primo scampolo di stagione. Si deve migliorare, abbiamo degli automatismi da trovare e dei giocatori da recuperare, ma a conti fatti la squadra gira già abbastanza bene ed ha già trovato certi equilibri. Il cartello lavori in corso è ben esposto, ma i lavori, comunque, procedono abbastanza bene!