Game 3
Erano "La squadra che non sa perdere nei playoff" i Lakers prima di gara 2, e sono diventati "La squadra che non può perdere", perlomeno non in gara 3, per non vanificare lo sforzo di gara 1, per non far tornare il fattore campo in mano ad OKC. Ma i Thunder (ancora waiting for Ibaka) non hanno alcuna intenzione di andare a L.A. per vacanza, sono pronti a dar tutto per portare a casa la sfida e vogliono dimostrare che gara 1 è stato un semplice incidente di percorso. Se siete deboli di cuore, non è la partita che fa per voi.
Inizia male la gara per gli attacchi, perché entrambe le squadre in difesa fanno un lavoro egregio. Le sportellate e i gomiti larghi sotto canestro non mancano, l'intensità e la voglia di fare sono a livelli altissimi e dunque nessuno riesce a prendersi un tiro comodo. Sono le grandi personalità ad uscire in situazioni così spinose ed ecco allora che Kobe Bryant prende per mano i suoi e porta i Lakers al primo strappo importante della gara. Il Mamba è in una di quelle serate in cui fa paura ma, dopo un inizio in sordina, Durant non è certo da meno. Johnson lo segue praticamente ovunque, anche nella doccia, e non permette al #35 di prendere un tiro piedi per terra neanche a pagarlo a peso d'oro, ma "The Durantula" timbra regolarmente il cartellino e la parità nel punteggio diventa dunque una costante che aleggia sulle due squadre. I Lakers riescono a trovare impatto dalla panchina mentre Cameron litiga con i canestri, ma il solito Lamb corre a dare manforte a KD35 ed ecco allora che si arriva alla pausa lunga sul 47-48 Lakers e quindi ancora con tutto da decidere.
L'uscita dagli spogliatoi dei gialloviola è però un trattato di pallacanestro: Kobe continua a giocare la sua indescrivibile partita offensiva, ma soprattutto si accende Adam Cameron e la partita cambia improvvisamente volto. Il rookie da Syracuse è come un frantoio, solo che al posto delle olive macina pallacanestro ed i Lakers scappano. Prima +11, poi anche +13, ma se la spinta del pirotecnico backcourt titolare dei padroni di casa è impressionante, altrettanto non si può dire degli altri effettivi che si perdono e non segnano neanche in vasca da bagno. I Thunder non mollano, risalgono fino al -6 alla sirena del terzo periodo e poi, guidati da un ritrovato Westbrook, impattano e sorpassano clamorosamente! Barcollano i Lakers, Kobe inizia a sporcare le sue percentuali ed allora è Cameron l'uomo chiave per i gialloviola: il suo livello si impenna clamorosamente su entrambi i lati del campo, spegne di nuovo Westbrook e mette tre canestri in fila per il contro-sorpasso Lakers che vale il 95-96 per i suoi quando sul cronometro manca un minuto. Durant mette la tripla del +2 Thunder, poi si dimentica Wesley Johnson che gli risponde per le rime; mancano 30 secondi, OKC gioca con il cronometro, Westbrook si prende una tripla insensata, la sbaglia, rimbalzo offensivo di Adams che la butta fuori per Durant che spara da tre e sbaglia, ma subisce fallo con 3 secondi da giocare! Pesa come un macigno quella palla, Durant mette il primo, mette il secondo e mette anche il terzo, +2 Thunder ma ai Lakers serve un miracolo. Tutti si aspettano la tripla di Bryant per la vittoria ma Cameron viene colpevolmente dimenticato, Johnson lo serve, il #15 Lakers si butta dentro, va per il layup, è dentro!!!! OVERTIME!!!
Non ci possono credere i Thunder, Westbrook è furioso ed inizia il supplementare con 5 punti in fila, ma il linguaggio del corpo dei Lakers è cambiato, lo sguardo è quello di chi sa che questa partita la può solo vincere ed improvvisamente si accende di nuovo il Mamba: fa spendere il sesto a Lamb e mette i due liberi, assist per McGee, jumper dalla media, assist per Cameron, altro jumper dalla media, altro assist per Cameron questa volta per la tripla. I Thunder sono annichiliti, la scarica è stata troppo forte, in gara 3 passano i Lakers!
Finisce 114-121 Lakers. MVP Adam Cameron con 28 punti, 12 rimbalzi e 6 assist. 40 per Kobe con 8 assist; 8 punti, 8 rimbalzi, 5 assist, 5 stoppate e 3 rubate per Plumlee. Per i Thunder 28 Durant, 19 Lamb e 18 Westbrook con 12 assist, ma l'assenza di Ibaka, specialmente in difesa, pesa ancora come un macigno!
Game 4
Tutto esaurito allo Staples Center, perché dopo la clamorosa e rocambolesca gara 3 ad L.A. ci credono tutti nell'impresa: ci credono i tifosi, ci credono i giornalisti, ci credono le stelle del passato e, soprattutto, ci credono i Lakers. Basta infatti difendere nuovamente il fattore campo per mettere i Thunder sul ciglio del dirupo, ma i Thunder a quel ciglio non si vogliono avvicinare e venderebbero l'anima al diavolo per vincere gara 4. Mettete a letto i bambini, si prevede una gara da bollino rosso!
Ruggiscono i Lakers in avvio di partita, mettendo in campo ritmi alti ed intensità stratosferica su entrambi i lati del campo ed OKC sembra soffrire il finale clamoroso di gara 3. McGee, finora nullo in attacco nella serie, si trova improvvisamente coinvolto e performante e gli equilibri cambiano con il secondo fallo prematuro di Collison. Potrebbe essere il colpo del collasso per i Thunder, che decidono di andare con Durant da "4" come mossa della disperazione e, clamorosamente, la mossa paga! Gli ospiti risalgono lentamente ma inesorabilmente, riducono prima e poi impattano grazie ad un Westbrook in formato super ed al solito #35. I ritmi sono altissimi, a sembrare un po' a corto di ossigeno sono Kobe e Lamb che prendono a pallonate il ferro, ma la partita va comunque avanti con punteggi da preseason ed il +2 Lakers alla sirena dell'intervallo lungo è frutto dell'impressionante 57-59 a cui si è giunti.
I padroni di casa hanno una voglia matta di scappare dopo il "tè caldo" e Cameron li guida nell'ennesimo strappo della partita. Il #15 Lakers ingaggia una sfida con Westbrook da "tutti in piedi sul divano" e la partita diventa nel terzo quarto una lotta tra questi due scherzi della 2k-natura! I ritmi sono altissimi, Cameron trova in McGee e Johnson due spalle ideali, si "sveglia" pure Kobe ma Durant riprende la sua opera di punizione delle difese NBA e la partita non si schioda da questa impressionante parità. L'inizio del quarto periodo è di marca ospite però, i Lakers trovano dopo un po' le risposte grazie anche ad un Antetokounmpo che alza il volume della radio in difesa, poi Cameron e Kobe lanciano l'allungo ed i Lakers sono a +6 con 48 secondi da giocare. È fatta pensano tutti, non lo pensa solo Westbrook che prende e spara da tre in faccia a Cameron per il -3; i Lakers provano a replicare ma non riescono, Westbrook prende il rimbalzo, attraversa il campo, palleggio, arresto e tiro di nuovo da tre, senza senso e pareggia. I Lakers hanno 10 secondi per imbastire l'attacco della vittoria, Kobe inventa, poi all'ultimo scarica per Cameron, ma Westbrook lo anticipa e sarà di nuovo overtime!
L'hanno già vista tutti questa partita, l'inerzia è in mano ad OKC, Westbrook è una furia, il linguaggio del corpo dei Thunder è quello di chi sa che questa gara la può solo vincere, ma non ci stanno i Lakers, il #15 nel frattempo ha mandato a canestro anche uno spettatore della tribuna 8 ma l'equilibrio non se ne vuole andare. Serve la giocata del campione, la fa Durant, che fa inchiodare Johnson sui blocchi e regala il +4 ai suoi. Ci sarebbe il tempo per la replica, ma i Lakers non ne hanno più e l'infallibilità di OKC dalla lunetta farà il resto. Si ritorna alla Chesapeake Arena sul 2-2.
Finisce 124-122 Thunder. Westbrook è l'MVP con 28 punti, 14 assist e 5 rimbalzi. "Solo" 36 per Durant, 15+15 per il sorprendente Adams. Ai Lakers non bastano 33 punti e 19 assist di Adam Cameron e 17 punti e 10 assist di Kobe Bryant.