giovedì 29 novembre 2012

2k13-Playoff 2013: Western Conference Semi-Finals; Lakers@Clippers; Game 3 & Game 4

Game 3
Serie sull'uno pari e gara tre allo Staples "povero" che può risultare decisiva in favore dei Clippers. Chi l'avrebbe mai detto prima dell'inizio della sfida? I Lakers per recuperare il fattore campo, i Clippers per riscrivere la storia: probabilmente è il Derby di L.A. più importante di sempre.
Partono forte i padroni di casa, con Billups a guidare un branco di iene assetate di sangue. L'animalesca veemenza dei Clippers i Lakers la combattono con la poesia in post basso di Pau Gasol, che insieme a Bryant orienta la partita verso El Segundo. Il concetto è semplice: da un lato c'è una squadra a cui piace giocare partite del genere perché così è scritto nel suo DNA, dall'altro c'è una squadra che ha l'occasione della vita. Il tutto si riflette sul campo, perché i Lakers sono composti, organizzati e consapevoli dei loro mezzi, i Clippers invece sono frenetici e sbagliano spesso. La solidità mentale dei Lakers innervosisce i padroni di casa, che sbagliano troppo e mostrano il fianco agli avversari. I gialloviola sentono profumo di sangue e attaccano decisi, creando un primo squarcio di circa dieci punti con cui si arriverà alla pausa lunga.
Dopo l'intervallo i Clippers sono nervosi e si incartano offensivamente per 6 minuti consecutivi, cosa che risulterà loro fatale. I Lakers decollano e piazzano un altro parziale terrificante, che sa parecchio di fine dei giochi perché permette agli ospiti di andare sul più 26. Finita? Niente affatto se all'improvviso si "sveglia" CP3! Il play Laker-mancato si sveglia dal suo torpore e guida i suoi nella rimonta. Paul sembra aver perso quel timore reverenziale che lo attanagliava ed è finalmente efficace su entrambi i lati del campo. Ma per i Clippers ormai è troppo tardi, i Lakers sono comunque sul velluto e riescono a mantenere gli avversari a distanza di sicurezza. Nonostante qualche patema di troppo nel finale, passano i Lakers.
Finisce 115-101 Lakers. MVP Dwight Howard, che sottotraccia sigla una prestazione da 27 punti e 13 rimbalzi. Bene Gasol e Bryant, mentre CP3 sigla una doppia doppia da 15 punti e 13 assist: buone cifre, ma l'impatto è sempre insufficiente!


Game 4
Dopo aver sventato un clamoroso "colpo di stato", i Lakers sono chiamati a punire i sovversivi Clippers, sedotti ed abbandonati da un sogno più grande di loro. Riflettori puntati su CP3: se è quello del finale di gara 3, il re Kobe e il principe Dwight non sono ancora sicuri di aver trionfato.
L'inizio dei gialloviola è però degno di un dittatore, che dimostra la sua supremazia sul territorio attraverso una prova di forza: i Lakers sono aggressivi, attaccano con intensità e difendono con una voglia ed un'attenzione clamorose. La parte povera di Los Angeles si rivolge verso CP3, che però è tornato pulcino bagnato e resta atterrito davanti all'energia dei gialloviola. Gli ospiti volano, con "Metta World Peace" (a.k.a. Ron Artest) in versione "Stojakovic dei tempi belli" spesso attivato sugli scarichi. Se non fosse per Billups e Butler si assisterebbe ad un massacro, invece i Lakers si assestano "solo" sul +15 ma anche con un alone di forza attorno a loro assolutamente indelebile.
Ci si aspetta una reazione dai padroni di casa dopo l'intervallo, invece ad affondare il colpo sono gli ospiti che fuggono via indisturbati tra gli occhi increduli degli spettatori. Howard schiaccia di tutto, Kobe e Gasol dipingono movimenti sinuosi ed efficaci, Nash fa segnare pure gli spettatori e i Lakers volano: +20, poi +16 e poi un clamoroso parziale che porta i gialloviola sul +26 con pochi secondi dalla  fine del terzo periodo da giocare. I Clippers non vogliono farsi prendere a pesci in faccia in casa loro ed hanno il merito di rialzarsi: Billups, Butler, Belinelli e Griffin ci mettono la faccia, lottano e si sbucciano gomiti e ginocchia, ma da soli non possono nulla contro l'ondata gialloviola. Il "rastrellamento" è finito, gli ultimi minuti sono garbage time. Per gara 5 si ritorna allo Staples ricco ed è annunciata la condanna a morte con esecuzione in pubblica piazza per i Clippers.
Finisce 120-99 Lakers. MVP il principe Catalano, in arte Pau Gasol, che sfiora una clamorosa tripla doppia con 19 punti, 9 assist e 9 rimbalzi. Artest ne firma 21 (con 5 su 6 nelle triple, tutte prese wide open), Kobe e Howard sono top scorer con 25, mentre Nash sigla 8 punti e 12 assist. Per i padroni di casa bene Billups e Butler, ma Chris Paul è ancora irriconoscibile, solo 11 punti e 8 assist per lui.

domenica 25 novembre 2012

2k13-Playoff 2013: Western Conference Semi-Finals; Clippers@Lakers; Game 1 & Game 2

Game 1
Un derby di L.A. mai così prestigioso e atteso! Si prospetta una sfida degna del periodo feudale: Re Kobe deve scegliere il suo successore come signore di Los Angeles ed il principino Dwight Howard è l'erede al trono. Ma suo cugino Chris Paul è deciso a prendere in mano le redini del regno, cospira contro il Re ed il Principe e spera di portare L.A. nelle mani del suo casato. A chi andrà l'eredità di Re Kobe?
La partenza dei Clippers è ottima, con Butler subito aggressivo in attacco e con tutta la squadra reattiva in difesa. I Lakers però non tremano e rispondono colpo su colpo, con Howard e Bryant subito sugli scudi. La partita si assesta in una condizione di equilibrio, che però è destinato a scomparire sotto i colpi del Black Mamba. Re Kobe ha infatti capito che non è arrivato ancora il momento di abdicare e inizia ad "operare" proprio a cavallo tra i primi due quarti. Bryant segna a ripetizione e fa segnare, creando un primo strappo importante per i padroni di casa. CP3 è stranamente poco aggressivo in attacco e i Lakers riescono a scappare mentre i Clippers devono affidarsi a bocche da fuoco alternative: Butler, Hinrich e Bledsoe provano a fare le veci del timoroso Paul, ma il risultato non è certo comparabile a quello che dovrebbe dare il #3 ospite. I padroni di casa si issano sul +15 di metà partita e sembrano destinati a non voltarsi più indietro.
I Clippers però hanno energia da vendere e con due poderose schiacciate di Griffin ad inizio terzo quarto cambiano l'inerzia della gara. La rimonta degli ospiti sembra prospettarsi, ma il talento del quintetto base dei Lakers è tremendo: Gasol e Nash dipingono traiettorie di passaggio incomprensibili e Howard e Kobe fungono da braccio armato di straordinaria efficacia. L'offensiva dei Clippers dunque non produce la ricucita dello strappo che Vinny Del Negro si aspetta e perde efficacia nel tempo. I padroni di casa restano in controllo, ma non riescono a scappare mentre gli ospiti non sprofondano ma non riescono ad aggrappare i gialloviola: si continua così fino alla fine del match, senza garbage time, ma anche senza finale thriller. Intanto, la prima congiura contro il principe Howard è scongiurata.
Finisce 99-108 Lakers. MVP Dwigth Howard: 35+15 per lui. Bryant 27 punti, Gasol 21 e Nash 18 con 11 assist. Paul è spento e fa solo 14+8, il migliore dei Clippers è Caron Butler, con 31 punti e un ottimo 4 su 6 da 3.

Game 2
A causa di un problema con il salvataggio, è stato impossibile partecipare al match (ho dovuto simulare) e le statistiche risultano nulle. Si sa solo che i Clippers pareggiano la serie 1-1 ed ora si va allo Staples Center "povero" in condizione di parità.
Tranquillizzo comunque sul proseguimento della serie e della stagione: ho provato a giocare gara 3 ed il problema pare risolto, dunque la stagione prosegue tranquillamente.
Ci scusiamo per l'inconveniente.

giovedì 22 novembre 2012

2k13-Playoff 2013: First Round; Lakers@Mavs; Game 3 & Game 4

Game 3
Umiliati. Inutile girarci intorno, inutile allungare il brodo. Quanto si assiste in gara 3 tra Mavs e Lakers è una vera e propria umiliazione. Doveva essere la gara del riscatto e della speranza per i padroni di casa, la gara che quantomeno riapriva il discorso. Invece Dallas si lecca le ferite ed esce dal campo a testa bassa, indegna di guardare in faccia i propri tifosi.
112-69 il risultato in favore dei Lakers. Un massacro indescrivibile, con gli ospiti anche un po' imbarazzati per la pochezza degli avversari. Ci sono stati praticamente due quarti di garbage time, perché alla pausa lunga i Lakers erano sul +25, sospinti da Howard che sembrava giocare contro dei bambini. Gli ospiti provano a non infierire, si limitano a fare il minimo indispensabile ma Dallas segna solo 4 punti nel terzo quarto, nonostante i Lakers abbiano già chiaramente tirato i remi in barca.
Nella conferenza stampa post-partita, Dirk chiede scusa alla città ed ai tifosi, ma l'aria che si respira in Texas è piuttosto pesante e non è detto che non salti qualche testa.


Game 4
L'epilogo di una serie che poteva essere e non è stata. I Mavericks vogliono redimersi dopo la vergognosa prestazione di gara 3, ma i Lakers hanno tutto l'interesse nel chiudere definitivamente la serie.
I gialloviola mettono subito le cose in chiaro e fanno capire agli avversari che non ce n'è. Sono aggressivi e determinati i Lakers e piazzano subito il primo break. Dallas sprofonda subito nell'incubo, Nowitzki prova a rialzarla ma predica chiaramente nel deserto e i Mavs si ritrovano ad essere una squadra senza scopo. Come dice l'agente Smith nel celeberrimo Matrix Reloaded: "...sappiamo entrambi che, senza scopo, noi non esisteremmo. È lo scopo ad averci creati. È lo scopo che ci connette. È lo scopo che ci tira, che ci guida, che ci spinge. È lo scopo che ci definisce. È lo scopo che ci motiva..." e dunque Dallas è una squadra incapace di porre una resistenza, anche minima, ai Lakers; una squadra assolutamente non in grado di giocare come tale ed in completa balia degli avversari. I losangelini scappano e il rischio di vedere un secondo "massacro" è palpabile.
La partita finisce all'intervallo lungo, poi c'è solo del sano garbage time, nel quale Dirk, solo lui, salva la faccia rendendo il passivo meno grave. Salteranno delle teste in quel di Dallas, intanto la partita finisce 112-91.
I Lakers chiudono la serie 4-0, ma l'impressione è che la post-season dei gialloviola inizi dal prossimo turno.


Le altre
I Clippers si sbarazzano 4-2 degli Spurs, mostrando una fisicità impressionate, e raggiungono i cugini per una sfida ai playoff inedita e stuzzicante come non mai. Thunder facili sui Warriors, 4-0, mentre i T-Wolves ribaltano il fattore campo e vincono 4-2 la serie contro Denver.
Ad est, 4-1 per Chicago e Miami, rispettivamente su Knicks e Celtics (anche se privi di Pierce). I sorprendenti Wizards (secondi nella eastern conference) vanno fuori 4-2 contro Indiana, che raggiunge i 76ers vincenti 4-1 nella sfida contro i Nets.

mercoledì 21 novembre 2012

2k13-Playoff 2013: First Round; Mavs@Lakers; Game 1 & Game 2

Game 1
L'inizio del percorso verso il titolo. Ecco cosa rappresenta per i Lakers questa prima gara dei playoff. L'impressione è che Dallas è una vittima sacrificale, giunta ai playoff più per sbaglio che per altro; i Lakers sono una squadra in missione e sono pronti a piazzare il primo colpo in una serie da risolvere il prima possibile.
Dallas non è comunque scesa in campo per subire le angherie dei padroni di casa e parte quantomeno aggressiva su entrambi i lati. I Lakers però non si scompongono, sanno che gli ospiti devono dare impressione di solidità altrimenti vengono spazzati via, mantenendo comunque il controllo sulla gara. L'impressione è che da un momento all'altro i Lakers possano deflagrare e ad innescare l'ordigno ci pensa Kobe Bryant ad inizio secondo quarto. Il Mamba, quieto nei primi 12 minuti, diventa incontenibile e prende in mano le redini del match. Lo sguardo è quello delle grandi occasioni e le giocate sono lì a confermarlo: con una sequela di realizzazioni ed assist, Kobe trascina i suoi sul +15 e i Mavs appaiono già parecchio in difficoltà.
Al rientro dalla pausa lunga ci si aspetta la reazione degli ospiti, invece sono i Lakers ad aver preso coraggio e con un terzo quarto devastante i padroni di casa ammazzano definitivamente la gara. Gasol è puntuale nel punire gli avversari, Howard inarrestabile, Kobe fa un altro sport e Nash dirige l'orchestra da navigato direttore. Dallas sprofonda e se Dirk viene annullato in questa maniera (chiuderà con solo 12 punti) per gli ospiti è notte fonda. L'ultimo quarto si trasforma in occasione per vedere del garbage time e per iniziare a pensare a gara 2.
Finisce 91-123 Lakers. MVP Kobe Bryant: 22 punti e 14 rimbalzi per lui, ed una sensazione di dominio spaventosa per gli avversari. Bene anche Howard, 27 punti e 11 rimbalzi, e Gasol, 21+5+5. Dallas è nulla, Conley (arrivato in cambio di Mayo e Kaman) è il top scorer con 18, ma anche con 6 palle perse.

Game 2
"Now or never". L'idea di Dallas è questa: o vince gara 2 o questa serie è bella che andata. I Lakers lo sanno e non vogliono vedere violato lo Staples Center. 2-0 ed ipoteca sulla serie, obiettivo minimo per i gialloviola.
Gli ospiti partono bene, giocando molto aggressivi in difesa e spavaldi in attacco. La difesa dei Lakers va un attimo in difficoltà, ma l'attacco dei gialloviola continua a girare che è una meraviglia e i padroni di casa non permettono la fuga ai Mavs. I Lakers piano piano iniziano a prendere le misure all'attacco di coach Carlisle e per Dallas si spegne la luce improvvisamente, in quanto gli ospiti non hanno modo di contenere l'attacco dei gialloviola a causa della solita "coperta corta": Dallas non ha grandi difensori contro i giocatori di post basso dei Lakers, se arrivano i raddoppi partono sempre gli scarichi per tiri wide open, se non arrivano i raddoppi la punizione in uno contro uno non tarda ad arrivare. I gialloviola sono in controllo, non sbagliano un colpo e vanno al riposo lungo con 21 punti di vantaggio.
Chi si aspetta la riscossa dei Mavs ad inizio seconda frazione rimane deluso. Dallas è inerme contro la superiorità dei Lakers, che questa volta si manifesta attraverso la superiorità fisica di DH12, devastante nello schiacciare qualsiasi cosa si muova in area avversaria. Nowitzki, vecchio campione, però non ci sta a farsi prendere a pallonate e prova a caricarsi i suoi sulle spalle. Lo sforzo del tedesco è tanto encomiabile quanto inutile, perché la tempesta gialloviola è troppo veemente per essere arrestata. I Mavs resistono, provano a non capitolare definitivamente, ma a metà ultimo quarto devono arrendersi all'evidenza: anche gara 2 è dei Lakers.
Finisce 91-118 Lakers. MVP Howard: 31 punti, 9 rimbalzi e 3 stoppate. Kobe è nuovamente devastante, con 19 punti e 13 assist (attualmente miglior assistman dei playoff), Gasol e Nash giocano invece da all-round impilando punti, rimbalzi ed assist. Nowitzki chiude con 21 punti e 11 rimbalzi, ma è un uomo solo al comando.

lunedì 19 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: "The End"

Jack Nicholson a bordo campo applaude come tutto lo Staples la squadra, pronta ad imbarcarsi nella sfida dei playoff. La stagione regolare è finita, finalmente diranno alcuni, e con essa il tempo di fare esperimenti e di scherzare. Si fa sul serio, ma prima ci godiamo giustamente le ultime sgambate in attesa del "grande ballo".
Come largamente preannunciato, formazioni spesso stravolte e rotazioni rivolte alla conservazione dei titolari la fanno da padrona per noi; al contrario di quanto previsto, però, il record risultante è largamente positivo. Paradossalmente, Aprile si apre con una sconfitta contro Dallas, sconfitta che sembra preannunciare un periodo di vacche magre. Invece, la risposta della squadra è veemente e schiantiamo in rapida successione Memphis, Clippers, Hornets, Blazers e Warriors, con le vittorie nel derby (fuori casa) e al Rose Garden a rappresentare perle di rara bellezza nella nostra stagione. Le partite sono tutte combattutissime e le vinciamo proprio grazie alle motivazioni, che pensavo la squadra non avesse più. Invece, i panchinari vogliono tutti fare bella figura, ci mettiamo sempre quel quid in più per meritare la vittoria ed i risultati ci danno ragione.
Le sole motivazioni però non valgono nulla se contro di te c'è una squadra preparata sia sul piano tecnico tattico che mentale, oltre che invischiata nella lotta della posizione ai playoff. Gli Spurs ci travolgono ma questa sfida sarà la rampa di lancio per l'ultima partita della stagione, giocata e vinta contro Houston da quella che i giornali della 2k-Los Angeles ormai chiamano "Quella sporca decina".
La partita contro i Rockets merita un approfondimento a parte. Andiamo a referto senza Gasol, Bryant e Nash, in panchina (ma senza completino e dunque solo in tuta) ci sono Howard e Artest. Il quintetto è Morris-JohnsonnOdom-Ebanks-Clark-Hill e chiaramente ci si aspetta la rivalsa da parte di Houston, squadra che ha giocato un campionato abbondantemente al di sotto delle aspettative. Invece, a dispetto dei pronostici, noi ci siamo. La sfida è piacevolissima e la partita da "amichevole" diventa "una gara 7 delle finali". Il pubblico salta dalla sedia ripetutamente, si assiste a giocate di gran classe, ma anche ad intensità e fisicità di alto livello. Piazziamo l'allungo decisivo proprio a metà del quarto periodo e porteremo a casa una superba vittoria nonostante Houston tenti una rimonta furibonda. Protagonisti indiscussi della nostra serata sono:

  • Jordan Hill: 27 punti e 16 rimbalzi
  • Darius Morris: 10 punti, 17 assist e 5 rimbalzi
  • Devin Ebanks: 23 punti, 8 rimbalzi e 4 stoppate
Finita la regular season, diamo un'occhiata ai premi stagionali. Howard è nel primo quintetto All-NBA e nel primo quintetto difensivo, oltre ad essere il DPOY. Coach Brown ritira il Coach of the Year a mio nome, mentre Rose è l'MVP della stagione e Anthony "monociglio" Davis è Rookie of the Year, infine Jrue Holiday si prende il Most Improved.
L'ultima informazione utile è il quadro dei playoff:

Seed Western Conference
Eastern Conference




1 Lakers
Bulls
8 Mavericks
Knicks




4 Spurs
Heat
5 Clippers
Celtics




3 Nuggets
76ers
6 Timberwolves
Nets




2 Thunder
Wizards
7 Warriors
Pacers

venerdì 16 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Dirittura d'arrivo.

La parte finale della stagione regolare NBA è sempre un momento piuttosto delicato. Gestire le energie, consolidare la posizione in classifica e non perdere la condizione fisica è un lavoro di alchimie tattiche di difficilissima soluzione. Le motivazioni poi iniziano ad avere un peso specifico di un certo tipo all'interno delle gare e dunque affrontare squadre ancora in lotta per un posto al sole può risultare alquanto complicato.
Le gare che giochiamo in questo periodo sono frutto di queste considerazioni. Il nostro primo posto ad ovest ed il secondo posto assoluto sono ormai praticamente consolidati e dunque la nostra concentrazione è rivolta alla gestione del gruppo e delle energie più che al risultato. Dopo aver perso contro i Kings allo Staples, (squadra in lotta appunto per la qualificazione ai playoff), otteniamo una doppia vittoria a Phoenix (ultima gara della stagione e forse in carriera in Arizona per il grande ex Nash) e contro i Wizards in casa. La gara con i capitolini la prendo come la prova generale. Visto il livello del loro campionato decido che questa è l'ultima gara "vera" della stagione e la prendo come una sorta di prova generale per i playoff. La squadra risponde bene, non siamo spumeggianti ma siamo efficaci e ci prendiamo la gara con autorità.
La nostra striscia si ferma però all'inizio del mini-tour che ci apprestiamo ad affrontare, in quanto arriva una sconfitta a San Francisco contro i Warriors, squadra in lotta per un posto di rilievo ad ovest. Il tour prosegue con un'altra sconfitta, questa volta contro i T-Wolves, in cui dimostriamo chiaramente di essere in vacanza. Non mi sta bene questo atteggiamento arrendevole e dunque arriva la riscossa contro i Bucks, che schiantiamo a domicilio inferendogli una lezione di basket di rara qualità. Nella "divertentissima" Milwaukee facciamo proprio un'esibizione in attacco, giochiamo bene, aggressivi e concentrati per tutti i 48 minuti di gioco. Il segnale alla lega è chiaro: siamo pure in vacanza, ma ci stiamo preparando per i playoff. Ci apprestiamo a chiudere il tour prendendo la strada per Sacramento, catino nel quale non siamo molto amati. È l'ultima gara da 30 minuti per i titolari per quanto riguarda la stagione regolare, ma ciò non ci salva dalla sconfitta. C'è l'inghippo però: i Kings sono ottavi e hanno un bisogno disperato di vincere, noi siamo sempre a distanza di sicurezza dai Thunder (che hanno rallentato) e i Bulls sono sempre irraggiungibili per noi. Motivazioni differenti, il trucco è là!
Ci aspettano solo le ultime due settimane di Regular Season, e poi si inizierà a fare sul serio: i playoff sono alle porte!

giovedì 15 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Quando escono i veri valori...

"E chi li ferma più?": è questa la frase più ricorrente nello SWAGGED-world quando ci si riferisce ai miei Lakers. Abbiamo cambiato passo, signori miei, e stiamo viaggiando a ritmi altissimi. C'è solo una controindicazione: le "grandi" del torneo che come noi stentavano hanno pure cambiato marcia, come se una sveglia collettiva puntata per l'All Star Weekend avesse suonato e tutti insieme ci fossimo messi in moto con l'obiettivo playoff.
Il nostro inizio di Marzo è di quelli che danno lo scossone terribile agli avversari ed alla classifica. Apriamo il 2k13-mese contro Atlanta allo Staples. Squadra di buon livello, ma niente di eccezionale, che visto come stiamo giocando ingurgitiamo con poche mosse. Un giorno di riposo e si va ad OKC. I Thunder hanno finalmente recuperato tutti gli effettivi e finalmente entrambe le squadre si presentano al completo per la sfida. Contro i Thunder attualmente però è impossibile giocare, stanno viaggiando come delle macchine perfette, e la sconfitta che arriva in volata sa più di vittoria che di debacle. Perdiamo nel finale, sbagliando due possessi consecutivi un po' per stanchezza, un  po' perché Durant&Co. erano semplicemente indiavolati. Poco male in realtà, perché infiliamo una striscia di quattro vittorie consecutive. Espugniamo prima New Orleans dove la sfida tra Davis e Howard è di quelle che fanno paura e il nostro Dwight la vince con un 20+20 da applausi. Poi doppia sfida allo Staples contro Raptors e Bulls. I Canadesi sono ormai avvolti in un velo di mediocrità dal quale difficilmente riescono ad uscire e li sconquassiamo con una partita tutta sostanza.
Contro i Bulls, invece, il discorso è più complesso. La partita è di quelle vere, perché entrambe le squadre hanno qualcosa da dimostrare: noi che all'andata abbiamo perso solo per un episodio, loro per legittimare il vantaggio in classifica (sono primi in classifica generale e lo scarto con noi, secondi, è di 6 gare!). La gara è spettacolare, punteggi bassi, difese aggressive e lotta su ogni pallone rappresentano il leitmotiv della partita. Il nostro ultimo quarto è però di quelli che fanno tremare i polsi, Bryant non accetta il concetto di sconfitta e manda i titoli di coda con un paio di canestri impossibili. Non c'è il tempo per godersi la vittoria perché partiamo per una tripla trasferta ad est. Il ritorno di Superman ad Orlando è la nostra prima tappa e Dwight dimostra tutta la sua compassione verso la sua ex-dimora, firmando una partita da 37 punti e 18 rimbalzi...Il tour del cuore per Howard sembra non fermarsi, visto che andiamo in back to back ad Atlanta, sua città natale. Qua paghiamo stanchezza e troppo entusiasmo, giocando una partita "allo specchio" con nessuna intenzione di sbucciarci le ginocchia. Quando siamo così, non c'è niente da fare e la sconfitta arriva puntuale. Ma, come detto in passato, questa squadra è femmina ed alla sconfitta di Atlanta fa da contraltare la vittoria ad Indianapolis. Siamo concentrati, desiderosi di lottare e aggressivi su ogni pallone: se ci mettiamo la testa giusta, non facciamo prigionieri e la W è la conseguenza naturale.
Diamo uno sguardo alla classifica prima di concludere. Siamo primi ad ovest con 6 gare di ritardo, come detto, di Bulls primi assoluti. Secondi ad Ovest sono risaliti i Thunder che sono in striscia di 16 vittorie consecutive! Ricordate Denver, sorprendentemente ai vertici? Ora è sesta ed in completa crisi. Miracoli dell'All Star Game!

martedì 13 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Sfide d'alto livello

L'All Star Weekend è da tutti considerato come il giro di boa per eccellenza dell'NBA. Ci si ferma e ci si diverte, ed è un modo per ricaricare le pile del fisico e della testa, deteriorate da una regular season che ti ha fatto già accumulare chilometri e sfide estenuanti. Dopo la pausa è però importante ripartire di slancio, perché gestire al meglio l'ultima parte di stagione regolare è fondamentale per arrivare ai playoff al meglio.
Quale sfida è la migliore possibile per riprendere il discorso? Come preannunciato, "il derby d'America", questa volta allo Staples, ci attende! Lakers-Celtics, è una battaglia infinita e dà sempre vita a partite epiche. Purtroppo, rispetto alla "gara d'andata" Boston è anche senza Garnett, e si presenta dunque con il solo Paul Pierce dei Big in campo. Noi abbiamo solo Gasol non al meglio, ma abbiamo recuperato definitivamente Artest e stiamo iniziando ad ingranare. Nonostante le assenze, Boston getta il cuore oltre l'ostacolo e lotta su ogni pallone. I nostri lunghi però la fanno da padrona, le nostre ricezioni statiche ci permettono di fare la differenza in attacco e l'assenza di Garnett ci aiuta ulteriormente in questo senso. I Celtics provano a resistere, ma Kobe ad inizio quarto periodo crea lo strappo decisivo e portiamo a casa definitivamente la sfida e per di più infliggiamo l'onta del garbage time agli avversari di sempre. Dopo la gara con Boston, attendiamo allo Staples un'altra squadra con cui si è sviluppata una certa rivalità: Portland. I Blazers sono una squadra giovane e con buone individualità, noi però giochiamo una gara solida, stiamo concentrati e la portiamo a casa senza grossi patemi d'animo.
Prepariamo le valige perché ci attende una doppia trasferta in back to back: Dallas e Denver. Contro i Mavs subiamo una battuta d'arresto importante: giochiamo male e finiamo la partita peggio e l'unica cosa da salvare è probabilmente che nessuno si è fatto male. Ma la squadra è tutto sommato "giustificata" perché quella con Denver è forse la sfida fondamentale di questa regular season: primi (noi) contro secondi ad ovest, e per giunta in un momento cruciale della stagione. A Denver la pausa dell'All Star Game ha fatto male e i Nuggets stanno andando a corrente alternata, ma sono pronti a giocarsi quella che è la partita della vita. Non hanno fatto però i conti con Steve Nash. Il canadese gioca una partita fenomenale da 28 punti, 12 assist e 3 rimbalzi, domina la sfida contro Lawson e ci guida ad una vittoria perentoria, con parecchio garbage time nel finale. Denver è annichilita e noi andiamo a +3 in classifica e mettiamo l'ipoteca su una conference che ha la classifica cortissima. La vittoria contro "le pepite" è di quelle che ti danno fiducia, ti fanno esaltare e ha l'effetto della benzina da Formula 1 erogata in un motore normale: allo Staples, i T-Wolves non hanno il tempo di entrare in campo che vengono spazzati via dal nostro furore. La vittoria e di quelle che mandano un segnale alla lega, siamo usciti fortissimi dai blocchi ed il nostro finale di stagione si preannuncia esaltante.
Chiusura obbligatoria su una notizia che però ci sconvolge. Dwyane Wade, guardia di Miami, si infortuna strappandosi il crociato e terminando in anticipo la 2k-stagione. Un protagonista in meno, un peccato per lo spettacolo!

domenica 11 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Verso l'All Star Game

I Grammy Awards sono una festa della musica per tutti gli appassionati, ma per le squadre di Los Angeles che giocano allo Staples significano solo una cosa: trasferta lunga in procinto dell'All Star Game.
Dopo essere stati a Phoenix e a Minneapolis, il nostro tour prosegue con la trasferta al Palace of Auburn Hills, dove siamo ospiti dei Pistons. È l'occasione per vedere all'opera il nostro nuovo attacco, la UCLA Offense, e devo ammettere che questo esordio non entrerà negli annali. Perdiamo giocando male in attacco e concedendo parecchio in difesa a causa dei contropiedi. C'è molto da lavorare per affinare automatismi e letture giuste, ma lo sapevamo e siamo ancora convinti che nel lungo periodo la scelta porterà i suoi benefici. La nostra tappa successiva è Brooklin, per la sfida contro i Nets. Otteniamo una bella vittoria, giocando non certo un basket spumeggiante ma solido ed efficace. Palle perse ancora troppe, ma giochiamo comunque con la testa giusta e questo è sufficiente per portare a casa la gara. Un giorno di riposo e poi ci aspetta "La Sfida". TD Garden, Boston, la lotta infinita tra bene e male, tra noi e loro, Showtime contro Pride: Lakers-Boston. Ai Celtics manca Rondo, noi siamo senza Artest e con Nash e Bryant con una gamba sola, ma poco importa: questa è la partita più importante della stagione. Si assiste ad una lotta senza quartiere, una partita clamorosa per intensità e qualità di gioco, si sputa sangue per ogni singolo pallone, ci si difende con le unghie e con i denti e si attacca con ferocia e cuore. L'equilibrio non si spezza mai, Kobe e Pierce danno vita ad una sfida "al contrario" annullandosi vicendevolmente in difesa e allora a decidere il match sono i "sidekick". Howard deposita nell'ultimo minuto due schiacciate tramortenti nel canestro verde e noi ci prendiamo la prima battaglia stagionale vincendo 94-91. Siamo inebriati dalla vittoria e l'entusiasmo cura qualsiasi ferita del fisico: in back to back schiantiamo a domicilio i Bobcats, chiudendo la gara già nel primo tempo.
La "Noche Latina" di Miami ci attende, per la seconda sfida della stagione tra Heat e Lakers. Abbiamo tutta la voglia di vendicare la sconfitta dello Staples, ma la partita si dimostrerà essere una debacle clamorosa. Senza Wade, Allen gioca la partita della vita, vendica Boston e ci manda una cartolina niente male in previsione finale. "He got game" è inarrestabile, chiuderà con un clamoroso 14 su 16 dal campo (5 su 6 da tre) e sarà la punta di un iceberg che ci trafigge scaraventandoci ad un clamoroso -30 finale (90-120). Kobe e Dwight ci provano, ma paghiamo stanchezza e condizione fisica non ottimale. La ripassata è di quelle che ti possono stordire, ma la squadra risponde bene ed al ritorno a casa contro i Suns ritroviamo la vittoria. Arriva intanto la notizia del recupero di Artest e della guarigione di Nash e Kobe e dunque ci affacciamo al derby che precede l'All Star Game ricchi di fiducia e speranza. Invece perdiamo il derby, grazie soprattutto a Ron Ron che ci fa tornare indietro in attacco. Niente di strano, l'attacco UCLA è figlio di letture e, come ogni attacco, familiarità, noi siamo ancora all'inizio del percorso d'apprendimento e dunque qualche passaggio a vuoto è sintomatico.
Ora c'è l'All Star Weekend, occasione per ricaricare le pile e per "studiare" in attacco ed alla ripresa ci attende la rivincita contro Boston. La stagione sta entrando nel vivo!

giovedì 8 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Imprevisti del mestiere


Gli infortuni sono una brutta bestia da affrontare e per una squadra un po' avanti con gli anni combattere contro gli infortuni è quasi obbligatorio. La vera fregatura arriva quando il periodo degli infortuni coincide con il periodo più ricco di scontri d'alta quota, perché non permette di valutare il vero valore della squadra negli scontri più duri. È esattamente questo il problema di cui soffriamo ora: infortuni celebri durante gli scontri importanti.
La nostra avventura riparte dalla trasferta in Canada per la sfida contro i Raptors. Nash si porta dietro la fascite plantare, Artest ha ancora la mano rotta, ma nonostante tutto riusciamo a portare a casa la vittoria. Andiamo in back to back a Chicago, che scopro essere prima assoluta anche a causa della crisi di Miami. La sfida è realmente straordinaria e noi paghiamo un po' di stanchezza che però non ci impedisce di arrivare alle battute finali in equilibrio. E qui, per la prima volta, Kobe ci “tradisce”, spedendo sul ferro il pallone del sorpasso ad un secondo dal termine e con un Deng che fa una difesa clamorosa. Per onor di cronaca, meglio sottolineare che Kobe ci aveva riportato in carreggiata dopo essere stati sul -10 a 5 minuti dal termine. Ma tant'è arriva la sconfitta e siamo tutti abbastanza arrabbiati. Rabbia che però non è sufficiente ad evitare la sconfitta a Memphis. Anche qua, lotta furibonda tutta la partita, ma la benzina manca proprio nel finale. Inizio a capire che qualcosa non va, soprattutto perché Kobe non riesce più a difendere sui migliori ed essere pure efficace in attacco e se Nash non può essere Nash a causa dell'infortunio soffriamo il doppio. A fermare i miei pensieri ci pensano i Jazz, che ospiti allo Staples si fanno schiantare come gli ultimi arrivati. È la classica vittoria scaccia-crisi e che fa morale in vista della sfida contro OKC.
Lo Staples è pronto per fare festa, ma OKC viene e lo saccheggia, facendo piombare i nostri tifosi nello sconforto. In realtà, si tratta della classica partita nata male e finita pure peggio, nella quale gli avversari segnano pure bendati e non puoi fare niente per impedirlo. Ciliegina sulla torta, Kobe si prende una storta alla caviglia e sarà a mezzo servizio per un po'. La delusione è tanta, ma la risposta della squadra non si fa attendere: facciamo fuori gli Hornets del fenomeno nuovo Anthony Davis e poi espugniamo Phoenix e Minneapolis, con due partite giocate con autorità e decisione.
Stiamo un po' zoppicando, inutile negare, ed il nostro attacco non mi piace ancora; urge allora correre ai ripari: sto studiando approfonditamente l'attacco UCLA, quello composto dai set noti come “1-4 X”, e penso proprio che dalla prossima gara i Lakers di Alp89 giocheranno in pieno “John Wooden style”.

martedì 6 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Scontro stellare!

Ci sono partite che segnano una stagione, la marcano in maniera indelebile e ti fanno capire che ce la puoi fare, a prescindere dal risultato della singola gara. E probabilmente la sfida con gli Heat per noi rappresenta proprio la partita della svolta. Ci arriviamo malissimo, con Artest che si rompe la mano in allenamento e con una fascite plantare che colpisce Nash: il primo sarà proprio indisponibile, il secondo sarà in campo ma con evidenti limiti di mobilità. Inoltre siamo in striscia, perché battiamo i Cavs che i Bucks allo Staples, mentre loro si sono incredibilmente bloccati e vengono da quattro sconfitte consecutive. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per perderla clamorosamente.
Ci presentiamo con Meeks titolare e Kobe sulle tracce di James in AP e paghiamo subito il nuovo assetto: Wade mette in difficoltà Meeks, Gasol sembra spento e Nash è chiaramente in difficoltà. Kobe capisce l'antifona e la mette sul personale con James, rendendo gli attacchi stagnanti ma anche più adatti alle nostre "nuove" caratteristiche. Si gioca in una situazione di equilibrio costante, le squadre si equivalgono e la tensione va alle stelle. Serve trovare l'uomo della svolta, quello che cambia la partita, e i primi a trovarlo siamo noi: corsi e ricorsi storici dicevano Vico e Machiavelli, e lo dico pure io se Earl Clark deflagra proprio contro gli Heat, proprio come un 2k12-world fa! Clark è inarrestabile, ci porta da solo sul +7 di fine secondo quarto e di lì a poco arriverà il momento della svolta.
Al rientro in campo infatti abbiamo una nuova verve, siamo aggressivi e ringhiamo su ogni pallone. Gasol si accende improvvisamente e andiamo via, scappiamo guidati dal nostro principe Catalano, che imbecca ripetutamente Howard in ricezione dinamica per poderose schiacciate. Miami non capisce più niente, noi segniamo a ripetizione ed in difesa giochiamo in 8 probabilmente perché non passerebbe neanche uno spillo. È fatta, gli ultimi minuti sono di garbage time e a fine gara il tributo dello Staples arriva puntuale per una squadra che ha capito di essere grande.
Finisce 92-107 Lakers. L'MVP se lo prende Howard con 28 punti (12 su 14 dal campo) e 6 rimbalzi. Personalmente l'avrei dato a Gasol, 15 punti+11 assist+5 rimbalzi; impossibile far passare sotto traccia la partita di Clark da 16 punti e 4 rimbalzi, così come obbligatorio parlare di Bryant: per lui solo 15 punti, ma un lavoro clamoroso su James tenuto a bada a solo 19 punti.

lunedì 5 novembre 2012

2k13-Regular Season 2012-2013: Happy new "world"

Il 2k-world è un posto strano. Basta poco per renderlo molto più realistico ed il mezzo principale per fare ciò sono i cosiddetti "custom roster", ovvero roster modificati dagli appassionati che cercano di riprodurre il più fedelmente possibile la realtà. A mio avviso, il migliore di tutti è il SIM-World, mia prossima destinazione certa, il quale tuttavia esce solo dopo la trade-deadline. In attesa del SIM-World dunque, ho deciso di accomodare con questo roster, che mi pare ben fatto. Dunque si riparte da zero? Non esattamente! Visto lo storico di risultati contenuti in questo blog, ho deciso di replicare (tramite simulazione) la stagione finora giocata, con la sola differenza che quindi ci saranno giocatori diversi rispetto a quelli precedenti. In particolare, Goudelock non c'è, in quanto tagliato, mentre c'è Sacre e ritorna ovviamente Blake in quanto non ho fatto lo scambio per arrivare a Biyombo. Per il resto, tutto come prima.
L'ultima partita giocata è stata anche l'ultima del 2k-year e per il primo Gennaio 2k13-2013 avevamo annunciato la sfida contro i 76ers, ovvero Dwight contro Bynum allo Staples. La partita è molto bella, combattuta come poche e ricca di fascino. Howard vuole però fare vedere che nel nuovo 2k-mondo può dominare come in quello precedente e domina letteralmente la gara. Bynum arranca e si sveglia solo nel finale quando però Kobe è già andato per la giugulare. Vittoria importante per me (automatismi e feeling con i 2k-giocatori da ritrovare) e per la classifica (in quanto Denver ci sta alle costole). Ci sentiamo forti ed affrontiamo il primo derby del nuovo 2k13-year fiduciosi di poterlo portare a casa. Si assiste ad un'altra battaglia furibonda, ma CP3 è troppo per noi: non riusciamo ad arginarlo in nessun modo e se poi ci si mettono pure i problemi di falli di Howard la frittata è fatta. Arriva la sconfitta e alla prossima affrontiamo Denver per uno scontro d'alta quota. I Nuggets ne hanno di più, sono euforici per una posizione in classifica che nessuno si aspettava e giocare nella "Mile High City" può essere parecchio difficile. Noi però abbiamo giocatori dalla testa di marmo e riusciamo sempre a rialzarci in risposta alle bordate avversarie. È però una partita nata male, sbagliamo gli ultimi due possessi della sfida e perdiamo la seconda gara consecutiva (96-97). 
Vuoi o non vuoi, la parola crisi subito si ripresenta sui giornali e la doppia trasferta in Texas (Houston e San Antonio) rischia di essere una Caporetto. Si rivelerà invece un successo clamoroso. Gasol, ritrovato dopo un periodo abulico, ci guida in entrambe le gare, giocando con aggressività e mostrando spunti di alta scuola: 25 punti in entrambe le gare, 6 assist nella prima e 8 nella seconda conditi con rispettivamente 7 e 11 rimbalzi. Pau ci tira fuori dalla "crisi" e la squadra risponde allora presente: il ritorno allo Staples è trionfale e schiantiamo OKC, presentatasi senza Westbrook. impartendo loro una sonora lezione.
Siamo ancora primi ad ovest ma dobbiamo scrollarci di dosso Denver e T-Wolves. Ad est, Miami fa un altro mestiere, ma occhio: la prossima 2k-week è quella dello scontro tra le "superpotenze".