martedì 25 giugno 2013

2k13-Regular Season 2013-2014: Davide contro Golia

New York, circa 8 milioni di abitanti, contro Charlotte, circa 800 mila. È questo il verdetto della classifica il giorno prima dell'inizio dell'All Star Weekend. La lotta per la testa della classifica ad est si sta delineando in questo modo, nel più classico dei Davide contro Golia. Da un lato una squadra glamour, ricca e piena di campioni, che gioca in un palazzetto storico e che brama un titolo da quasi cinquant'anni; dall'altro, quella che in gergo calcistico verrebbe definita una provinciale, pochi mezzi economici a disposizione, poco glamour e pochi riflettori puntati addosso. Abbiamo il dovere morale di lottare e sarà una lotta senza quartiere, a distanza ma anche con scontri diretti e con un epilogo che si prospetta molto sadico: attualmente gli Heat, bi-campioni in carica, sono ottavi ad est e rischiano di essere "il premio" per il primo posto!
Ma non è il momento di pensare alla fine della stagione, ci sono ancora quasi due 2k-mesi e mezzo da giocare. La nostra sfida a distanza con New York la dovevamo proseguire nel nostro piccolo tour di trasferte, miste tra est e ovest. San Antonio, Orlando e Cleveland le nostre tappe, dunque calendario facile, specie per una squadra in ritmo. Se non fosse che la mia lakersitudine è contagiosa e questa squadra ha preso gli stessi brutti vizi dei miei amati gialloviola: prendiamo sotto gamba sia la gara contro gli Spurs che quella contro i Magic, ottenendo una "bella" doppietta di L. Stesso risultato, diverse modalità: gli Spurs ci trascinano in una gara che avevamo già vinto nei primi 4 minuti, risalgono la china, ci impongono una gara punto a punto e ci fregano nel finale in volata con Parker (profondo odio extracestistico nei suoi confronti) superstar; i Magic invece ci schiantano clamorosamente, sfruttando la nostra classica serata "da ventiduenni in carriera di Beverly Hills". Non ci sto, a Cleveland ci si va in pullman così abbiamo il tempo di schiarirci le idee. Risultato? Torniamo ad essere aggressivi e concentrati, giochiamo due quarti difensivamente impressionati (38 punti per i Cavs all'intervallo lungo) e sbrighiamo la pratica in men che non si dica. È un attimo e questa squadra torna subito in fiducia: per il ritorno a casa ospitiamo i Suns alla Time Warner e la partita praticamente neanche inizia. Li stritoliamo con la nostra difesa e produciamo una quantità di punti in contropiede spaventosa. Certo, Phoenix è allo sbando più totale, ma quando giochiamo così facciamo realmente paura.
Siamo in back to back, ma siamo costretti a portarci il passaporto perché si va a Toronto. Squadra strana quella canadese, con talento e preparata tecnicamente, ma apparentemente priva di anima. I giocatori sembrano essere lì per caso, non giocano assieme ma sembrano essere una somma di persone quasi racimolate all'ultimo momento. Non giochiamo una partita particolare, anzi sembra più di vedere uno scrimmage contro la squadra locale che una gara vera, facciamo il compitino (difesa attenta ed attacco ordinato) ed usciamo dall'Air Canada Center con la W. Un giorno di pausa e supersfida tra centri nella gara alla TWC Arena contro i 76ers. Una partita che credo Bynum ricorderà a lungo, perché facciamo un capolavoro tattico costringendolo a fare tutto ciò che lui odia: ritmi alti, pick and roll centrali, attacco dinamico del pitturato, difesa d'anticipo e negazione della ricezione statica sono la nostra ricetta. Altra W, con Pekovic che si prende l'MVP con 26 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Non è ancora arrivato il momento di rilassarci perché andiamo a Chicago, per la nostra ultima sfida prima dell'All Star Game. Con i Tori sta nascendo una sana rivalità, paradossale se si pensa che il nostro presidente è l'uomo che ha cambiato la loro storia (e quella di tutta l'NBA) negli anni '90, ma dopo un calendario così intenso è sintomatico un nostro calo. Giochiamo maluccio, soprattutto sbagliamo molte scelte e "gambliamo" un po' troppo. Arriva la sconfitta, ma è una sconfitta che ci sta e che comunque serve a preparare il terreno per il post-All Star Weekend.
Ora ci attendono circa cinque giorni di pausa, poi riprenderà da una condizione di assoluto equilibrio la sfida a distanza con New York. Scaldiamo i motori, grandi sfide ci attendono!

5 commenti:

  1. La vera domanda è: chi è adesso Davide? Chi è adesso Golia?? New York verrà macellata!

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  2. Saranno due 2k-mesi ad altissima intensità, sta a te decidere se ne vale la pena lottare con New York per la prima posizione o se è meglio proteggersi in vista dei Playoff...in fin dei conti arrivare sopra ti garantirebbe solo il vantaggio del fattore campo in una ipotetica serie, ma ci sono sempre gli Heat...

    PS: Mi sembra ti stia cominciando a piacere il mio cameo fruttaPEK... ;)

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    1. Alp, poco fa parlavo con una signorina, aveva letto questo post e si diceva incuriosita. Ti allego una sua foto, magari ti dice qualcosa: http://cdn.blogosfere.it/basketcase/images/eva%20longoria.jpg
      La nuvoletta potrebbe essere riferita a te... ;)

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  3. Certo che questi Bobcats danno l'impressione che quando schiacciano il pulsante non ce ne sia per nessuno......
    giocano con le marce e questa è una grande virtù che può portare molto lontano!

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  4. @Barba: come cultura, numeri e storia, non c'è paragone. Loro sono dei giganti, la maglia dei Knicks pesa almeno cinque volte la nostra anche se questa cosa da un lato può essere un peso e dall'altro un vantaggio, perché psicologicamente ti puoi esaltare. Noi però non ci facciamo sminuire. Testa bassa e pedalare, alla fine si faranno i conti!

    @Chrlie: Prima cosa importantissima... Dalle il mio numero! ;-)
    Sono dell'idea che non è una cosa da decidere. Dobbiamo scendere in campo tutte le sere per dare il massimo; sarebbe un errore pensare "ah, ma se gli Heat sono ottavi allora forse è meglio arrivare secondi..." per svariati motivi: perché dobbiamo sempre giocare per vincere, perché una grande squadra non deve temere nessuno, perché la palla non mente e ti fa pagare eventuali magheggi, perché non abbiamo bisogno di escamotage per vincere visto che siamo forti per davvero, perché è sbagliato fare calcoli quando il tuo destino dipende solo da te... Tra l'altro, gli Heat per ora sono ottavi, ma possono sempre risalire o crollare visto che la classifica è cortissima. Giochiamo, facciamo quello che possiamo e dobbiamo e poi tireremo le somme!

    @Tall: non è tanto questione di "marce", ma di specchi. Sarà perché il mio cuore è gialloviola, ma qualsiasi 2k-squadra alleno diventa una squadra-femmina: ammaliante, bella da morire e che ti fa vivere momenti indimenticabili; ma anche desiderosa di attenzioni e sempre alla ricerca di conferme, narcisistica e capace di perdersi davanti ad uno specchio mentre ammira la sua stessa bellezza. È sempre così, quando iniziamo a macinare per bene, a giocare "come si gioca in paradiso" troviamo lo specchio e perdiamo la nostra concentrazione. Però, se fermarsi allo specchio serve per prepararsi alla "serata Playoff" come si deve, ben vengano certi passaggi a vuoto!

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