domenica 29 giugno 2014

SIM14-Playoff 2015: Western Conference Semi-Finals; Thunder@Lakers; Game 3 & Game 4

Game 3
Erano "La squadra che non sa perdere nei playoff" i Lakers prima di gara 2, e sono diventati "La squadra che non può perdere", perlomeno non in gara 3, per non vanificare lo sforzo di gara 1, per non far tornare il fattore campo in mano ad OKC. Ma i Thunder (ancora waiting for Ibaka) non hanno alcuna intenzione di andare a L.A. per vacanza, sono pronti a dar tutto per portare a casa la sfida e vogliono dimostrare che gara 1 è stato un semplice incidente di percorso. Se siete deboli di cuore, non è la partita che fa per voi.
Inizia male la gara per gli attacchi, perché entrambe le squadre in difesa fanno un lavoro egregio. Le sportellate e i gomiti larghi sotto canestro non mancano, l'intensità e la voglia di fare sono a livelli altissimi e dunque nessuno riesce a prendersi un tiro comodo. Sono le grandi personalità ad uscire in situazioni così spinose ed ecco allora che Kobe Bryant prende per mano i suoi e porta i Lakers al primo strappo importante della gara. Il Mamba è in una di quelle serate in cui fa paura ma, dopo un inizio in sordina, Durant non è certo da meno. Johnson lo segue praticamente ovunque, anche nella doccia, e non permette al #35 di prendere un tiro piedi per terra neanche a pagarlo a peso d'oro, ma "The Durantula" timbra regolarmente il cartellino e la parità nel punteggio diventa dunque una costante che aleggia sulle due squadre. I Lakers riescono a trovare impatto dalla panchina mentre Cameron litiga con i canestri, ma il solito Lamb corre a dare manforte a KD35 ed ecco allora che si arriva alla pausa lunga sul 47-48 Lakers e quindi ancora con tutto da decidere.
L'uscita dagli spogliatoi dei gialloviola è però un trattato di pallacanestro: Kobe continua a giocare la sua indescrivibile partita offensiva, ma soprattutto si accende Adam Cameron e la partita cambia improvvisamente volto. Il rookie da Syracuse è come un frantoio, solo che al posto delle olive macina pallacanestro ed i Lakers scappano. Prima +11, poi anche +13, ma se la spinta del pirotecnico backcourt titolare dei padroni di casa è impressionante, altrettanto non si può dire degli altri effettivi che si perdono e non segnano neanche in vasca da bagno. I Thunder non mollano, risalgono fino al -6 alla sirena del terzo periodo e poi, guidati da un ritrovato Westbrook, impattano e sorpassano clamorosamente! Barcollano i Lakers, Kobe inizia a sporcare le sue percentuali ed allora è Cameron l'uomo chiave per i gialloviola: il suo livello si impenna clamorosamente su entrambi i lati del campo, spegne di nuovo Westbrook e mette tre canestri in fila per il contro-sorpasso Lakers che vale il 95-96 per i suoi quando sul cronometro manca un minuto. Durant mette la tripla del +2 Thunder, poi si dimentica Wesley Johnson che gli risponde per le rime; mancano 30 secondi, OKC gioca con il cronometro, Westbrook si prende una tripla insensata, la sbaglia, rimbalzo offensivo di Adams che la butta fuori per Durant che spara da tre e sbaglia, ma subisce fallo con 3 secondi da giocare! Pesa come un macigno quella palla, Durant mette il primo, mette il secondo e mette anche il terzo, +2 Thunder ma ai Lakers serve un miracolo. Tutti si aspettano la tripla di Bryant per la vittoria ma Cameron viene colpevolmente dimenticato, Johnson lo serve, il #15 Lakers si butta dentro, va per il layup, è dentro!!!! OVERTIME!!!
Non ci possono credere i Thunder, Westbrook è furioso ed inizia il supplementare con 5 punti in fila, ma il linguaggio del corpo dei Lakers è cambiato, lo sguardo è quello di chi sa che questa partita la può solo vincere ed improvvisamente si accende di nuovo il Mamba: fa spendere il sesto a Lamb e mette i due liberi, assist per McGee, jumper dalla media, assist per Cameron, altro jumper dalla media, altro assist per Cameron questa volta per la tripla. I Thunder sono annichiliti, la scarica è stata troppo forte, in gara 3 passano i Lakers!
Finisce 114-121 Lakers. MVP Adam Cameron con 28 punti, 12 rimbalzi e 6 assist. 40 per Kobe con 8 assist; 8 punti, 8 rimbalzi, 5 assist, 5 stoppate e 3 rubate per Plumlee. Per i Thunder 28 Durant, 19 Lamb e 18 Westbrook con 12 assist, ma l'assenza di Ibaka, specialmente in difesa, pesa ancora come un macigno!


Game 4
Tutto esaurito allo Staples Center, perché dopo la clamorosa e rocambolesca gara 3 ad L.A. ci credono tutti nell'impresa: ci credono i tifosi, ci credono i giornalisti, ci credono le stelle del passato e, soprattutto, ci credono i Lakers. Basta infatti difendere nuovamente il fattore campo per mettere i Thunder sul ciglio del dirupo, ma i Thunder a quel ciglio non si vogliono avvicinare e venderebbero l'anima al diavolo per vincere gara 4. Mettete a letto i bambini, si prevede una gara da bollino rosso!
Ruggiscono i Lakers in avvio di partita, mettendo in campo ritmi alti ed intensità stratosferica su entrambi i lati del campo ed OKC sembra soffrire il finale clamoroso di gara 3. McGee, finora nullo in attacco nella serie, si trova improvvisamente coinvolto e performante e gli equilibri cambiano con il secondo fallo prematuro di Collison. Potrebbe essere il colpo del collasso per i Thunder, che decidono di andare con Durant da "4" come mossa della disperazione e, clamorosamente, la mossa paga! Gli ospiti risalgono lentamente ma inesorabilmente, riducono prima e poi impattano grazie ad un Westbrook in formato super ed al solito #35. I ritmi sono altissimi, a sembrare un po' a corto di ossigeno sono Kobe e Lamb che prendono a pallonate il ferro, ma la partita va comunque avanti con punteggi da preseason ed il +2 Lakers alla sirena dell'intervallo lungo è frutto dell'impressionante 57-59 a cui si è giunti.
I padroni di casa hanno una voglia matta di scappare dopo il "tè caldo" e Cameron li guida nell'ennesimo strappo della partita. Il #15 Lakers ingaggia una sfida con Westbrook da "tutti in piedi sul divano" e la partita diventa nel terzo quarto una lotta tra questi due scherzi della 2k-natura! I ritmi sono altissimi, Cameron trova in McGee e Johnson due spalle ideali, si "sveglia" pure Kobe ma Durant riprende la sua opera di punizione delle difese NBA e la partita non si schioda da questa impressionante parità. L'inizio del quarto periodo è di marca ospite però, i Lakers trovano dopo un po' le risposte grazie anche ad un Antetokounmpo che alza il volume della radio in difesa, poi Cameron e Kobe lanciano l'allungo ed i Lakers sono a +6 con 48 secondi da giocare. È fatta pensano tutti, non lo pensa solo Westbrook che prende e spara da tre in faccia a Cameron per il -3; i Lakers provano a replicare ma non riescono, Westbrook prende il rimbalzo, attraversa il campo, palleggio, arresto e tiro di nuovo da tre, senza senso e pareggia. I Lakers hanno 10 secondi per imbastire l'attacco della vittoria, Kobe inventa, poi all'ultimo scarica per Cameron, ma Westbrook lo anticipa e sarà di nuovo overtime!
L'hanno già vista tutti questa partita, l'inerzia è in mano ad OKC, Westbrook è una furia, il linguaggio del corpo dei Thunder è quello di chi sa che questa gara la può solo vincere, ma non ci stanno i Lakers, il #15 nel frattempo ha mandato a canestro anche uno spettatore della tribuna 8 ma l'equilibrio non se ne vuole andare. Serve la giocata del campione, la fa Durant, che fa inchiodare Johnson sui blocchi e regala il +4 ai suoi. Ci sarebbe il tempo per la replica, ma i Lakers non ne hanno più e l'infallibilità di OKC dalla lunetta farà il resto. Si ritorna alla Chesapeake Arena sul 2-2.
Finisce 124-122 Thunder. Westbrook è l'MVP con 28 punti, 14 assist e 5 rimbalzi. "Solo" 36 per Durant, 15+15 per il sorprendente Adams. Ai Lakers non bastano 33 punti e 19 assist di Adam Cameron e 17 punti e 10 assist di Kobe Bryant.

mercoledì 25 giugno 2014

SIM14-Playoff 2015: Western Conference Semi-Finals; Lakers@Thunder; Game 1 & Game 2

Game 1
Ad otto vittorie dalle Finals. Ecco la sensazione che pervade l'aria della Chesapeake Arena, ecco l'idea che domina le teste dei giocatori, ecco la motivazione che spinge i tifosi ad urlare più forte. Lakers-Thunder sta diventando una classica, Kobe-Durant è il duello tra i contendenti del "testimone", Cameron-Westbrook la sfida nella sfida di point guard di nuova generazione. Sarà una divertentissima battaglia!
Pronti-via e i Lakers scattano fortissimo sui blocchi, guidati dal backcourt più efficace della lega. Gli esterni dei Lakers sono aggressivi sin da subito, sfruttano l'assenza di Ibaka (infortunato) per attaccare il ferro con continuità e guidano subito i Lakers nella fuga. È Lamb a dover fare la voce grossa per mantenere OKC a contatto, perché Westbrook è controllato perfettamente da Cameron e Durant deve subire la marcatura asfissiante di Wesley Johnson che lo marca "pure in garage". I padroni di casa, spinti anche dal pubblico amico, ci mettono tanta energia ma soffrono la partita mostruosa di Cameron. Il rookie da Syracuse è letteralmente impressionante, si carica i suoi sulle spalle giocando una partita "oscarrobertsonesca" e dall'altro lato del campo mette la museruola a Westbrook che non riesce a prendere un tiro facile neanche a pagarlo a peso d'oro. Il +8 Lakers con cui si arriva a fine primo quarto è quanto mai bugiardo, perché gli ospiti hanno dato la sensazione di avere totalmente in mano la partita.
La pausa lunga però sembra favorire i Thunder che escono più rilassati dagli spogliatoi ed impattano quasi immediatamente, ma il braccio armato dei Lakers deve ancora mettersi in moto. Kobe, abbastanza silente alle provocazioni di Lamb, deflagra improvvisamente nel terzo quarto, siglando la bellezza di 15 punti e cambiando sostanzialmente i connotati alla partita. I Lakers cambiano marcia e trovano anche una grossa mano dalla panchina, che ha impatto soprattutto con Kelly e Nash, ovvero i giocatori meno atletici ma forse più cerebrali della squadra. Durant e Westbrook si prendono le responsabilità importanti ed il +11 di inizio quarto periodo dei Lakers si trasforma in -3 a circa due minuti dal termine. Cameron è però in una serata di grazia e negli ultimi minuti domina: impatta con un 2+1, cancella Westbrook, serve Plumlee per il vantaggio, prende il rimbalzo difensivo, inchioda il +4, intercetta il passaggio a Durant, va nuovamente dentro per il 2+1 che vale "game, set and match"! I Thunder sono annichiliti e i Lakers ribaltano subito il fattore campo!
Finsce 104-99 Lakers. MVP Adam Cameron, 31 punti con 11 assist, 6 rimbalzi, 4 rubate e 2 stoppate!!! Kobe ne sigla 29, 15 per uno stranamente prolifico Plumlee. Per i Thunder è Lamb il top scorer con 26; Durant solo 21 (ne ha 31 di media nei playoff) contenuto splendidamente da Johnson; Westbrook solo 13 (ma con 11 assist).


Game 2
Sono già con le spalle al muro i Thunder che, dopo la sconfitta di gara 1, non possono permettersi di andare sotto 0-2 nella serie con ancora gara 3 e gara 4 da giocare allo Staples Center. Di fronte avranno dei Lakers che "non sanno perdere" e che avranno tutto l'interesse di dare il 100% ed anche più per chiudere virtualmente la pratica. Non sarà facile per niente per nessuna delle due squadre!
Ancora assente Ibaka ma la difesa del pitturato dei Thunder non fa acqua da tutte le parti come in gara 1, anche perché i lunghi dei padroni di casa sono scesi in campo in modalità "falegname" ed eseguono con puntualità interventi intimidatori nei confronti di chiunque si avvicini al canestro. Cameron e Kobe allora decidono di affidarsi al jumper e la cosa paga ottimi dividendi ma i Lakers sono comunque costretti ad inseguire perché Durant e Westbrook sono molto più aggressivi e coinvolti nel match. Se alle due stelle già citate si aggiunge Lamb, la fuga dei padroni di casa è servita mentre i gialloviola arrancano e non riescono a trovare soluzioni alternative a quelle siglate dall'accoppiata #15+#24. I Lakers però sono durissimi a morire, pescano dalla panchina un Fournier che non ti aspetti e lanciano la rimonta, arrivando alla pausa lunga sul -1 dopo essere stati anche a -8 a metà secondo quarto.
Dopo il "tè caldo" la sfida non si assopisce, anzi si alzano ritmi ed intensità, regalando agli spettatori una partita bellissima. Kobe guida gli ospiti sul +5, Durant imposta il sorpasso a +3, Johnson spara la tripla della parità, Lamb prova l'allungo con un +6, Cameron risponde e dà il +1 ai Lakers infine è Westbrook a fare un grandissimo finale di terzo periodo e porta i padroni di casa sul +1 ma quelli citati sono solo alcuni degli highlights di un terzo quarto da "tutti in piedi sul divano". I Thunder però ne hanno di più, hanno più fame e più voglia e strappano forte in apertura di quarto periodo, con i Lakers che vengono anche stritolati da una difesa da applausi. Il +8 di massimo vantaggio diventa prima +10 poi, dopo un po' di elastico, +12 con 4 minuti da giocare e la sensazione che i buoi dei losangelini siano definitivamente scappati. I gialloviola allora mettono dentro la panchina e, incredibilmente, anziché prendere l'affondo decisivo rimontano! Fournier e Taylor sparano due triple che dimezzano lo svantaggio, poi Nash mette quella del -3, ma Westbrook avrà la freddezza necessaria dalla lunetta per rispedire al mittente il tentativo di rimonta. Vincono i Thunder che pareggiano la serie, ma che fatica!
Finisce 101-108 Thunder. MVP è Westbrook, chirurgico con 22 punti e 6 assist tutti quando contano. Ancora Lamb top-scorer con 28, solo 19 per Durant, 14 rimbalzi per Adams. 25 per Bryant, 20+9 per Cameron (tornato "normale"), 1 punto con 7 rimbalzi, 5 stoppate e 5 assist è l'assurdo tabellino di Plumlee. Ora si va a L.A. per gara 3 e gara 4 sul risultato di 1-1!

mercoledì 18 giugno 2014

SIM14-Playoff 2015: First Round; Lakers@Nuggets; Game 3 & Game 4

Game 3
L'insegnamento di Pat Riley dice che "una serie non inizia finché non c'è una vittoria in trasferta". La serie non è dunque iniziata secondo questo dictat e Denver non ha la minima intenzione di farla iniziare ma dall'altro lato ci sono i Lakers, sorprendenti e devastanti, che vogliono cogliere l'occasione per mettere l'ipoteca sulla sfida. Si prevedono scintille!
Il Pepsi Center è gremito in ogni ordine di posto per vedere la partenza sprint dei padroni di casa, ma i tifosi che riempiono gli spalti rimarranno presto delusi e dovranno assistere, loro malgrado, alla straripante partenza dei Lakers. Gli ospiti infatti sorprendono tutti e partono giocando come se fossero loro sotto nella serie, imponendo ritmi elevatissimi ed intensità spaventosa. McGee si rivela presto dominante con questo tipo di pallacanestro ed il suo atletismo annichilisce Gasol, storicamente più riflessivo e pacato nell'intendere questa particolare pratica sportiva che tanto ci piace. I Lakers volano, difensivamente non concedono nulla agli avversari e scavano subito il solco coinvolgendo praticamente chiunque metta il piede in campo con la maglia gialloviola. Cameron e Kobe orchestrano a piacimento, alla fine per loro saranno quasi 20 assist combinati, e Denver, attendendosi dei Lakers "riflessivi" in gara 3 (visti i precedenti storici), è completamente disarcionata dalla partita ed il -13 della pausa lunga non rende l'idea del dominio ospite.
"La pausa porta consiglio" si dice ed il consiglio che arriva a Kobe e Cameron è quello di pensarci loro: i due, dopo aver giocato da facilitatori nel corso del primo tempo, iniziano a mettersi in proprio ed i risultati sono devastanti per Denver. I Lakers sfiorano ripetutamente il +30 senza mai agguantarlo, dando una dimostrazione di forza che raramente si manifesta in sede di playoff e che devasta sostanzialmente qualsiasi forma di resistenza possa essere tentata da Denver. Gallinari e Gasol provano a salvare quantomeno la faccia e danno dignità al quarto periodo facendolo iniziare solo sul -16 ma sostanzialmente è un effimero gioco di numeri: i Lakers illudono i padroni di casa allentando un po' la pressione proprio all'inizio dell'ultimo periodo, poi premono nuovamente sull'acceleratore e schiantano ogni sorta di resistenza di Denver, relegando gli ultimi minuti di gara a garbage time!
Finisce 109-87 Lakers. L'MVP è McGee, mostruoso ex con 22 punti e 13 rimbalzi. Cameron 21, Kobe 18 (con 7 rimbalzi e 8 assist) e poi nessun Lakers sotto i 6 punti sono il resto della ricetta della W gialloviola. Provano a salvare la faccia Gallinari (16) e Gasol (14+10), ma Denver è comunque spazzata via dalla squadra della città degli angeli.

Game 4
La serie è iniziata o è finita? Si chiedono questo i tifosi di Denver alla luce della sconfitta di gara 3 e rapportandola alle parole di Riley. O la serie è iniziata, perché c'è stata una vittoria in trasferta, o la serie è finita, perché la suddetta vittoria è dei Lakers e li mette sul 3-0. Ma potrebbe anche essere iniziata perché dopo la vittoria Lakers in trasferta ce ne possono essere 4 di fila di Denver, anche se qui si entra più nella filosofia che nella pallacanestro. Ma il basket è uno sport, quindi bando alle ciance e buona gara 4!
Chi si aspetta dei Lakers "rilassati" resta deluso nella Mile High City. In barba ai problemi ambientali, di altitudine, di campo difficile e tutto il resto, i Lakers riprendono da dove avevano lasciato, ovvero con la versione moderna dello Showtime. I ritmi dei gialloviola sono indescrivibili, hanno una voglia ed un'energia che fanno quasi paura e viaggiano tranquillamente a velocità doppia rispetto agli avversari. Cameron manda a canestro praticamente chiunque, la leggenda narra che abbiano segnato anche due magazzinieri e Gary Vitti ma non se n'è accorto nessuno, ed i Lakers volano sulle ali dell'entusiasmo. Il rookie of the year incanta letteralmente, cancella Lawson in difesa, prende rimbalzi, segna e fa assist in continuazione, ammazzando la partita prima ancora che i padroni di casa possano rendersi conto che la gara è iniziata. Denver è a -15 già alla pausa lunga ed ha il linguaggio del corpo della squadra che aspetta solo di subire il colpo di grazia.
Eppure, al rientro, ha un sussulto e dimezza lo svantaggio, con la magia dei Lakers che sembra improvvisamente svanita. Ma dove non può la magia può il Mamba, che improvvisamente decide che deve segnare e sigla 15 vergognosi punti nel quarto periodo, tutti difficilissimi e che danno il là alla nuova fuga gialloviola. Gli ospiti sono a +20 ad inizio quarto periodo e piazzano un altro paio di giocate che mentalmente ammazzano la partita. I Lakers controllano ed il garbage time a cui si assiste nel corso del finale di quarto quarto serve solo a Denver a salvare la faccia, che poi non è salvata perché il 4-0 è comunque servito!
Finisce 112-104 Lakers. MVP Adam Cameron con 21 punti, 8 rimbalzi e 13 assist. Kobe fa 22 punti in 24 minuti di impiego, bene anche Johnson e McGee. I numeri di Gallinari non sono male, 25 punti e 5 assist, ma è tutto il resto che manca a lui e ai suoi Nuggets.




What about the first round
Ad ovest, "sorpresa" Spurs che regolano 4-0 i Rockets primi della classe! Se la vedranno con Portland, che ha la meglio in una drammatica gara 7 su Golden State. I Lakers invece se la vedranno contro OKC, che ora ha il fattore campo totale ad ovest essendo uscita Houston e che ha regolato i Clippers 4-1.
Ad est, fatica Indiana che vince alla 7 contro i Bucks. Ora li aspettano i Pistons che hanno vinto 4-2 contro i Raptors. Anche i Wizards soffrono ma alla fine passano contro i Cavs, anche se solo a gara 7; mentre Miami sbriga la "pratica Nets" in sei gare!

mercoledì 11 giugno 2014

SIM14-Playoff 2015: First Round; Nuggetts@Lakers; Game 1 & Game 2

Game 1
Quando nel Gennaio 2008 Pau Gasol arrivò a Los Angeles nessuno si aspettava un impatto così forte dello spagnolo sulla squadra più glamour della lega che da lì a poco avrebbe giocato tre finali consecutive vincendone due in back to back. La storia d'amore si è conclusa definitivamente la scorsa SIM14-estate, in una trade che ha portato Gasol a Denver e McGee a Los Angeles. 82 partite dopo è di nuovo il Principe Catalano ad L.A., questa volta da avversario, questa volta da nemico, questa volta per fare male al cuore. È la prima di una serie complessa da decifrare, ma i Lakers non possono perdere la settima gara di playoff consecutiva: la guerra delle 16 vittorie comincia adesso!
Bryant, Gasol, Cameron, Gallinari, McGee, Lawson... sono questi i protagonisti più attesi ad inizio gara, invece il loro inizio è in sordina e a prendersi il palcoscenico sono altri: Randy Foye da un lato e Wes Johnson dall'altro. I Lakers sono contratti, giocano con molta foga ma sbagliano parecchio e quando i nomi fatti sopra iniziano ad entrare in partita accade quello che non ti aspetti: Denver inizia a scavare un solco, merito di percentuali ottime dal campo grazie alla connivente allegra difesa dei Lakers e ad un attacco gialloviola tutt'altro che fluido. È Kobe a doversi prendere responsabilità importanti per non permettere ai padroni di casa di sprofondare, ma il -16 in cui si ritrovano i gialloviola se non è un baratro poco ci manca. La scossa inizia a darla Nash, ma la rimonta la guida Cameron. Il fresco rookie of the year, dopo un inizio in controllo, incomincia a mettere su il suo gioco e la musica cambia. La rimonta di Los Angeles è inesorabile, Denver viene travolta da una marea gialloviola e l'inerzia della partita cambia con Cameron che fa rubata e assist per la schiacciata di Taylor a fil di sirena per il +6.
La pausa lunga porta consiglio a Denver che rientra in campo nuovamente aggressiva e desiderosa di fare bene, ma i Lakers ora hanno trovato la fiducia necessaria e giocano più sciolti. I ritmi si alzano, Foye e Bryant danno vita ad uno scambio di favori niente male, poi i Lakers piazzano l'affondo ma la grande energia degli ospiti permette a Gasol e compagni di rimanere a contatto e dunque, nonostante Cameron ora stia letteralmente dominando, all'ultimo periodo si arriva con i gialloviola solo sul +3. È di nuovo Nash a cambiare l'inerzia della partita; il canadese fa un paio di giocate importanti proprio ad inizio quarto periodo che permettono ai padroni di casa di rimanere a distanza di sicurezza da Denver e la cosa si rivelerà presto decisiva. La frustrazione infatti sarà la causa principale per la squadra del Colorado di un paio di errori fondamentali, che saranno fatti pagare a caro prezzo da Cameron e Bryant. I gialloviola sono letali, colpiscono e affondano sempre al momento giusto, resistono all'ultimo tentativo di rimonta della squadra ospite ed alla fine chiuderanno in controllo gara 1. La "maledizione" è finita, gara 1 la vincono i Lakers!
Finisce 100-108 Lakers. MVP è Adam Cameron, leader con 31 punti e 6 assist. Bryant ne fa 21 con 8 assist, Plumlee è onnipresente con 8 punti, 8 rimbalzi e 5 assist. A Denver non bastano i 24 di Foye, i 15 di Gallinari e il 10+14 di Faried, specialmente se Lawson rimane a quota 9 punti (con 11 assist).


Game 2
Si sono tolti il pensiero i Lakers, ma il pensiero in realtà è sempre lì. Dopo la vittoria di gara 1, Los Angeles è attesa alla replica contro dei Nuggetts tutt'altro che disposti a farsi asfaltare e dunque pronti a dare tutto ed il contrario di tutto pur di espugnare lo Staples in gara 2. Ci aspetta una gara complicata, difficile per entrambe le squadre e che vale tutto e vale niente contemporaneamente!
Partono male i Lakers, poco aggressivi e concentrati come all'inizio di gara 1; dunque partono meglio i Nuggetts, attenti e preparati su entrambi i lati del campo e autori del primo allungo del match. Lawson attacca il canestro con maggiore frequenza rispetto a gara 1, ma l'arma in più degli ospiti è soprattutto Gasol, finalmente coinvolto e presente all'interno del match. I Lakers si incaponiscono e perdono parecchi palloni e quando Cameron commette il secondo fallo con ancora 5 minuti da giocare nel primo quarto, lo Staples inizia a tremare. In questi casi è il capitano a dover mandare un segnale ed ecco allora che puntuale Kobe Bryant prende per mano i suoi ed inizia a caricarsi la squadra sulle spalle. Rispetto al solito, tuttavia, Kobe non è una macchina da punti ma un dispensatore di assist e i beneficiari di questo trattamento sono sopratutto McGee e Bazemore. I Lakers impattano e poi piazzano anche un mini-allungo grazie a Wes Johnson, particolarmente efficace ed attivo in attacco. Quando però si va a guardare il tabellone al suono dell'ultima sirena, appena un momento dopo il buzzer beater di Taylor, ci si accorge che i Lakers sono si in vantaggio ma di appena 7 punti.
Il rientro dopo il famoso tea caldo (che poi siamo ad aprile...) dovrebbe essere terreno di conquista per Los Angeles che, spinta dal pubblico, alza di parecchio i giri del motore e piazza un affondo importante. Denver si aggrappa a Gasol e l'ex-beniamino dei tifosi di casa gioca un quarto di quelli che non si vedevano da tempo: McGee, Plumlee e Hill si alternano in marcatura sullo spagnolo, ma nessuno dei tre riuscirà a mettere una pezza sulle scorribande del Principe Catalano che portano ad un cambio di inerzia della partita. Si perché Denver inizia a crederci, i tiri iniziano ad entrare ed allora ecco che per i Lakers la questione si complica. Quando la palla pesa però i Lakers hanno sempre a chi rivolgersi e se sul tema Nash e Kobe sono delle certezze, Cameron è più una sorpresa. Risolti i problemi di falli, il #15 gialloviola mette una serie di canestri pesantissimi, ma per scrollarsi di dosso Denver i padroni di casa si devono rivolgere di nuovo al Black Mamba, autore dei "morsi" decisivi. Los Angeles resiste, tiene sempre a distanza gli avversari e dunque si andrà in Colorado sul 2-0 Lakers!
Finisce 96-102 Lakers. MVP Kobe Bryant, 18 punti, 10 assist e 3 rubate per lui. 18+10 anche per Cameron, fondamentale l'apporto di Johnson con 15. Un Gasol da 18+12 e il secondo "quindicello" di Gallinari non bastano a Denver, che ora è sul bordo del precipizio!

sabato 7 giugno 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Traguardo!

"OH OH!!! What a monster dunk by JaVale McGee!!! The Lakers now lead by 8, this is the esclamation point!!! This is virtually the end of the regular season for both teams!". Mentre l'ormai mitico Mike Breen pronuncia queste parole, sto facendo segnale alla panchina: fuori il quintetto. La regular season è finita, probabilmente nel migliore dei modi, ed è dunque giusto che il quintetto si prenda gli applausi del pubblico, nonostante il pubblico sia quello di OKC e nonostante onestamente non siamo amatissimi da queste parti (anche se è vero che i Lakers non giocano mai in trasferta). Eh già, chiudiamo con una vittoria contro i Thunder ad Oklahoma City una stagione sorprendente sotto molteplici punti di vista. Non eravamo di certo partiti per vincere, ci si aspettava una stagione di transizione, invece la classifica finale ci vede al terzo posto ad ovest, con il ruolo di favoriti al primo turno e con l'etichetta di "sorpresa, ma neanche tanto visto che siamo pur sempre i Lakers" attaccata al collo.
E pensare che non arrivavamo a questo finale nel migliore dei modi, con l'ultima SIM14-week che ereditava una striscia aperta di quattro sconfitte che avevano fatto completamente saltare il banco sulle nostre ambizioni di classifica. Così, quando ci presentiamo a Portland per lo scontro quarta-quinta, non abbiamo certo i favori del pronostico. Ma, se ho capito una cosa di questa squadra, a noi piace tantissimo sovvertire i pronostici e dunque contro i Blazers giochiamo una partita fenomenale che cancella tutti i dubbi sul passato: 69 punti concessi, quarto periodo di garbage time e gara dominata nonostante Kobe non segni un canestro dalla media neanche spostando il canestro dove tira lui e nonostante Cameron litighi con gli arbitri per tutto il match. È una vittoria che vale doppio, perché è uno scontro diretto ma anche perché nel frattempo i Warriors perdono a San Antonio (in quel momento decima) ed abdicano dalla testa della Pacific. Non abbiamo il tempo di fare calcoli, perché in back2back affrontiamo i Nuggetts, ottavi ad ovest, che devono respingere l'assalto degli Spurs: le diverse motivazioni e la stanchezza fanno la differenza e allora ecco che Denver è corsara a Los Angeles ed ecco che si arriva all'ultima gara con un intreccio intricatissimo del quale non si capisce granché. Come detto, noi vinciamo ad OKC, poi ci sono altri risultati che si incastrano e la conclusione è...

1) Rockets----------------------------------------Pacers
8) Spurs-------------------------------------------Bucks

4) Blazers---------------------------------------Raptors
5) Warriors--------------------------------------Pistons

3) Lakers---------------------------------------Wizards
6) Nuggetts-----------------------------------Cavaliers

2) Thunder----------------------------------------Heat
7) Clippers-----------------------------------------Nets

Sarà dunque Denver, l'ultima squadra che ci ha sconfitto in stagione regolare, a prendersi cura di noi al primo turno dei playoff. Le aspettative certo non mancano, la pressione inizia a farsi sentire, anche perché su Cameron grava già il titolo di Rookie of the Year e l'iscrizione al primo quintetto rookie ed al secondo quintetto All NBA, mentre Hollins viene eletto Coach of the Year. 
La regular season è dunque conclusa, i playoff sono alle porte: dimenticate tutto il resto, ora l'asticella si alza!

mercoledì 4 giugno 2014

SIM14-Regular Season 2014-15: Dieci punti per me, posson bastare

Rincorrere Houston o pensare ai fatti nostri. Questo era il dilemma con cui avevamo lasciato il SIM14-mese di marzo, il dubbio che attanagliava le nostre menti in vista di un finale di stagione che si preannunciava caldissimo. Aprile infatti si apriva con una sfida in back2back contro Pelicans e Rockets ed è inutile negare che pensavamo che da questa doppia sfida avremmo capito il da farsi.
A New Orleans va in scena una partita brutta che più brutta non si può. Attacchi stritolati dalle difese, errori banali in continuazione, tensione alle stelle e concretezza nulla la fanno da padrona in una partita indegna di essere vista, ma degnissima di essere giocata. I Pelicans infatti prendono presto il volo e ci scaraventano a -15 ma la nostra indomabile voglia di giocare ci permette un clamoroso rientro e nel finale le magie di Cameron e Kobe ci fanno ottenere un'importante quanto esaltante vittoria. Stanchi ma felici, voliamo a casa della capolista per uno scontro al vertice in cui abbiamo tutti gli "sfavori" del pronostico. La vittima annunciata però non ci sta e gioca una grande partita, fatta di voglia, intensità, attenzione e talento. Houston è forte, ci mette spesso in difficoltà con il suo gioco esasperatamente perimetrale, ma ancora una volta siamo indomiti e portiamo a casa la W con un finale giocato con i nervi saldissimi. Ok, la sfida è lanciata a questo punto, siamo a 3 gare (sole) di distacco da Houston, possiamo farcela, dobbiamo credere nel miracolo... I miei sogni si infrangeranno inesorabilmente contro il muro della realtà nelle successive gare.
I primi a punirci sono i Clippers, in un derby perso in casa che rischia di essere sanguinosissimo. Ma è solo l'inizio della fine, perché in sequenza capitoliamo, sempre allo Staples, contro i Jazz e, dopo tre giorni di riposo, contro OKC, per chiudere in bellezza con la sfida persa ad Oakland contro i Warriors valevole per la testa della Pacific Division (back2back). Dalle stelle alle stalle insomma, dal sogno di un miracolo per raggiungere la testa della classifica al rischio di avere il fattore campo contro sin dall'inizio dei playoff "grazie" ad una serie di sconfitte che non vuole saperne di chiudersi e che ha un denominatore comune: lo scarto inflittoci di dieci punti. Le quattro sconfitte infatti arrivano sempre allo stesso modo: partiamo alla pari, abbiamo un minuto di esitazione e ci ritroviamo ad inseguire, restiamo attaccati alla partita senza mai riuscire ad impattare e nel finale osiamo quel tanto che basta per far scappare gli avversari alla fatidica quota "dieci".
Il primo posto assoluto è ormai utopia, il primo della Pacific Division dovrebbe essere un obiettivo per non avere un esordio travagliato nei playoff, il raggiungimento della condizione psicofisica migliore possibile è invece una priorità ormai da conseguire in questi ultimi scampoli di stagione regolare. Dubbio dissipato dunque, i Rockets non li possiamo andare più a prendere e se devo avere un motivo per considerare il famigerato bicchiere come "mezzo pieno" è che almeno ora sappiamo quali sono i nostri obiettivi a breve termine!